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Microsoft: meglio i telefonini dei pc da 100 dollari per superare il digital divide

Mondo


Da quando Nicholas Negroponte ha svelato al mondo il suo sogno di fornire Pc a basso costo ai bambini poveri, molti sono rimasti stupiti del silenzio di Bill Gates che pure, dopo l’informatica, ha fatto della filantropia la sua ragione di vita, tanto da venire eletto dal Time, con sua moglie Melinda, ‘buon samaritano’ del 2005.

 

Il silenzio è stato rotto in questi giorni e il colosso di Redmond è finalmente entrato nel merito del progetto $100 laptop, andando ‘contro’ il progetto e spiegando che ci sono alternative più fattibili ed economiche di un Pc per alfabetizzare i bambini del Terzo Mondo: ad esempio, un cellulare che, collegato a una Tv e a una tastiera funzionerebbe proprio come un computer.

 

Microsoft, che non ha concesso a Negroponte l’inclusione gratuita dei software Windows nei suoi Pc, ha svelato il prototipo del telefonino al Consumer Electronics Show di Las Vegas, definendolo l’alternativa meno costosa per realizzare il sogno alla base del progetto di Negroponte.

 

Partendo dal presupposto che nei Paesi emergenti presto “tutti avranno un cellulare”, il chief technology officer di Microsoft Craig J. Mundie, ha sottolineato come il progetto della compagnia richiede semplicemente l’aggiunta al telefonino di un adattatore per collegarsi alla Tv e di una tastiera.

 

Si tratta, ovviamente, soltanto di un progetto senza nessuna scaletta per la sua realizzazione, ma Microsoft ha spiegato che simili iniziative sono state incoraggiate in passato con la costruzione di prototipi per i produttori di sistemi di elettronica di consumo.

 

Per molti, tuttavia, la sortita di Microsoft, che certo non ha mai lesinato fondi per scopi umanitari, è legata al fatto che Negroponte ha deciso di dotare i suoi Pc da 100 dollari di software open source e non proprietari.

Per questo, la società si è sempre dimostrata scettica sull’intero progetto: “Amiamo quello che Nick (Negroponte) sta cercando di fare, ma abbiamo diverse riserve sulla sostenibilità di questo approccio”, ha spiegato Mundle.

 

Intanto, dopo aver commissionato a Quanta la produzione dei Pc a basso costo, Negroponte ha riscosso il sostegno di 7 Paesi – Tailandia, Egitto, Nigeria, India, Cina, Brasile e Argentina – che hanno stanziato fondi per 700 milioni di dollari per acquistare 7 milioni di Pc.

Il progetto One Laptop Per Child ha anche ricevuto il beneplacito delle Nazioni unite che hanno incluso lo sviluppo delle tecnologie e delle risorse per finalizzare il progetto nell’ambito del programma di sviluppo.

 

I laptop da 100 dollari, dopo mesi di infruttuose trattative sia con Microsoft che con Apple, saranno basati sul sistema operativo aperto Linux, saranno dotati di acceso Wi-Fi, porte USB e manovella per generare corrente, indistruttibili e “così simili agli attuali laptop da esserne quasi indistinguibili”, pur dovendo ammettere che le macchine avranno un processore un po’ più lento e una più modesta capacità di memoria.

 

“Ho scelto l’Open source perché è meglio avendo a disposizione almeno 100 milioni di programmatori”, ha spiegato Negroponte che, per chi non lo sapesse è fondatore del Massachusetts Institute of Technology e siede nel board di Motorola.

 

Negroponte ha anche riferito di aver lavorato assieme ai ricercatori del Media Lab del MIT, a un telefonino in grado di proiettare lo schermo di un Pc sulla parete, mentre la proiezione di una tastiera avrebbe permesso di digitare come se si trattasse di un vero e proprio computer, ma i ricercatori sono giunti alla conclusione che quella del Pc era un’idea migliore.

 

Alcuni osservatori hanno poi sollevato dubbi sulla sostenibilità del progetto a causa dei costi eccessivi dei collegamenti Internet nei Paesi in via di sviluppo, che possono arrivare anche a 50 dollari al mese.

Questo problema, spiega Negroponte, si può ovviare ricorrendo alle reti mesh, che permettono a un numero massimo di mille computer di condividere un unico collegamento.

 

È di stamani, intanto, la notizia secondo la quale la Commissione europea non sia ancora soddisfatta dopo la decisione di Microsoft di offrire in licenza il codice sorgente Windows Server relativamente alle tecnologie oggetto della Decisione Ue del marzo 2004.

 

E così, in base a quanto trapelato da fonti vicine alla compagnia, alcuni rappresentanti dell’Unione europea si sono recati a Redmond per esaminare più a fondo i diversi aspetti della ‘concessione’, che dovrebbe permettere alla concorrenza di sviluppare applicazioni in grado di interagire con i client Windows come fa Windows Server.

 

Se la Ue ritenesse ancora inadeguate le informazioni fornite, Microsoft rischierebbe fino a 2 milioni di euro al giorno di multa, per non aver rispettato le imposizioni dell’Antitrust.

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