TDT: la Rai arriva in Cina direttamente sul digitale

di Raffaella Natale |

Al via una partnership che punta ad approfondire lo scambio nella comunicazione

Italia


CCTv9

Verrà firmato venerdì 20 gennaio a Pechino l’accordo annuale tra  la Rai e la Tv pubblica cinese, dai consiglieri d’amministrazione Carlo Rognoni e Giuliano Urbani. L’intesa, che partirà dalla prossima primavera, prevede 3 ore di programmi italiani a settimana sulla Tv pubblica cinese, per un totale di 156 ore in un anno, con la possibilità di tre interruzioni pubblicitarie ogni volta che potranno raggiungere una platea di 340 milioni di famiglie, circa 1 miliardo di persone.

 

Questo accordo di cooperazione rientra nelle iniziative “Italia in Cina  2006 . Memorandum d’intesa siglato il 6 dicembre scorso tra il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, e quello cinese Sun Jiazheng, e comporterà anche la nascita nel nostro Pese di una canale in cinese, trasmesso sul digitale terrestre, si chiamerà CCTv9 (China Central Television), prevedrà programmi d’informazione però in lingua inglese, e andrà nel secondo multiplex Rai, quello che già ospita anche Sat 2000.

Come informa la Rai, i programmi italiani che verranno trasmessi in Cina saranno in lingua originale e poi tradotti o più realisticamente sottotitolati, e con le interruzioni pubblicitarie tutte italiane, serviranno a far conoscere i prodotti italiani a un così immenso target di telespettatori. Ricordiamo che CCTv è l’unico network nazionale cinese con 13 canali e un’audience di mezzo miliardo di spettatori.

 

L’intesa comprende una partnership anche sulla raccolta pubblicitaria: quella dei programmi italiani sul canale cinese sarà gestita dagli italiani e gli introiti, sotto i 3,5 milioni di euro, andranno alla Rai per il 70% e al 30% alla Cina. Situazione invertita per CCTv9 in Italia, mentre sopra la cifra dei 3,5 milioni di euro si passerà al 50% a testa.

 

Carlo Rognoni ha commentato: “E’ una grande possibilità per l’Italia creativa e rientra in un contesto importante come quello dell’anno di ‘Italia in Cina 2006’, che nasce su iniziativa del presidente della Repubblica Ciampi, e che si inaugura il 19 gennaio”. Per il consigliere Rai si tratta, comunque, “di buttare un seme che può produrre risultati in prospettiva”. E questo ovviamente in un mercato sterminato “e di fronte a un forte interesse da parte cinese per lo sviluppo digitale, anche in vista delle Olimpiadi del 2008. Non a caso hanno intenzione di far partire presto – ha aggiunto Rognoni – un bouquet di 17 canali satellitari in Europa di promozione dell’universo cinese, che si chiameranno ‘La grande muraglia’. Forte sviluppo nel settore dei media che vedrà anche l’arrivo in Cina di 87 canali sempre satellitari, mentre lavorano nell’alta definizione”.

 

D’altra parte, evidenzia Rognoni, c’é anche un forte interesse del resto del mondo per lo sviluppo nel mercato delle comunicazioni in Cina: “esiste anche un progetto dell’Ebu (che riunisce i servizi pubblici europei) di cui la Rai fa parte, che sta valutando la creazione di un canale multilingue satellitare in Cina”. “Insomma – spiega ancora il consigliere – va finalmente in porto un progetto che la Rai rincorre da molto tempo. Era stata la Annunziata, come presidente Rai, ad aprire una fase di trattative, che però erano naufragate vista l’impossibilità come dettava l’Autorità per le garanzie nelle comunicazionidi realizzare un canale digitale senza una gara pubblica, gara a cui la Cina non poteva partecipare. Così era naufragato tutto ma poi questa difficoltà si è superata visto che si è riusciti ad assegnare un canale attraverso l’asta solo a Sat 2000, e quindi grazie ai buoni uffici miei e del consigliere Urbani siamo riusciti ad arrivare a questo accordo“.

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