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Mercato delle comunicazioni: Landolfi presenta i risultati dell’azione di governo. Radio e televisione il segmento più solido del Sic

Italia


Il Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) vale 23,9 miliardi di euro. Per la prima volta il Governo pubblica una valutazione delle risorse del mercato delle comunicazioni, introdotto dalla legge Gasparri come paniere sul quale si calcola il tetto antitrust del 20% che nessun soggetto può superare.

Si tratta della prima stima ufficiale relativa al 2004 e contenuta in un dossier di 30 pagine, “Un’Italia moderna – Risultati dell’azione di governo“, presentato al Consiglio dei Ministri da Mario Landolfi.

il ministero traccia i risultati dell’azione di Governo, con un quadro, aggiornato, di stime e dati su valore e crescita delle diverse tecnologie. Il Sic “Stabilisce un limite anticoncentrazione nel settore dei media il cui calcolo, per quanto complesso, è assolutamente possibile e fattibile”, si legge nel documento. E’ una replica alle critiche di difficile applicazione dei criteri previsti dalla legge.

 

In base alle cifre elaborate dal Centro studi della Fondazione Bordoni, il segmento più solido del Sic è rappresentato da radio e televisione (7.782 milioni), seguite da stampa quotidiana e periodica (7.477 milioni). Poi le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi (3.061 milioni); l’editoria annuaristica e elettronica, anche via Internet (2.299 milioni); il cinema (1.550 milioni); sponsorizzazioni (1.187 milioni); infine la pubblicità esterna (628 milioni).

 

La Tv digitale – si legge ancora nel Rapporto – ha raggiunto nel 2005 una diffusione del 32% (nel 2003 era al 13,6%). Il 23,6% delle famiglie ha un’antenna parabolica, il 16% un decoder per il digitale terrestre, il 15,5% un abbonamento satellitare.

Si punta sul digitale terrestre, che “serve a incrementare il pluralismo“: se “50 anni di Tv analogica hanno prodotto 12 concessioni nazionali”, con la nuova tecnologia “2 anni di digitale hanno già realizzato 28 canali nazionali e oltre 100 multiplex in ambito locale”.

La nuova tecnologia di trasmissione, che sostituirà il segnale analogico a fine 2008 (a luglio 2006 nelle regioni apripista, Valle d’Aosta e Sardegna), ha raggiunto una copertura del 75% della popolazione, con 6 multiplex nazionale;

In particolare, nel 2005 la copertura della Tv digitale terrestre (TDT) ha raggiunto il 75%, 2,33 milioni di Incentivi erogati nel 2005 (800mila nel 2004) hanno spinto l’acquisto di decoder fino ad arrivare a un numero complessivo di 3,8 milioni (erano un milione nel 2004). Più lento l’aumento del numero di decoder per la Tv satellitare: 3,1 milioni nel 2004, 3,6 milioni nel 2005.

 

Il Rapporto fa anche il punto su banda larga, digitale terrestre e telefonia mobile di terza generazione. Emerge una crescita per i consumi delle famiglie nel settore comunicazioni: +7,9% nel 2004, a 26,026 miliardi.

Il numero di accessi alla banda larga su rete fissa è cresciuto tra il 2004 e il 2005 del 48,94%, passando da 4,7 milioni del dicembre 2004 ai 7 milioni stimati per il dicembre 2005. In testa alle tecnologie di accesso, c’è l’Adsl con il 93,7%; seguono la fibra (3,6%) e il satellite (2,6%). In prospettiva, come “nuove opportunità per le Imprese”, il Rapporto mette in evidenza le possibilità di sviluppo legate al decreto Landolfi per la copertura Wi-Fi. Intanto, i luoghi di accesso a Internet senza fili sono passati da 1.093 del dicembre 2004 e 1.589 di fine 2005.

 

Oltre a tutti gli interventi normativi che hanno fortemente inciso sulle regole, il Rapporto di Landolfi ricorda che il ministero “é intervenuto a sostegno della domanda di nuovi collegamenti in banda larga introducendo Incentivi che hanno comportato una spesa di 87 milioni“. E che “sono state introdotte anche misure a sostegno dell’offerta, come la costituzione di Infratel Italia, gruppo Sviluppo Italia per realizzare infrastrutture “strategiche e neutrali di banda larga nel Mezzogiorno”, contando su stanziamenti Cipe di 230 milioni.

 

Nel settore della telefonia mobile, gli utenti della tecnologia di ultima generazione Umts nel 2005 sono aumentati del 205%, sfondando gli 8 milioni e mezzo (8.527.000). Nella telefonia fissa il numero di linee in unbundling, che rappresenta la misura del mercato degli operatori alternativi a Telecom Italia (contando gli accessi alle centrali telefoniche dell’ex-monopolista) è salito a ottobre 2005 a 1,163 milioni (695mila a luglio 2004). L’aumento, per il ministero, “è indice di un mercato competitivo e liberalizzato“.

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