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Telefonia low-cost: dal Giappone un nuovo progetto per abbattere i costi dei cellulari

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I telefonini hanno tutto il potenziale per abbattere gli ostacoli che impediscono a miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo di accedere alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione.

 

Esattamente, sono circa 3 miliardi le persone che pur vivendo nel raggio di una rete mobile, non ha la possibilità economica di acquistare un telefonino.

 

Negli ultimi tempi, si è molto parlato di telefonini low-cost, con la presa di posizione delle associazioni e degli operatori mobili che continuano a lanciare iniziative per incoraggiare i costruttori a produrre telefonini a basso costo per i mercati in via di sviluppo. Il prezzo di questi cellulari dovrebbe aggirarsi sui 30 dollari, anche se in alcuni Paesi il prezzo al dettaglio sarà più alto a causa delle tasse di importazione e di vendita.

 

In questo contesto si inserisce l’alleanza lanciata in Giappone da NTT DoCoMo, Renesas Technology, Fujitsu Ltd, Mitsubishi e Sharp, che investiranno 127 milioni di dollari per sviluppare insieme un chip di prossima generazione, con l’obiettivo di accelerare l’adozione globale dei servizi W-CDMA abbassando drasticamente i costi degli telefonini.

 

La nuova piattaforma mobile, che dovrebbe essere pronta verso la metà di quest’anno, combinerà un microchip LSI dual-mode HSDPA /W-CDMA (che controlla le applicazioni multimediali come i servizi di video conferenza) e un nuovo sistema operativo e potrà essere implementata direttamente come sistema base per i telefonini di terza generazione, eliminando il bisogno di sviluppare un sistema separato per le funzioni comuni dei telefonini e riducendo notevolmente i tempi e i costi di sviluppo.

 

Allo stesso tempo la nuova piattaforma permetterà ad operatori e costruttori di investire più tempo e risorse nello sviluppo di funzioni e servizi innovativi.

 

Il sistema sarà inizialmente disponibile per i sistemi Foma – lo standard 3G sviluppato da DoCoMo – e poi per quelli Umts e si baserà sulla precedente tecnologia single-chip LSI, sviluppata da NTT DoCoMo e Renesas nel 2004, alla quale verranno aggiunte nuove funzionalità come il supporto alle tecnologie HSPDA ed Edge.

 

Per incentivare l’impegno dei costruttori nel segmento low-cost,  la GSM Association ha lanciato un programma di partnership con i produttori per la fornitura di cellulari a 30 dollari nei Paesi emergenti. 

 

“Una comunicazione efficiente è uno dei catalizzatori chiave per la crescita economica. La GSMA vuole unire operatori e vendor per far fronte alle questioni di disponibilità delle comunicazioni mobili nei mercati emergenti”, ha spiegato il presidente Craig Ehrlich.

La prima fase del programma punta alla produzione di telefonini a un prezzo massimo di 30 dollari, per poi passare a una seconda fase in cui si punterà a creare maggiore disponibilità attraverso prodotti sostenibili a un prezzo ancora più basso che nella prima fase.

 

Così facendo, secondo la GSMA, si potranno creare centinaia di milioni di nuove connessioni mobili ogni anno.

 

La determinazione della GSMA di creare un segmento ultra-low cost ha convinto anche molti costruttori: Motorola si è aggiudicata un’asta di fornitura all’inizio del 2005, Philips lancerà sul mercato cellulari al prezzo di 20 dollari l’uno, grazie a un sistema che integra il software con tutte le componenti hardware ed elettroniche necessarie per la costruzione di un dispositivo basic, mentre  la finlandese Nokia ha presentato due modelli  estremamente semplificati – l’1110 (al prezzo di 65 euro) e il 1600 (85 euro).

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