Europa
Operatori telecom, produttori di contenuti e broadcaster hanno difficoltà ad accordarsi su un modello economico che consenta di commercializzare televisione, film, musica e videogame sul mercato strategico della banda larga.
Il successo del triple play (Internet, Tv, telefono) e il decollo delle reti mobili broadband hanno aperto il mercato dei contenuti ai giganti delle telecom, sconvolgendo un’industria costretta alle alleanze, ma decisa a proteggere le proprie entrate.
“Nel mondo dell’entertainment, se mancano i contenuti non si vive“, ha dichiarato Didier Lombard, presidente di France Télécom, leader sul mercato europeo della banda larga, a margine degli incontri organizzati recentemente a Montpellier dall’Istituto Idate.
Questi ultimi mesi, gli operatori hanno cominciato a prendere familiarità con i contenuti esclusivi, Orange che acquista i diritti sportivi per trasmetterli sui telefonini, il concorrente SFR (Vivendi Universal e Vodafone) replica con la Coppa del mondo 2006.
Secondo Serge Tchuruk, presidente di Alcatel, ci sarà una trasformazione completa dovuta alla diffusione sempre più ampia della banda larga. Tchuruk ha spiegato che questi cambiamenti implicheranno per l’industria di contenuti la possibilità di usare un nuovo canale di distribuzione, per gli operatori tlc di diventare sempre di più distributori di contenuti. Per Alcatel significa uscire dal ruolo di fornitore di soluzioni di telecomunicazione per integrare nuove strategie.
In Italia, si susseguono gli accordi tra operatori televisivi e tlc per il lancio della Mobile Tv. Mediaset ha stretto accordi sia con Tim che con 3 Italia per la fornitura di contenuti, ed è in trattative avanzate con Vodafone
Il Ministero delle Comunicazioni ha avviato la consultazione pubblica per verificare se sussistono le condizioni per un uso flessibile e condiviso delle frequenze digitalizzate della Tv su telefonino e tutto sembra muoversi speditamente verso questa direzione. Mentre su Internet furoreggia l’IPTV di Fastweb e adesso anche di Telecom Italia.
In Francia, dove si contano circa 9 milioni di abbonati alla banda larga, 500.000 utenti della Tv via Adsl e più di 1 milione di clienti del 3G ed Edge, operatori e broadcaster hanno lanciato, senza aspettare oltre, offerte televisive a pagamento.
TPS (TF1 e M6) ritiene che i propri abbonati ADSL potrebbero superare il prossimo anno quelli del satellite e del cavo.
Quanto agli operatori, questi servizi fidelizzano i clienti e generano entrate supplementari mentre il prezzo delle comunicazioni vocali va al ribasso.
Da un lato alleati, dall’altro potenziali concorrenti nei diritti sportivi, operatori tlc e Tv si affronteranno anche sul mercato del video on demand.
“E’ chiaro che c’è un settore dove operatori e broadcaster sono in concorrenza, ed è il video on demand“, ha dichiarato Jean-Bernard Lévy di Vivendi.
Negli ultimi mesi, sono stati conclusi alcuni accordi come quelli di Warner Bros e Deutsche Telekom, Telecom Italia o France Télécom, ma il catalogo delle major è caro e i vantaggi per gli operatori incerti.
“Vogliamo lanciare il video on demand prima della prossima primavera, ma è difficile accordarsi su un modello di business“, ha lamentato Carlo d’Asaro Biondo, presidente di AOL France, controllata di Time Warner.
Per Gilles Raymond, presidente di Infusio, specialista nella distribuzione di videogame sui dispositivi mobili, “l’operatore è un attore chiave poiché controlla la fatturazione, dispone di una base clienti, guida la creazione dei terminali e ha un’incredibile forza di marketing”.
Marc Fossier, direttore tecnico di France Télécom, ha sottolineato: “Non crediamo a un mondo nel quale ci saranno i fornitori d’accesso da un lato e quelli di servizi dall’altro, poiché molti dei servizi non potranno essere condivisi in termini di responsabilità, per esempio, per garantire la qualità”.
La complementarietà di queste attività potrebbe portare un movimento di consolidamento. “Lo sviluppo della banda larga spinge al consolidamento del settore, verticale tra operatori e fornitori di servizi, orizzontale tra operatori“, ha anche dichiarato Paul Champsaur, presidente dell’Autorità di regolamentazione delle comunicazioni. A riguardo, i gradi player si sono dimostrati abbastanza prudenti.
“Non si cerca di entrare in un mondo che ci è estraneo“, ha assicurato Didier Lombard. “Non possiamo appropriarci sia dei contenuti che dell’accesso“, ha evidenziato Jean-Bernard Lévy.
Player telecom e media si affronteranno in tutti i casi già sul futuro mercato del DVB-H (Digital Video Broadcasting- Handheld), ciascuno sperando di strappare le frequenze che tra due o tre anni porteranno la televisione su tutti i cellulari.