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Il telefonino strumento vitale in caso di emergenza. Studio GSMA

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Il telefonino è ormai un gadget insostituibile: c’è chi non vuole ammetterlo, chi non riesce a staccarsene neanche in bagno.

Un nuovo studio, tuttavia, mette in evidenza come il cellulare, strumento a volte decisamente inopportuno, ha anche risvolti molto utili.

 

Secondo il report di Enlightenment Economics, il telefonino è diventato uno degli strumenti più utilizzati in caso di emergenza. Immediatamente dopo un disastro, le reti mobili registrano un enorme aumento del flusso di traffico che continua anche nei giorni successivi.

 

Lo studio dimostra, ad esempio, come il volume delle chiamate a Tamil Nadu, nel sud dell’India, è stato superiore al normale del 30% per diverse settimane dopo lo tsunami che lo scorso anno ha devastato la regione sud orientale dell’Asia. Allo stesso modo, nelle aree della Germania interessate dall’alluvione di agosto, i volumi delle chiamate vocali sono cresciuti del 275% e i messaggi di testo del 350%.

 

Subito dopo gli attentati di Londra del 7 luglio, la polizia locale avrebbe deciso, di attivare la procedura d’emergenza ACCOLC, ACCess OverLoad Control, che causa il blocco totale delle telecomunicazioni wireless.

La decisione ha provocato tantissime polemiche per il conseguente rallentamento dei soccorsi e per l’impossibilità delle persone coinvolte di rassicurare i parenti.

 

Quello che è importante sottolineare è che, sebbene gli operatori siano ben preparati ad affrontare i grandi flussi di traffico per eventi come il capodanno o un big match di calcio, in caso di disastri naturali hanno poco tempo per prepararsi ad affrontare l’emergenza.

 

L’unico modo per non intasare le reti, immediatamente dopo un disastro, è quello di inviare un messaggio di testo piuttosto che fare una telefonata. Gli sms utilizzano infatti meno capacità di rete, assicurando la ricezione del messaggio ed evitando di intasare la banda, più utile ai servizi di emergenza.

 

“Chiunque sia coinvolto in un disastro o in qualche emergenza è comprensibilmente ansioso di contattare la propria famiglia, di chiedere aiuto o di trasmettere importanti informazioni”, ha dichiarato Tom Phillips, Chief Regulatory e Government Affairs Officer della GSMA.

“I telefonini sono il mezzo migliore per farlo, ma le persone dovrebbero mandare messaggi, non telefonare”.

 

I dati di traffico dopo un disastro, indicano che le agenzie umanitarie e le persone coinvolte fanno grande affidamento sulle reti mobili per avere o dare informazioni o chiedere aiuto.

 

I telefonini, dunque, svolgono un ruolo vitale per mettersi in contatto con i dispersi, soprattutto perché l’eventuale recupero delle reti in caso di rotture è più veloce rispetto a quelle fisse.

 

Dopo l’uragano Katrina, ad esempio, l’uso di base station portatili ha permesso agli operatori di ripristinare immediatamente la copertura. Se necessario, in caso di congestione o problemi a una rete, gli operatori mobili possono anche reinstradare le chiamate o ridurre la qualità dell’audio per aumentare la capacità di rete.

 

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