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Si terranno il 16 e 17 febbraio prossimi a Ginevra le prime consultazioni per l’organizzazione del Forum sull’Internet Governance (IGF), l’organismo che dovrà curare alcuni aspetti, marginali, della gestione della Rete.
Le consultazioni hanno l’obiettivo di identificare il raggio d’azione, le priorità, la struttura e il funzionamento del Forum, che non avrà comunque alcun ruolo di supervisione sugli aspetti tecnici e nelle operazioni di Internet, né sostituirà i meccanismi e le istituzioni attuali.
L’organismo, spiega l’ITU, avrà piuttosto il compito “di facilitare gli scambi di informazioni e best practice; agevolare la risoluzione delle questioni relative all’uso e all’abuso di Internet; identificare problemi emergenti e portarli all’attenzione delle istituzioni e, se opportuno, adottare raccomandazioni”.
La nascita del Forum – la cui prima uscita ufficiale è prevista per la prima metà di quest’anno ad Atene – è stata sancita nel corso dell’ultimo Summit mondiale sulla società dell’Informazione (WSIS) di Tunisi, come epilogo e compromesso di un lungo braccio di ferro tra gli Stati Uniti e il resto del mondo che ha rischiato di far saltare l’intero evento.
Al centro del contendere, il ruolo e le funzioni dell’Icann, organismo sotto il controllo del ministero del Commercio americano, creato nel 1998 con l’incarico della gestione internazionale dei nomi di dominio e delle questioni tecniche legate al Web.
Molti Paesi, tra cui la Cina e il Brasile avrebbero voluto che il WSIS fosse l’occasione giusta per porre fine allo stretto controllo degli Usa sull’ICANN, mentre l’Unione europea chiedeva la creazione di un Forum che garantisse l’equa partecipazione, l’interazione e la cooperazione dei governi, del settore privato e della società civile nella gestione, anche tecnica, della Rete.
Gli Usa, invece, sostenevano che una riforma della governance celava più che altro il desiderio di alcuni governi di controllare i contenuti trasmessi e di limitare la libertà di espressione sul Web. E hanno vinto, riuscendo infine a imporre lo status quo nella gestione tecnica e avallando, sotto l’egida dell’Onu, la creazione di un organismo multilaterale con un ampio mandato ma senza reali poteri.
Internet, hanno più volte ribadito i delegati americani al WSIS, “…è cresciuto sotto la supervisione e il controllo degli Stati Uniti. Si è sviluppato ed evoluto su principi basati sul mercato e sotto la leadership del settore privato”.
Nel caso in cui l’Internet governance fosse passata nelle mani dell’ONU o di qualche altro ente, avremmo rischiato “…di sacrificare la libertà e lo spirito d’impresa propri del Web, l’accesso alle informazioni, la privacy e la protezione della proprietà intellettuale da cui tutti abbiamo finora dipeso”, senza parlare poi del fatto che “…gli Usa avrebbero lo stesso controllo sulle informazioni di quei Paesi le cui politiche nazionali bloccano l’accesso alle informazioni, arrestano i dissidenti politici e mantengono strutture di comunicazione antiquate”.
Anche se il Forum non avrà funzioni decisionali, tutto il gran parlare che si è fatto per la sua creazione, spiega Nitin Desai – Consigliere speciale di Kofi Annan per il WSIS – è comunque servito a qualcosa.
Prima di tutto, “ad allontanare i governi dall’idea che Internet è soltanto un’applicazione telecom”, fino al riconoscimento “che la libertà di espressione e di comunicazione è centrale per il suo ulteriore sviluppo”.
“E’ assolutamente necessario comprendere – ha quindi aggiunto Desai – che la governance di Internet non riguarda il contenuto, ma la garanzia che chiunque sia connesso segua determinati protocolli in termini di gestione dei messaggi. Semplice”.