Europa
Telefonica ha rotto il silenzio sull’operazione da 17,7 miliardi di sterline (26 miliardi di euro) che l’ha portata ad acquisire la concorrente britannica 02, ex filiale mobile di BT.
La società, ex monopolista del mercato iberico, aveva precisato all’inizio dell’anno che la propria strategia di espansione si sarebbe limitata a operatori di taglia medio-piccola operanti nei mercati mobili e fissi del bacino del Mediterraneo e dell’est europeo.
L’operazione 02, la più importante degli ultimi 5 anni sui mercati europei, va proprio nella direzione opposta e così i senior executive del gruppo si sono scusati con gli investitori per aver stravolto la propria strategia.
Telefonica, prima di dare l’affondo a 02, aveva avanzato una proposta per l’operatore greco OTE, ma il governo ellenico, che detiene la maggioranza dell’operatore, rimanderà con ogni probabilità la vendita.
Santiago Fernández Valbuena, CFO di Telefonica, ha spiegato che il cambiamento di rotta è stato determinato dal fallimento di diverse offerte sul mercato nordafricano e dal ritiro dalla corsa per l’operatore turco Turk Telecom.
“Ci sentiamo in dovere di scusarci con gli investitori perché non siamo stati capaci di comunicare questo cambio di strategia”, ha dichiarato Valbuena durante un incontro con gli investitori a Barcellona.
Terzo operatore mondiale per capitalizzazione di Borsa (82 miliardi di dollari) dopo Vodafone e Verizon, il gruppo iberico ha negato pubblicamente l’interesse per 02 fino a settembre, per “evitare speculazioni sulle strategie del gruppo”, ha precisato il direttore finanziario.
Grazie all’acquisizione, Telefonica avrà una forte presenza in Gran Bretagna, dove O2 manterrà il proprio nome e la propria sede, in Germania e in Irlanda.
Sui due mercati, il gruppo conta 25 milioni di clienti e, grazie alle sinergie generate dall’operazione, Telefonica pensa di risparmiare 293 milioni di euro l’anno a partire dal 2008.
L’accordo dovrebbe chiudersi entro la fine dell’anno.
Altre scuse agli investitori, ma per motivi ben diversi, arrivano da Vodafone.
Arun Sarin, Ceo del gruppo, ha fatto le sue scuse per non aver saputo comunicare alcune delle informazioni finanziarie che avrebbero contribuito alla peggior caduta del prezzo delle azioni della compagnia negli ultimi sette anni.
Alla presentazione dei conti relativi al primo semestre dell’anno, Vodafone ha infatti rivisto al ribbasso la crescita dei ricavi nel prossimo anno, che sarà inferiore al 6-9% previsto per l’esercizio in corso.
Un calo dovuto soprattutto all’agguerrita concorrenza degli operatori sia stranieri, in particolare della nipponica NTT DoCoMo, che europei.
A ciò si aggiunge che i risultati del terzo trimestre non sono stati proprio eccellenti come il gruppo ci ha abituati negli ultimi anni (utili scesi del 9,5% a 4,1 miliardi di sterline) e così il titolo ha toccato il minimo da maggio 2002 a 129,5 pence e la maggior parte degli analisti ha rivisto outlook e target price.
JP Morgan, ad esempio, ha rivisto il giudizio da ‘overweight’ a ‘neutral’, mentre Morgan Stanley ha mantenuto il giudizio overweight ma ha tagliato il target price da 175 pence a 165.
Secondo Sarin, la fiducia degli investitori è stata minata anche dall’ammissione che il gruppo prevede, nei prossimi tre anni, circa 5 miliardi di sterline di debiti d’imposta.
Le anticipazioni, ammette Sarin, avrebbero potuto essere migliori: “Forse il messaggio non era buono e me ne assumo la responsabilità”.
Per quanto riguarda l’aumento degli investimenti per raddrizzare la filiale giapponese, Sarin è stato riluttante ad ammettere che siano stati una sorpresa: “Se il mercato non l’aveva intuito, vuol dire che è disconnesso…”.
Sarin, tuttavia, ha rassicurato il mercato sulle strategie nipponiche: per Vodafone KK “…tutto dovrebbe andare a buon fine entro i prossimi 18-24 mesi”.
“Voglio rassicurare tutti i nostri investitori che la compagnia è forte ora come lo era una settimana fa”, ha concluso Sarin.
Scuse agli investitori sono arrivate anche da France Telecom: Michel Combes, executive vice-president del gruppo, si è giustificato per il taglio delle previsioni sulla crescita delle vendite per l’intero anno fiscale, che dovrebbe essere inferiore al 3-5%.
Combes ha spiegato che “cercherà di fare del suo meglio” per migliorare la comunicazione con gli investitori perché “…voi avete ragione, noi torto”.