Europa
Continua l’iter per l’approvazione della legge sulla data retention, con l’approvazione da parte dei ministri Ue della Giustizia e dell’Interno del nuovo piano per la conservazione dei dati delle telecomunicazioni nell’ambito della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
I ministri si sono accordati per un periodo di conservazione compreso tra 6 e 24 mesi – e non fino a un massimo di 12 mesi come stabilito dal Parlamento – che riguarderà i dati relativi ai numeri del chiamante e del ricevente, ma non il contenuto delle conversazioni.
Al termine di lunghe discussioni, Charles Clarke il ministro degli Interni della Gran Bretagna – che aveva fatto di questo testo la priorità della sua presidenza semestrale dopo gli attentati di Londra – ha ottenuto l’Ok di 22 dei 25 Stati membri. A votare contro sono stati l’Irlanda, la Slovenia e la Slovacchia.
L’idea alla base del testo è quella di rafforzare la cooperazione giudiziaria, obbligando gli operatori a conservare una serie di informazioni relative alle comunicazioni scambiate su Internet e sulle reti telefoniche. In pratica, verranno registrati e conservati i dati relativi a chi effettua la chiamata e a chi la riceve, la data, l’ora e il luogo d’origine della telefonata, ad eccetto del contenuto delle conversazioni.
Il testo appena approvato dai ministri della giustizia e degli interni è un po’ più soft rispetto alle proposte iniziali della Gran Bretagna, che sulla scia emotiva degli attentati terroristici nella metropolitana londinese aveva richiesto l’obbligo di retention dei dati per un massimo di 36 mesi.
Gli Stati membri che hanno già adottato una legislazione in materia, potranno continuare a rispettare le proprie disposizioni.
Nei Paesi in cui esiste già una legge sulla conservazione dei dati, la durata varia dei tre mesi dei Paesi Bassi ai 4 anni dell’Italia e ai 15 della Polonia.
I ministri si sono anche accordati sul fatto di poter contestare un’eventuale risarcimento economico agli operatori tlc e Internet dei costi di retention, archiviazione e trasmissione dei dati, inclusi investimenti e costi operativi, lasciando ai governi la possibilità di negoziare con i provider nazionali anche in merito alle chiamate senza risposta.
Gli operatori tlc, infatti, possono registrare anche i dati relativi alle chiamate perse, ma non sono obbligati a farlo.
Le chiamate perse non vengono proprio registrate in Germania, poiché non sono oggetto di fatturazione. L’industria tedesca si è schierata contro l’eventuale obbligo di conservazione, stimando i costi in centinaia di milioni di euro. cifra già contestata dalla Gran Bretagna e dalla Francia, dove questo tipo di chiamata viene già archiviata.
Clarke si è detto fiducioso del fatto che la Commissione europea avallerà il compromesso raggiunto dagli Stati e che l’accordo verrà approvato anche dal Parlamento europeo, che voterà la proposta alla fine del mese.
I nodi da sciogliere, tuttavia, sono ancora tanti.
L’Irlanda, ad esempio, ha già fatto sapere che farà ricorso alla Corte europea di Giustizia se il Parlamento approverà lo schema così com’è.
Ci sono poi da considerare le innumerevoli rimostranze delle associazioni civili che ritengono questi strumenti per la lotta al terrorismo sovrastimati, nonché un’inaccettabile violazione della privacy dei cittadini.
Anche il Gruppo che riunisce le Autorità europee per la protezione dei dati più volte espresso con chiarezza rispetto all’inopportunità’ e illegittimità di una conservazione indiscriminata dei dati di traffico, incompatibile, fra l’altro, con i principi fissati nell’Articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani.
Molte critiche sono giunte anche dai gestori e dagli operatori di Tlc, che hanno fatto notare come queste disposizioni siano inadeguate rispetto agli scopi e, soprattutto, comportino costi eccessivi data l’enorme mole di dati generati dai servizi di comunicazione tlc e Internet.
L’arrivo a un accordo, dice Clarke, servirebbe comunque a “dimostrare che tutte le istituzioni della Ue sono unite nella lotta al terrorismo”.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Conservazione dei dati tlc: sì del Parlamento europeo per un massimo di 12 mesi
Tlc e privacy: il parere dei Garanti Ue sulla conservazione dei dati di traffico
Conservazione dati: la Ue consolida la tutela dei dati personali e potenzia la cooperazione giudiziaria nella lotta contro il terrorismo
Terrorismo: il Parlamento europeo respinge la proposta di conservazione dei dati tlc
Conservazione dati tlc: il ´Garante´ Ue interviene sulla proposta di direttiva della Commissione
Conservazione dei dati tlc: la Ue propone regole efficienti, rispettose dei diritti dei singoli e delle imprese