Google debutterà sul Nasdaq 100 dal 19 dicembre

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Dal prossimo 19 dicembre Google entrerà nel Nasdaq 100, prima fra le compagnie legate a Internet a fare il suo ingresso nell’indice dei 100 principali titoli tecnologici della borsa americana a meno di due anni dall’ingresso in Borsa.

 

A conferma dell’enorme successo ottenuto in Borsa dal formidabile duo Brin e Page, infatti, l’ingresso nel listino è avvenuto prima dei due anni previsti per tutte le altre aziende, vista l’enorme crescita della sua capitalizzazione.

Insieme a Google anche Expedia, Cadence Design, Activision, RedHat, Monster, Nvidia, NII, Paterson Uti, Urban Outfitters, Check Free e Discovery Holding, che prendono il posto di Molex, Invitrogen, Career Education, Dollar Tree, Sanmina, Smurfit-Stone, Novellus, Intersil, Level 3, Qlogic, Synopsys e Millennium Pharmaceuticals.

 

Google ha debuttato in Borsa ad agosto del 2004 al prezzo di collocamento di 85 dollari ad azione, diventati 400 a dicembre, per un valore di 120 miliardi di dollari, che equivale quasi al doppio di quella del suo diretto concorrente Yahoo (circa 58 miliardi) e a poco meno della metà di Microsoft (295 miliardi).

 

Lanciato nel 1985, il Nasdaq 100 – indice di riferimento internazionale del settore tecnologico, composto dai primi 100 titoli per capitalizzazione appartenenti a società statunitensi ed internazionali – include la crema del settore high-tech e non solo.

 

Accanto al software (da Microsoft a Oracle) e alle telecom (da Qualcomm a Broadcom), vi si trovano pure il colosso della cancelleria Staples, la catena di accessori per la casa Bed Bath & Beyond e Starbucks, la catena dei caffè più famosa d’America.

 

Nei mesi scorsi, Google ha addirittura superato la capitalizzazione di Cisco Systems, Inc., ferma a quota 111 milioni di dollari e si avvicina ora minacciosamente alla Chevron, secondo gruppo petrolifero americano con un valore di mercato di 130 miliardi di dollari e a Intel, con una capitalizzazione di 162 miliardi.

 

Google deve ringraziare, per tutta questa prosperità, la sua posizione di forza sul mercato della pubblicità online, che dovrebbe attestarsi soltanto negli Usa a 12 miliardi di dollari.

 

Per tentare di arginare lo strapotere di Google, il patron di Microsoft, Bill Gates, nonché uomo più ricco della terra, ha addirittura ventilato la possibilità di condividere – quando e come non si sa –  i ricavi pubblicitari di MSN Search con gli utenti.

 

La quota di pubblicità destinata alla Rete continua a lievitare e passerà dal 3,8% di quest’anno al 4,4% nel 2007.

 

Il Web detiene il 5,4% del mercato americano e il 7,7% di quello svedese. Quote destinate a crescere in questi due Paesi.

 

Più in generale, gli investimenti per l’e-pub sono cresciuti lo scorso anno del 21%. Da qui al 2007, secondo le previsioni di ZenithOptimedia restano rosee. Attesa per il 2005 una crescita del 5,4% degli investimenti pubblicitari, le precedenti stime si fermavano al 5%, al rialzo le previsioni per il prossimo anno che passano dal 5,8% al 6,5%. Mentre per il 2007, è attesa una crescita del 6,1%, rispetto al precedente 5,8%.

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