Italia
L’alta definizione. Uno dei nuovi orizzonti della televisione, per l’evoluzione delle tecnologie e dei contenuti digitali. Questo l’argomento trattato al convegno “L’Alta Definizione: nuova frontiera nell’offerta di contenuti digitali” organizzato ieri dalla FUB e dall’Isimm in collaborazione con HD Forum Italia.
Entrando nel merito dell’argomento Enrico Manca, presidente Isimm, ha subito sottolineato come “Il mercato mondiale sai caratterizzato oggi da spinte apparentemente contrapposte: da un lato la miniaturizzazione degli schermi e la personalizzazione della fruizione, dall’altra la diffusione degli schermi di grande dimensione per l’alta definizione e la fruizione di tipo personale”. Spinte che si stanno verificando anche in Italia, “dove per altro di alta definizione si è cominciato a parlare negli anni ’70 e dove HD Forum Italia sta cercando di coordinare l’azione di tutti gli attori coinvolti per favorire scelte di politiche industriali condivise in termini di politica, di regolamentazione, broadcasting, politica e produttori”.
Subito dopo Manca è intervenuto Massimo Fichera, vicepresidente dell’Isimm, parlando di un “sistema televisivo ormai maturo che arriva al cambio di pelle digitale”, anche grazie alla ripresa del progetto dell’alta definizione che era già stato avviato in Italia dalla Rai negli anni ’80. E’ necessaria una stretta collaborazione tra industria e broadcasting, come è stato fatto in Giappone: in Europa, infatti, nonostante la nascita di standard comuni di televisione è mancato un indirizzo preciso per l’alta definizione. Ora le sperimentazioni sono davvero tante e l’Europa riprende l’alta definizione, anche se rimane il rischio di battersi negli “egoismi” dei soggetti interessati, ovvero i broadcaster e l’industria, e occorrono iniziative come quella della FUB che si occupa di un complessivo coordinamento di tutta l’industria del settore.
Paolo Dalla Chiara, presidente di SatExpo, ha messo in evidenza come “il digitale permette di comunicare con un passo più spedito e la prospettiva di crescita dell’HD in Europa è assolutamente attendibile, come dimostrato dal fatto che molti canali europei, da Canal Satellite a Premiere ed altri, cominciano già a trasmettere in HD. E’ con l’offerta di questi nuovi contenuti che si dà il via al mercato. L’alta definizione è ormai un processo irreversibile: alcuni produttori hanno già iniziato a produrre solo schermi in HD e la produzione massiccia porterà alla diminuzione dei prezzi. SatExpo è molto attiva nella promozione dell’alta definizione e ha siglato un accordo con la Rai per delle trasmissioni in alta definizione di contenuti in alcuno punti. Siamo convinti che l’HD farà fare qualche passo in più al mercato”.
Giacomo Mazzone dell’EBU ha proposto, invece, un quadro più dettagliato dello stato dell’alta definizione in Europa: “l’alta definizione è ormai inevitabile e c’è ormai una confluenza di interessi di tutti i maggiori attori della catena del valore del broadcasting. Per la prima volta si verifica la convergenza di interessi dei settori del mercato che è necessaria per l’avvio dell’HD e che mancava negli anni ’80. Per la fine del 2006 ci saranno circa 20 canali che trasmetteranno contenuti in HD“. Non mancheranno canali americani che cercheranno di affermarsi in Europa e già canali come MTV, ESPN, National Geographic, Discovery Channel hanno lanciato la propria offerta in HD.
In Gran Bretagna, la BBC è pronta a lanciare l’HD con finestre di 2-3 ore già nell’anno in corso ed è previsto un canale sperimentale sulla piattaforma di TDT di Freeview.
Ma gli utenti sono pronti per le nuove offerte?
I dati delle prime indagini sembrano confermare un certo interesse, con valori del 10% degli utenti interessati in Gran Bretagna e del 17% in Germania e le previsioni della penetrazione dei ricevitori per l’alta definizione parlano di 25 milioni di famiglie equipaggiate per il 2008.
Dopo i dati dell’alta definizione in Europa, Sebastiano Trigila, coordinatore del Progetto Televisione Digitale della FUB e coordinatore dell’HD Forum Italia ha spiegato gli aspetti tecnologici legati all’alta definizione, illustrando gli scenari di fruizione dell’alta definizione, dai dispositivi di rete alla fruizione di media off-line, dettagliando poi i vantaggi dell’HD, dalla qualità dell’immagine alla fedeltà nella riproduzione del colore, dall’audio con qualità CD alle nuove prospettive nel mondo della produzione. “L’HD è ormai inevitabile – ha affermato Trigila – perchè è partito un processo di transizione con la Tv digitale, grazie all’evoluzione dei display piatti, all’evoluzione dei media off-line, alle attività dei broadcaster per intercettare la domanda di HD. E’ partito un processo di transizione che porterà alla generalizzazione dell’offerta di contenuti in HD e a partire dal 2007 le trasmissioni televisive in Giappone saranno tutte in HD, mentre dal 2010 anche tutta la produzione BBC sarà in HD”. Se il trend di crescita mostra chiaramente che il settore è trainato in primo luogo dagli USA e dal Giappone, seguiti dal Canada, Corea e Cina, mentre l’Europa occupa soltanto la 3a posizione, il nostro continente sta recuperando, grazie all’inversione di tendenza del mercato dei display nel 2004 che inizia a crescere. A fine 2005, erano stati venduti in Italia un milione di flat panel.
Trigila ha poi presentato le tecnologie relative all’alta definizione e ha illustrato i punti della missione dell’HD Forum Italia: “La collaborazione precompetitiva tra gli attori e l’armonizzazione delle scelte tecniche, la promozione della produzione di contenuti HD, la promozione della diffusione di apparati, la protezione dei contenuti digitali, una Roadmap per l’introduzione della HDTV sulle diverse piattaforme, la collaborazione dell’HD forum con altri Paesi, il coordinamento con organismi europei e di standard di interattività con l’HDTV“.
Dai primi interventi è emerso che cominciamo ad avere schermi piatto e grandi con immagini di qualità e avremo sempre più contenuti, ma l’alta definizione non sarà soltanto questo. Sarà anche “creatività”, come ha aggiunto Guido Salerno, presidente della FUB e membro dell’Advisory Board di Key4biz, che ha moderato la tavola rotonda sul tema dell’alta definizione come mezzo per una nuova esperienza televisiva. “Non stiamo parlando solo di struttura delle reti, ma anche di una ripresa della creatività. Il digitale cambia il modo di fare cinema e televisione, grazie a nuovi strumenti, come ad esempio le telecamere digitali e contenuti nuovi, che permettono di abbassare i costi di realizzazione che spesso hanno costituito il principale freno dell’inventiva”.
“Il mercato dell’alta definizione è una realtà, visto che il satellite fornisce già dei contenuti in HD, anche se a creare il mercato sono i contenuti e l’offerta di set top box. I mondiali di calcio in Germania rappresenteranno un momento di transizione tra lo stato attuale e il lancio di servizi“, ha affermato Antonio Arcidiacono di Eutelsat.
“Ma l’alta definizione è un mercato complesso che ha rapporti con i contenuti, le reti e tutta la catena del valore – ha aggiunto Luigi Rocchi della Rai – Quali opportunità per l’HD? L’HD rappresenta già un’opportunità per il satellite e tra qualche anno, nel 2010 -2012 anche per la TDT , quando gli schermi di 30 pollici avranno raggiunto una consistenza di cinque milioni (…). Vanno riviste le politiche adottate in passato, che hanno drogato il mercato: basti pensare che in futuro i decoder per la Televisione Digitale Terrestre in Alta Definizione renderanno antiquati i decoder che oggi sono stati comprati con le sovvenzioni statali“.
Alessandro Corsi di Fastweb ha iniziato il suo intervento con un parallelo tra digitale e HD: “sull’Economist dell’anno scorso c’era in copertina l’immagine del David di Michelangelo messa in contrapposizione con l’immagine dell’esercito di terracotta di Xian, a simboleggiare la qualità contro la quantità. Oggi la contrapposizione può essere quella tra il digitale, così diffuso in America, e l’Alta Definizione, ma le prospettive sono diverse: sembra, infatti, che qualità e quantità potranno trovare un compromesso grazie agli standard condivisi e alla neutralità tecnologica. Inoltre, per incentivare la diffusione dell’Alta Definizione occorre operare sul piano comunitario e continuare con l’innovazione. Fastweb, in quanto ultima arrivata sul mercato, ha sempre fatto innovazione prima con il Dolby Surround e poi introducendo i video on demand: l’Alta Definizione è un ulteriore passo in questa direzione”.
Per Manlio Cruciatti di Mediaset “L’Alta Definizione passa necessariamente attraverso i 16:9 ed è l’evoluzione naturale dell’attuale televisione. I Set Top Box e gli standard, che oggi sembrano presentare problemi, saranno presto affrontati e risolti: ciò che preoccupa è, invece, la scarsa disponibilità di frequenze che probabilmente verrà definita con lo switchoff. Un problema che sembra, invece, essere più preoccupante è quello della qualità degli schermi piatti oggi disponibili sul mercato: tolti un paio di modelli, il resto sono tutti di qualità bassa”.
Più che la disponibilità di decoder e televisori per l’HD occorre, piuttosto, sollecitare i servizi. È quanto sostenuto da Bianca Papini di Telecom Italia: “Telecom Italia approccia l’Alta Definizione sia dal punto di vista della televisione tradizionale che da quello dell’IPTV, della rete fissa. Si rende sempre più necessario fissare non tanto le regole quanto i tempi delle regole: da questo punto di vista l’Italia è avanti e lo switch-off nelle due regioni della Sardegna e della Valle d’Aosta procede bene. Il punto è, però, che ad oggi ancora si parla di dispositivi HD Ready, ovvero di dispositivi predisposti all’Alta Definizione, mentre si dovrebbe invece cominciare a parlare di HD On. Telecom, infatti, si propone di arrivare ad un’offerta On Top per l’IPTV da proporre sul mercato già nel 2006”.
Per Antonio Sassano dell’Università di Roma La Sapienza, al fine di ben introdurre l’HD, è necessaria una corretta gestione del piano di transizione verso la Tv digitale: “Tra i problemi che attualmente si pongono parlando di Televisione Digitale Terrestre ci sono il fatto che essa deve convivere con l’Alta Definizione, che costituisce il futuro sia per quanto riguarda i contenuti che la ricezione ed il fatto che su di essa è stata costruita la strategia politica delle frequenze e del pluralismo”. Occorre, dunque, evitare un piano di transizione veloce e predisporre un piano di aiuti finanziari alla fine del processo, prevedibilmente verso il 2012, per gli utenti più reticenti.
Se per la diffusione dei servizi è necessaria la diffusione dei ricevitori, i produttori hanno un ruolo determinante per la diffusione delle nuove piattaforme di televisione e per l’alta definizione. Fernando Parisi di STMicroelectronics ha, a questo proposito, ribadito come i produttori abbiano lavorato “alla semplificazione dei decoder per l’HD e come la domanda crescente abbia favorito l’abbattimento dei costi”.
“E’ proprio il problema dei costi il grande limite dell’alta definizione, – ha continuato Benito Manlio Mari di Sony – anche se ora le cose stanno cambiando e per i sistemi di produzione dei contenuti per l’HDTV si è arrivati ad appena il 25-30% in più che per quelli SD.”
Inoltre, come ha poi aggiunto Roberto Lisot, “Philips è impegnata nella produzione di apparecchi sempre più innovativi e il 30% dei televisori prodotti sono HD ready, ma il punto fondamentale per lo sviluppo dell’HD resta la collaborazione con i broadcasters”.
Carmen Gerardi di Sagem ha, poi specificato che “le soluzioni hardware non sono più un problema e Sagem ha cominciato a distribuire decoder MPEG 4 in SD in Francia dal mese di novembre 2005 ed ora è pronta per l’alta definizione, ma oltre alla disponibilità di decoder occorrono iniziative come quella dell”HD Forum per trasmettere al consumatore la conoscenza delle tecnologie”.
“L’HD conquisterà grandi numeri solo con la televisione terrestre, ma con una transizione graduale”, ha previsto Michele Gironda di ADB, precisando che ADB ha già distribuito in Italia 1,5 milioni di decoder MHP.
“Anche Tele System è pronta a produrre decoder per l’alta definizione” secondo quanto ha detto Flavio De Poli, ma ci deve essere un mercato di riferimento che non può essere solo pay, come nel caso del satellitare che è un mercato verticale in cui Sky distribuisce i propri decoder in comodato e rende impossibile la commercializzazione di decoder alternative il mercato del satellite free non è abbastanza attrattivo per mancanza di contenuti.
Roberto Cusani dell’Università di Roma La Sapienza, infine, ha sottolineato il ruolo cruciale della ricerca per la creatività e l’evoluzione delle tecnologie moderne, che devono rispondere sempre più all’esigenza di gestire flussi di dati nell’ambiente domestico, con progetti che sfruttano le potenzialità della larga banda.
Nell’ambito del convegno, è stata proposta una proiezione in alta definizione ed è stato allestito uno spazio demo cui hanno contribuito vari operatori. (Quadro sinottico dei contributi)
L’Alta Definizione: nuova frontiera nell’offerta di contenuti digitali
Sebastiano Trigila – Coordinatore HD Forum e FUB
1° febbraio 2006