Primo Messaggio di Papa Ratzinger ai giornalisti: i progressi tecnologici nel campo dei media hanno vinto il tempo e lo spazio

di Raffaella Natale |

Italia


Benedetto XVI

“La partecipazione ai media nasce dalla loro stessa natura, come bene destinato a tutte le genti”. E’ quanto dichiarato stamani da Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 40esima Giornata delle Comunicazioni Sociali diffuso nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il Papa ha sottolineato come il sistema dei media debba aiutare i popoli a costruire pace e solidarietà, partendo dalla loro essenza di servizio pubblico.

Il Papa rivolge un appello ai mass media a “essere responsabili”, “protagonisti della verità” e “promotori della pace”. Nel messaggio, Papa Ratzinger si concentra sul ruolo che spetta al settore: “illuminare le coscienze degli individui e aiutarli a sviluppare il proprio pensiero non è mai un impegno neutrale”.

 

L’industria dei media, sottolinea Benedetto XVI, non può “essere rivolta unicamente al guadagno” perdendo così di vista il senso di responsabilità nel servizio al bene comune. “Pertanto, occorre sempre – scrive il Papa nel Messaggio – garantire una accurata cronaca degli eventi, una esauriente spiegazione degli argomenti di interesse pubblico, una onesta presentazione dei diversi punti di vista”. E ancora: “la comunicazione autentica esige coraggio e risolutezza“. E’ una grande sfida educativa quella che spetta ai mass media ma anche ai giornalisti i quali con “determinazione” dovranno evitare nell’esercizio del loro lavoro di “indebolirsi sotto il peso di tanta informazione” o di “adeguarsi a verità parziali o provvisorie“. Piuttosto, invece, il ruolo di illuminare le coscienze e formare la pubblica opinione esige “la diffusione di quello che è il senso ultimo dell’esistenza umana, personale e sociale”.

 

L’appello di Benedetto XVI diventa ancora più forte quanto invita gli operatori dei media “a essere responsabili, protagonisti della verità“, considerando che “lo scambio di informazioni e idee possono essere contaminate dall’ambiguità“.

Occorre – prosegue il pontefice – garantire sempre un’accurata cronaca degli eventi, un’esauriente spiegazione degli argomenti di interesse pubblico, un’onesta presentazione dei diversi punti di vista”.

Per quanto riguarda i new media, il Papa ha dichiarato che “I progressi tecnologici nel campo dei media hanno vinto il tempo e lo spazio, permettendo la comunicazione istantanea e diretta tra le persone, anche quando sono divise da enormi distanze”. Ma, sottolinea ancora Papa Ratzinger, “questo sviluppo implica un potenziale enorme per servire il bene comune e costituisce un patrimonio da salvaguardare e promuovere”.

Benedetto XVI non nasconde però che “il nostro mondo è lontano dall’essere perfetto“. E spiega che ogni giorno verifichiamo che l’immediatezza della comunicazione non necessariamente si traduce nella costruzione di collaborazione e comunione all’interno della società.

Nel Messaggio, il Papa ha voluto ricordare i tre punti, individuati da Giovanni Paolo II, “indispensabili per un servizio finalizzato al bene comune: formazione, partecipazione e dialogo”.

“La formazione a un uso responsabile e critico dei media – spiega il nuovo Papa – aiuta le persone a servirsene in maniera intelligente e appropriata“. Questo perché “l’impatto incisivo che i media elettronici in particolare esercitano nel generare un nuovo vocabolario e immagini, che introducono così facilmente nella società, non sono da sottovalutare“.

 

I mass media dovranno anche “sostenere e incoraggiare” la vita famigliare e matrimoniale, fondamento “di ogni cultura e società”, presentando “modelli edificanti di vita e di amore”. “Proprio perché i media contemporanei configurano la cultura popolare” devono vincere “qualsiasi tentazione di manipolare soprattutto i giovani, cercando invece di educare e di servire”.

In collaborazione con i genitori, i mezzi della comunicazione sociale e le industrie dello spettacolo possono essere di sostegno nella difficile ma altamente soddisfacente vocazione di educare i bambini, presentando modelli edificanti di vita e di amore umano.

 

“Come ci sentiamo scoraggiati e avviliti tutti noi – ha aggiunto Ratzinger – quando si verifica il contrario! Il nostro cuore non soffre soprattutto quando i giovani vengono soggiogati da espressioni di amore degradanti o false, che ridicolizzano la dignità donata da Dio a ogni persona umana e minacciano gli interessi della famiglia?”

 

Il tema scelto da Papa Ratzinger per  la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà il 28 maggio prossimo è: “I media: rete di comunicazione, comunione e cooperazione”.

In quanto servizio pubblico, la comunicazione sociale esige uno spirito di cooperazione e corresponsabilità, sottolinea il Pontefice, con una scrupolosa attenzione all’uso delle risorse pubbliche e all’adempimento delle cariche pubbliche, compreso il ricorso a norme di regolazione e ad altri provvedimenti o strutture designate a tal scopo.

“Sono certo – commenta Benedetto XVI – che seri sforzi per promuovere questi tre punti aiuteranno i media a svilupparsi come rete di comunicazione, comunione e cooperazione, aiutando uomini, donne e bambini a diventare più consapevoli della dignità della persona umana, più responsabili e più aperti agli altri, soprattutto ai membri della società più bisognosi e più deboli”.

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