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L’esplosione mondiale del mercato dei televisori a schermo piatto, plasma e LCD, ha spinto i leader di queste tecnologie, Sharp e Matsushita, a investire maggiormente in questo settore e lasciarsi alle spalle i concorrenti meno agguerriti.
Il gruppo giapponese Matsushita (marchio Panasonic), numero uno sul mercato mondiale, ha annunciato l’apertura di una nuova sede per la produzione di schermi al plasma.
Il gigante dell’elettronica di Osaka, che punta al 40% del mercato mondiale dei televisori al plasma (stimato in 25 milioni di unità nel 2010), potrà contare su ben cinque sedi di produzioni di schermi.
Sharp, leader mondiale nel comparto dei televisori a cristalli liquidi (LCD), aprirà molto presto in Giappone una nuova industria di schermi, la più hi-tech del mondo, cosa che gli permetterà di aumentare di circa il 20% la produzione.
Obiettivo dei due gruppi: creare milioni di schermi delle più grandi dimensioni possibili (più di 40 pollici ), per dividere i costi e aumentare le performance tecnologiche.
Katsuhiko Machida, direttore generale di Sharp, sottolinea che l’intenzione non è solo quella di produrre i più grandi schermi LCD del mondo (2,16 x 2,40 m ), ma anche quella di farlo introducendo nuove procedure di fabbricazione e materiali rivoluzionari.
La società, che ha sofferto della crisi del mercato LCD, prevede che la seconda industria giapponese arriverà a produrre a pieno ritmo prima del marzo 2007, sette mesi in anticipo rispetto alla data prevista.
Ken Morita, direttore generale di Matsushita PDP Company (MPDP), ha spiegato: “Le nuove procedure che saranno messe in atto, consentiranno di migliorare la produttività e la qualità dei nostri schermi al plasma. Stiamo per lanciare l’equivalente di 8 schermi di 42 pollici , il più grande del mondo al moneto”.
L’aumento delle dimensioni degli schermi al plasma o LCD esige degli investimenti massicci, ma anche procedimenti complessi e altamente protetti, che i concorrenti non sono in grado di mettere in atto.
Sony, che si è inizialmente lasciato distaccare, conta di rimettersi in corsa, aumentando la produzione di schermi LCD attraverso la jointventure S-LCD detenuta con la sudcoreana Samsung, che punta allo stesso obiettivo. Stessa cosa per LG Electronics e Philips.
Per contro, le industrie che non sono nelle condizioni di investire centinaia di miliardi di yen nelle loro unità di produzione, sono stati costretti ad abbandonare il mercato, come Fujitsu Ltd, oppure ad assorbire altre piccole società per reggere la concorrenza. Ma quest’ultima strategia presenta dei rischi.
Pioneer, che ha rilevato l’attività plasma di NEC, non è talmente forte da far intimorire Matsushita, cosa che la obbliga a fare marcia indietro e bloccare alcune linee di produzione. Per continuare a investire bisogna avere una grossa stabilità finanziaria, cosa su cui tanti non possono contare.
Canon e Toshiba sperano di raggiungere Sharp e Matsushita grazie ai televisori basati su una tecnologia promettente. Si tratta del sistema SED (Surface conduction electron emitter display) che serve per realizzare schermi piatti (ultrasottili), destinati ai display di prossima generazione, con caratteristiche di alta definizione ed elevata qualità delle immagini. SED si basa su una tipologia di schermi piatti, che coniuga la tecnologia a emissione elettronica di Canon con la tecnologia CRT , nonché la produzione di massa per LCD e semiconduttori, di Toshiba. La produzione di largo consumo dei televisori con sistema SED dovrebbe iniziare proprio quest’anno.