Italia
Ancora un rinvio per l’Ipo di 3 Italia, motivato dalla difficile condizione di mercato per le società tlc, che non consentirebbe agli investitori di attribuire l’adeguata valutazione alla quotazione.
“Noi non ci arrendiamo. Sono sollevato dalla decisione di non procedere alla nostra quotazione, perché ora potrò dedicarmi agli importanti traguardi di business”, ha spiegato l’amministratore delegato di 3 Italia, Vincenzo Novari.
Ad indurre alla rinuncia, ha sottolineato Novari, non è stato il mercato, né l’Autorità, ma piuttosto il gap di valutazione: “siamo convinti che la società valga più di 9 miliardi di euro, mentre lo sconto Ipo ha abbassato le stime a 7 – 7.5 miliardi. Essendo noi l’unico operatore sul mercato dotato di una propria struttura nella tv digitale, riteniamo di essere in una posizione privilegiata”.
La decisione, fa sapere la società, non fa venir meno il riconoscimento per l’impegno profuso per completare tutte le procedure di ammissione, né l’impegno dell’azionista di riferimento – Hutchison Whampoa Limited (HWL) – che ha già investito sul mercato italiano circa 6,2 miliardi di euro e continuerà a sostenere il modello di business realizzato dal management di 3 Italia.
La divisione italiana del conglomerato asiatico, pioniera dell’Umts, ha conquistato in poco più di due anni oltre 5,5 milioni di clienti.
Al termine del cda che ha sancito il nuovo rinvio, HWL, che controlla il 95,4% di 3 Italia, ha anche comunicato la cessione a Goldman Sachs del 10% di 3G Italy Investments srl che controlla il 100% di 3 Italia, attraverso un private placement da 420 milioni di euro finalizzato all’Ipo.
Il prezzo corrisponde a un enterprise value di 9 miliardi di euro se si considerano i 4,8 miliardi di euro di debito netto per il 2006.
La transazione dovrebbe concludersi il prossimo 31 marzo.
Intanto, però, in una nota ai suoi clienti Goldman ha ridotto il giudizio su Hutchison a ‘in-line’ da ‘outperform’ riducendo il target price a 85 da 101 dollari di Hong Kong, mentre Dbs Securities vede un ‘downside’ limitato per il titolo.
Canning Fok, managing director di Hutchison, ha comunque spiegato che l’idea dell’Ipo non è stata abbandonata ma soltanto posticipata.
“Da ora fino all’Ipo, è importante condurre una campagna di educazione, incluso un roadshow internazionale per comunicare agli investitori l’outlook positivo e i progressi raggiunti da 3 Italia nello sviluppo di un modello di business incomparabile, sia rispetto agli operatori incumbent del mercato italiano che rispetto a quelli del resto d’Europa”.
3 Italia, ha aggiunto Fok, “è l’unico operatore, in Italia e in Europa, a non registrare performance operative negative” ed è per questo che un’adeguata campagna di informazione contribuirà “a far comprendere meglio il business di 3 Italia ai mercati e darà agli azionisti di Hutchison il giusto valore ai loro investimenti”.
In relazione alle dichiarazioni del presidente dell’Abusdef Elio Lannutti rilasciate alle agenzie di stampa, 3 Italia – che aveva ottenuto pochi giorni fa l’Ok di Consob per la quotazione – ha inoltre fatto sapere di aver dato mandato ai propri legali ad intraprendere tutte le azioni necessarie per la tutela della propria immagine e reputazione commerciale sul mercato.
Lannutti, che aveva già presentato un esposto alla Consob e alla procura della Repubblica, ha salutato i paletti imposti dalla Consob e il rinvio della quotazione con grande soddisfazione, dichiarando che “la quotazione di 3 sarebbe stata la replica del caso Cirio”.
La quotazione di 3 – ha affermato Lannutti – “era stata imposta dalle banche e nel prospetto informativo bisognava mettere esplicitamente che erano state le banche, proprietarie della società, a imporla”.
Hutchison ha lanciato il 3G in Italia e Gran Bretagna nel marzo del 2003, la prima ad offrire servizi di terza generazione in Europa.
In seguito alla notizia del nuovo rinvio dell’Ipo, la società ha guidato al ribasso il listino di Hong Kong, chiudendo in calo del 2,57% a 73,95 dollari di Hong Kong.