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Il giovane guru della new economy giapponese Takafumi Horie, ex presidente di Livedoor, e altri tre manager della società sono stati formalmente rinviato a giudizio dal tribunale distrettuale di Tokyo con l’accusa di violazione delle leggi di Borsa.
Lo ha annunciato un portavoce del tribunale, sottolineando che nel corso della procedura legale verrà chiarito che il segreto della rapida crescita di Livedoor è da ricercarsi in “attività criminose” che hanno interferito con il funzionamento regolare del mercato.
Secondo il tribunale, Horie e i suoi più stretti collaboratori avrebbero infatti elaborato piani per truffare gli investitori, diffondendo false informazioni finanziarie con l’obiettivo di influenzare l’andamento di Borsa.
Il gruppo, in pratica, avrebbe lanciato un’offerta pubblica di scambio di azioni su una società che in realtà era già stata acquistata segretamente.
Il giovane manager, che si è sempre proclamato innocente, ha nuovamente smentito tutte le accuse e ha riferito di “voler fare piena luce sulla vicenda al più presto”, mentre Livedoor ha dichiarato di non aver ancora ricevuto alcuna convocazione dal tribunale.
Horie, 33 anni, è stato arrestato il 23 gennaio insieme al direttore finanziario Ryoji Miyauchi, al vicepresidente Fumito Okamoto e al direttore esecutivo Osanari Nakamura e rischia ora fino a 5 anni di carcere.
Su di lui e i suoi collaboratori peserebbe inoltre un altro capo d’accusa, relativo alla manipolazione dei bilanci dell’anno finanziario chiuso a settembre 2004 per far comparire utili dove invece c’erano forti perdite.
Secondo quanto riferito dalla stampa, Horie sperava così di convincere la Federazione giapponese ad acconsentire all’acquisto da parte di Livedoor di una squadra di baseball, operazione che avrebbe dovuto sancire la definitiva consacrazione del manager nell’Olimpo della finanza, ma che si è conclusa con uno scacco.
Il nuovo mandato d’arresto dovrebbe essere eseguito in questa settimana e aprirebbe la via alla seconda imputazione formale dei 4 ex dirigenti.
Lo scandalo finanziario che ha travolto Livedoor ha messo in subbuglio il mondo finanziario e politico giapponese dal momento che Horie era considerato il pupillo del primo ministro Junichiro Koizumi e che per mettere le mani sul colosso Nippon Broadcasting Company, la società ha sfruttato una scappatoia nelle regole di Borsa, costringendo le autorità a rivedere la legislazione.
A ciò è da aggiungere il suicidio di Hideaki Noguchi, 38 anni, vicepresidente della banca d’affari in rete “HS” che aveva partecipato attivamente alla scalata su NBC, casa madre di Fuji-Television, uno dei più importanti canali televisivi giapponesi, 10 volte più grande di Livedoor in termini di profitti.
Proprio questa scalata ha portato Horie alla ribalta, scatenando la stampa conservatrice – che lo definiva “arrogante, avido e non-giapponese” – per le aggressive pratiche di business e gli attacchi “ai vecchi padroni” del rampante manager. Nessuno, però, aveva previsto un simile epilogo: il giovane Horie, allergico alle convenzioni, era considerato una sorta di eroe della new economy giapponese per aver osato sfidare la classe dirigente non tanto sul piano economico, quanto su quello delle ‘tradizioni’.
Definito dalla stampa conservatrice per le sue aggressive pratiche di business e i suoi attacchi Horie ha condotto la sua battaglia in nome di un progetto molto ambizioso: accelerare l’avvicinamento tra la televisione e Internet e creare un “nuovo modello economico che unisca media, web e finanza” mettendo il potere della Tv al servizio dell’espansione della Rete.
In nome di questo progetto, dal 2000 ad oggi, Takafumi Horie ha acquistato 20 società ma ora, dopo aver fatto sfumare il sogno di una ‘nuova economia’ made in Japan, rischia, fino a 5 anni di prigione e 50 milioni di yen (360 mila euro) di multa.