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World Economic Forum: passi notevoli per colmare il digital divide, ma i costi restano proibitivi

Mondo


Presenti al World Economic Forum di Davos (25-29 gennaio 2006), Craig Barett e John Chambers, rispettivamente presidenti di Intel e di Cisco Systems, sottolineano i progressi fatti nei Paesi in via di sviluppo per superare il digital divide. Nella giornata di apertura di questo importante incontro internazionale è emerso un segnale positivo, pare che si stiano facendo passi notevoli per eliminare la frattura digitale che separa i Paesi ricchi da quelli poveri.

 

Craig Barrett, a capo del colosso americano dei chip, ha fatto riferimento al caso di una ragazza dello Sri Lanka che commercializza i prodotti del proprio lavoro grazie a Internet. E diversi casi come questi esistono in tanti altri Paesi.

Il fatto, poi, che alcune grandi società, da Intel a Microsoft, abbiano lanciato programmi per sostenere lo sviluppo digitale di queste regioni del mondo evidenzia una mobilitazione in questa direzione e spiega ulteriormente l’ottimismo di Barrett.

 

Sulla stessa linea John Chambers, presidente di Cisco, azienda leader nella fornitura di networking per Internet.

“Da due anni a questa parte ci chiedevamo se i governatori dei Paesi in via di sviluppo avessero la reale intenzione di accelerare sullo sviluppo tecnologico. Adesso abbiamo la conferma. Resta da regolamentare la questione dei tempi e la complessità dei sistemi“, ha commentato Chambers.

 

Le speranze dei big dell’hi-tech sono condivise anche dai decisori di queste regioni. Antonio Fernando, Ministro dell’Industria e del Commercio in Mozambico, ha parlato degli sforzi del Paese nell’ambito delle tecnologie destinate a migliorare il sistema scolastico, ritenuto dai più come la chiave di ingresso per il mercato mondiale del digitale, in particolare, ma non solo, per formare gli insegnanti.

 

Questo slancio di ottimismo si è tuttavia scontrato con alcune problematiche. Un alto dirigente egiziano, ex numero due della Banca mondiale, ha lamentato i costi proibitivi per dotarsi delle tecnologie in alcuni Paesi in via di sviluppo. In particolare per quanto riguarda le connessioni Internet.

Si tratta di una questione più volte evidenziata, tenuto conto dei miliardi da investire in questo settore. Tanto che Antonio Fernando ha ricordato che non si tratta solo di costruire le reti, ma quanto di spendere notevoli somme per conservarle e mantenerle. Risultato, a parte l’ottimismo, ci vorrà ancora del tempo, volendo essere realistici, prima che il digital divide sia colmato.

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