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Boom della musica digitale per il 2005. Il downloading legale sta arginando la pirateria? Rapporto IFPI

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Il 2005 è stato un anno eccezionale per la musica digitale. Le vendite via Internet e telefonia mobile si sono triplicate, registrando a livello mondiale 1,1 miliardo di dollari di fatturato. Questo è quanto emerge dal Digital Music Report del 2006 redatto dall’IFPI (International Federation of Phonographic Industry) documento che racchiude tutti i dati internazionali relativi al mercato della musica digitale.

 

L’iPod, il piccolo lettore digitale prodotto dalla Apple, è sicuramente uno dei driver della crescita del downloading legale. Le piattaforme online di musica, come l’iTunes Music Store, rappresentano il 60% del fatturato del settore, il restante 40% è realizzato grazie ai cellulari, in particolare alle suonerie.

Solo nel segmento della telefonia mobile, le suonerie originali e i singoli brani, hanno generato 400 milioni di dollari di ricavi.

Lo scorso anno sono state scaricate legalmente oltre 420 milioni di canzoni, venti volte in più rispetto al 2004, mentre il volume della musica licenziata dalle case discografiche, è più che raddoppiato superando i due milioni di brani.

 

Le vendite di musica digitale, totalmente insignificanti negli ultimi due anni, rappresentano oggi il 6% del fatturano totale del settore. Altro segnale importante relativo ai nuovi modelli di business è dato dal successo della telefonia mobile come veicolo per distribuire musica. In Italia, l’80% della musica digitale transita oggi su rete wireless con numeri consistenti. Il successo più recente in tale contesto è confermato dalla suoneria originale di Hung Up di Madonna, che proprio in questi giorni ha superato le 100 mila copie vendute.

 

L’industria discografica, che da tempo ormai è alle prese con una crisi delle vendite che si è aggravata dall’arrivo dei servizi peer-to-peer (P2P) come KaZaA, vede nei successi giudiziari degli Stati Uniti e dell’Australia, ma anche di altri Paesi, il segnale di un ritorno allo status quo ante. Cosa poco probabile visto che i giovani amano Internet, che diventa di giorno in giorno un canale sempre più importante di distribuzione. Bisognerebbe invece avviarsi su questa strada e promuovere il downloading legale. Cosa che sta già avvenendo, anche se non ancora nella giusta misura.

Gi esperti assicurano che per il 2006, numerosi servizi di filesharing si convertiranno al rispetto delle norme sul diritto d’autore, bloccando i file piratati che circolano sulle loro reti.

 

In ogni caso, con questa campagna per la legalità intrapresa dalle case discografiche sono state avviate azioni contro circa 20.000 utenti dediti allo scambio di file, risultato: il numero dei servizi di musica online è passato da 50 a 335 in soli due anni. La musica è driver dell’economia digitale fatta di attività che attraggono decine di miliardi di dollari, che pongono sfide importanti come quelle relative alla tutela della proprietà intellettuale, dove una maggiore cooperazione da parte dei service provider e delle società di telecomunicazione è necessaria per sviluppare definitivamente il mercato e ridurre la pirateria.

 

In Europa per esempio, i due più grandi mercati Gran Bretagna e Germania, secondo i dati IFPI, hanno registrato un considerevole aumento di download di brani in forma legale a scapito dello scaricamento di tracce in forma illegittima.

Solo i servizi legali come Rhapsody di RealNetworks, Napster e Yahoo! Music vantano 2,8 milioni di abbonati.

 

 

IFPI: 06 – Digital Music Report

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