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eGov: carta d’identità elettronica un progetto da rivedere, ma per le smart card siamo i primi in Europa

Italia


La carta d’identità elettronica (CIE) “è un progetto di per sé positivo, ma che non ha viaggiato come avremmo voluto”. E’ il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ad ammettere che di CIE “ne sono state emesse soltanto due milioni, quando avremmo potuto averne molto di più”. Insomma si tratta di un progetto “che va rivisto”.

A margine della Conferenza “Il futuro dell’economia digitale“, organizzato a Roma su iniziativa dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) e del MIT, Stanca ha ammesso le difficoltà incontrate dal progetto dovute alla “complessità e ai costi”.

 

Lanciata nel 2001, ma con la fase operativa di sostituzione del documento cartaceo iniziata a partire dallo scorso gennaio, la carta d’identità elettronica non è ancora decollata. Riguardo ai fattori che hanno rallentato il progetto, fra cui l’attribuzione degli appalti per la realizzazione delle carte, Stanca ha precisato che la diffusione della carta non è di competenza del ministero dell’Innovazione, e “comunque non è stata rallentata la disponibilità di servizi offerti su Internet dalle pubbliche amministrazioni”.

 

Oggi – ha precisato il ministro – oltre 4.000 enti della pubblica amministrazione sono online e per modernizzare questo sistema abbiamo speso un miliardo e mezzo di euro”.

Per quanto attiene in generale le smart card, come la “carta nazionale dei servizi“, per esempio, con 9,3 milioni di esemplari diffusi, l’Italia “è al primo posto in Europa” mentre la firma digitale è stata adottata da 2 milioni di cittadini.

 

I numeri rivelano che la maggior parte degli uffici anagrafe dei Comuni sono “impreparati” alla diffusione della CEI, visto che il 50% dei capoluoghi di regione non eroga la carta.

A monitorare il servizio su 20 capoluoghi di regione, è il Movimento Difesa del Cittadino, che sottolinea come a Venezia, Firenze, Roma, Campobasso, L’Aquila, Bari, Palermo e Cagliari il servizio non sia attivo e si continuino a erogare i documenti cartacei tradizionali.

 

A Torino, afferma l’movimento, il nuovo documento elettronico viene invece rilasciato solo per i nati fino al 1991. Quanto ai costi ci sono notevoli disparità “perché si va dalla gratuità di Aosta, Genova, Potenza, ai 5,42 euro di Milano, Trento, Trieste, Napoli e Catanzaro e al massimo dei 10 euro di Perugia“.

La carta d’identità elettronica, afferma il presidente dell’associazione, Antonio Longo, “ancora non decolla anche per la mancanza dei supporti magnetici, la cui fornitura è stata a lungo oggetto di contesa tra Poligrafico dello Stato e altri soggetti”.

 

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