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TDT: la Ue a favore di standard aperti e sostegni agli investimenti. Italia e Gran Bretagna esempi di maggior successo

Europa


Italia al di sopra della media europea per quanto riguarda la diffusione della Tv digitale. E’ quanto emerge da una tabella diffusa dalla Commissione europea che esamina lo sviluppo del digitale nell’Ue dei 25.

L’Italia vanta un tasso del 26,9% (dati aggiornati a giugno 2005), mentre il resto dei Paesi Ue presenta una media del 23,7%.

In questo contesto, l’Italia risulta al quinto posto rispetto al resto dei Paesi membri, una bella posizione tenendo conto dei Paesi che la precedono.

La Gran Bretagna (63,5%) si piazza al primo posto in Europa per la diffusione della tecnologia digitale. Segue l’Irlanda (38,1%), la Svezia (28,9%) e la Finlandia (28,6%).

Le altre due grandi economie europee, Francia e Germania, si attestano rispettivamente al sesto posto (25,3%) e nono (17,1%).

Stando ai dati diffusi dall’Esecutivo Ue, che fanno sempre riferimento al giugno 2005, gli abbonati al digitale satellitare in Italia sono stati 3.318.000, quelli al digitale terrestre invece sono stati 2.500.000.

 

La Commissione Ue sottolinea l’importanza di effettuare il passaggio alla Tv digitale. “Voglio accelerare l’introduzione della televisione digitale in Europa” sottolinea nel comunicato Viviane Reding, Commissario europeo per la Società dell’Informazione e i Media.

 

Bruxelles non ritiene necessaria l’adozione di uno standard unico per lo sviluppo della Tv digitale in Europa e individua nell’Italia e nella Gran Bretagna gli esempi di maggior successo, grazie all’adozione di standard aperti, rispettivamente MHP e MHEG-5, nella diffusione del digitale terrestre.

Lo standard MHP, in particolare, è il protocollo grazie al quale il ricevitore della Tv digitale comunica con le stazioni televisive.

Il successo dello standard MHP in Italia è dovuto, secondo la Commissione Ue , all’accordo volontario concluso tra le emittenti, agli aiuti del Governo per i ricevitori interattivi e la definizione di standard comuni.

Gli aiuti pubblici hanno permesso di “colmare la differenza di prezzo tra i prodotti MHP e quelli più economici, ma privi di funzionalità interattive” e di “realizzare economie di scale e significative riduzioni di prezzo”. I prezzi dei ricevitori digitali interattivi infatti sono scesi sotto i 100 euro.

 

Quanto ai singoli Paesi, oggi in Europa vi sono 47 milioni di decoder digitali, di cui 26 milioni si basano su interfacce applicative standardizzate (Api) e di questi, 4 milioni lo standard MHP.

 

“In Italia sono presenti oltre 2 milioni di ricevitori MHP – scrive la Commissione – ma i servizi interattivi hanno tardato a svilupparsi”, spesso per il banale problema “di non disporre sempre di una presa telefonica accanto all’apparecchio televisivo”. Inoltre, fanno notare da Bruxelles, “durante il periodo di transizione (dall’analogico al digitale), lo spettro di radiofrequenze disponibili è estremamente limitato”.

Quindi, se l’Italia fa da apripista nell’adozione di standard tecnici, l’idea di prenotare una visita medica attraverso il televisore rimane per ora una chimera. “Nonostante ciò – si legge nel documento – le autorità italiane intendono utilizzare la televisione interattiva quale piattaforma principale per la fornitura di servizi ai cittadini”.

 

 “E’ una buona notizia che l’interoperabilità non è più il maggior ostacolo per la Tv interattiva”, ha dichiarato la Reding. “Questi sviluppi di successo dimostrano come la flessibilità e il consenso tra gli attori del mercato può portare a una vera interoperabilità e generare economie di scala che inducano la riduzione dei prezzi”.

Bisogna inoltre incoraggiare gli investimenti e promuovere la libertà di Innovazione dell’industria.

L’orientamento della Ue è quello di favorire il libero sviluppo di standard interoperabili e compatibili, ritenendo che “questo mercato dinamico sia servito meglio da iniziative di standardizzazione volontarie e guidate dall’industria”.

La definizione di protocolli diversi, ma compatibili tra loro, sarà lasciata agli accordi volontari tra Imprese.

 

In questo senso, la Commissione ha avviato una serie di iniziative volte a promuovere la cooperazione internazionale nel campo della ricerca, dello sviluppo e della standardizzazione della Tv digitale. In futuro queste collaborazioni potrebbero estendersi anche agli standard di Tv digitale e produzione di programmi televisivi.

 

A oggi, però, la crescita dei servizi di Tv interattiva in Europa è stata più lenta del previsto. La Commissione ritiene che i modelli economici devono ancora evolversi e che sono necessari maggiori investimenti prima che possano generalizzarsi delle pratiche come, per esempio, la fornitura dei servizi amministrativi online distribuiti attraverso la televisione.

E’ il motivo per cui la Commissione ha pubblicato, nel maggio del 2005, una Comunicazione – COM(2005) 204 – che riguarda l’accelerazione del passaggio al digitale, che proponeva agli Stati membri il 2012 come data ultima per il passaggio alla televisione digitale e il definitivo spegnimento del segnale analogico.

 

 

Comunicazione della Commissione sul riesame della situazione relativa all’interoperabilità dei servizi di televisione digitale interattiva ai sensi della comunicazione COM(2004) 541 del 30 luglio 2004

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