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I bambini non si divertono più come quelli di una volta, a far loro compagnia sono Internet, la Tv e il wrestling. E’ quello che emerge dal “VI Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza” dell’Eurispes e di Telefono Azzurro.
In 1.200 pagine di testo, dense di contenuti e arricchite da dati e tabelle che, attraverso un’analisi fitta e serrata, fotografano il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
Nel VI Rapporto due le grandi indagini svolte sul campo. La prima, condotta sull’infanzia, ha tracciato l’Identikit del bambino attraverso un questionario somministrato a ragazzi di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe delle elementari e la prima classe della scuola media.
La seconda è stata diretta alla costruzione dell’Identikit dell’adolescente, attraverso un questionario somministrato a ragazzi appartenenti alla fascia di età 12-19 anni, frequentanti la seconda e la terza media o una delle cinque classi degli istituti superiori.
Una grande operazione svolta all’interno del mondo scolastico che attraverso la rilevazione sul campo ha riguardato e interessato 52 scuole di ogni ordine e grado. I questionari analizzati sono stati 2.044 per quanto riguarda l’infanzia e 2.470 per l’adolescenza.
Un quarto dei bambini dice che i genitori non gli hanno mai raccontato una fiaba e per quasi il 40% solo qualche volta. Il 30,9% dice, invece, che i genitori raccontano loro le favole spesso o qualche volta. Ad accompagnare la crescita dei bambini sono la Tv (preferita ai libri, ai fumetti e alla radio) e gli strumenti informatici. Un terzo dei bambini intervistati segue la Tv da 1 a 3 ore al giorno. Il 7,6% afferma di guardarla mediamente dalle 3 alle 5 ore al giorno e ben l’8,4% oltre 5 ore. Nelle isole si trova la più alta percentuale di bambini “forti consumatori di Tv”. Dato preoccupante è che oltre la metà dei bambini (54,7%) afferma di vedere programmi con il bollino rosso, il 21,6% lo fa in compagnia di adulti. Ad essere più rispettose dell’indicazione sono le bambine.
Altro compagno di svago dell’infanzia è il computer e Internet. I bambini che navigano in Internet sono il 46,8%. I frequentatori del Web rappresentano una quota lievemente maggioritaria tra i maschietti (50,2%), mentre tra le loro coetanee l’utilizzo della Rete è meno diffuso (43,9%). I bambini sembrano essere ben consapevoli delle diverse potenzialità della rete e la usano in modo versatile. Sebbene, infatti, giocare con i videogiochi e scaricare musica, film, video e quant’altro rientrino tra le abitudini di una quota maggioritaria di bambini (utilizza Internet per questi fini rispettivamente il 61,7% ed il 50,8% del campione), e circa un terzo di essi utilizzi Internet per partecipare a giochi di ruolo (32%), l’uso della Rete non è limitato solo al divertimento.
Riguardo al downloading, è interessante che il 35,8% dei ragazzi non ci trovi niente di male e il 35,3% lo consideri lecito perché Cd e Dvd costano troppo, contro il 18,4% che ritiene invece ingiusto questo comportamento.
La stragrande maggioranza degli intervistati (il 61,2%) utilizza Internet anche per cercare informazioni di proprio interesse, mentre una minoranza considerevole di bambini (il 48,7%) ne fa un utilizzo strumentale alle attività di studio, per la ricerca di materiale utile. Una quota significativa, seppur minoritaria, di bambini utilizza Internet anche per sfruttarne le potenzialità relazionali: leggere e scrivere regolarmente su un forum di proprio interesse (21,7%), comunicare tramite la posta elettronica (21,3%) e/o tramite chat (13,7%). Meno diffusa la lettura di blog (9,1%).
Preoccupante invece il dato relativo alla ricerca di cose proibite sul Web, praticata da oltre un bambino su dieci (11%).
Il Rapporto sottolinea, infatti, il rischio chat: secondo ricerche dell’ICCA (International Crime Analysis Association), nel biennio 2003-2004 il 13% dei bambini che utilizzano regolarmente le chat “ha avuto un incontro online con un adulto (presumibilmente pedofilo) e ha intrapreso con lui discorsi su tematiche sessuali“.
Il tempo libero ha una caratteristica elettronica: videogiochi e playstation sono al primo posto (43%), seguono i giochi da tavola (14,8%). Solo il 12,2% ama giocare con le bambole. Il disegno piace sia a bambini che bambine (complessivamente 68,7%). Il wrestling ha un grande successo fra i bambini. Dice di seguirlo e apprezzarlo il 49,6%.
Il telefonino è posseduto dalla meta degli intervistati; il 45,9% utilizza forme di abbreviazione della scrittura di sms. Famiglia e scuola restano le principali agenzie di formazione: il 43,4% dice di imparare le cose dai genitori mentre il 41,4% dalla scuola. Minore è il ruolo degli amici e dei mezzi di comunicazione.
Rispetto alle relazioni affettive, è alta la percentuale di bambini che dichiara di non confidare il sentimento di tristezza a un amico (15,9%) o di farlo solo dietro esplicita domanda (10,4%).
Sui sentimenti di solitudine, incomprensione e diversità i bambini rispondono in maniera piuttosto decisa, dando grande risalto alla solitine che è una condizione vissuta dal 47,4% del campione. Altri dati: un bambino su 3 legge da uno a tre libri l’anno; il 61,1% dei bambini non è mai andato all’estero; il 72,8% va a mostre e musei; l’amicizia e la famiglia sono i valori più sentiti superando l 80% di preferenze.
“Global boys: sono i giovani a identità globale“, dichiara Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes. “La crescita esponenziale delle possibilità di ampliare la propria rete relazionale e amicale (soprattutto grazie ai nuovi apparati tecnologici e ai nuovi media) e, allo stesso tempo, di conoscere altre realtà geografiche e fisiche diverse da quelle di origine caratterizzano sempre più le nuove generazioni. Il processo di integrazione europea, la diffusione di programmi di scambio culturale e scolastico, la maggiore propensione alla mobilità, l’abbattimento delle tariffe aeree, hanno portato a un sensibile incremento degli spostamenti nazionali ed extranazionali da parte delle giovani generazioni”.
Fara spiega che lo dimostra il fatto che quasi il 73% degli adolescenti tra i 12 e i 19 anni hanno avuto occasione di effettuare viaggi all’estero.
“Una generazione che cambia dunque, all’interno della quale i giovani sono nuovi esploratori che muovono i propri passi in un mondo ormai globalizzato. Il Rapporto di quest’anno – conclude Fara – offre un percorso di lettura delle opportunità, ma anche dei rischi, ad esse connessi, a cui i giovani sono sempre più esposti”.
“I ragazzi dell’e-generation – commenta Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – hanno tutto e accesso a tutto, ai massimi livelli. La tecnologia permette loro di esplorare mondi prima sconosciuti e di rapportarsi al mondo in maniera immediata”.
“Al di là, delle nuove tecnologie, dei nuovi linguaggi, delle nuove modalità relazionali, che richiedono nuove competenze e maggiore attenzione anche da parte degli adulti – continua il presidente di Telefono Azzurro – restano però i bisogni di sempre: quelli di essere ascoltati e tutelati di fronte alle situazioni nelle quali si profilano rischi per la loro salute. Come rispondere? Sono necessari adulti, genitori, insegnanti, educatori, capaci di parlare e comprendere il loro linguaggio, sensibili alle novità, ai cambiamenti e alle nuove problematiche.
Per questo Telefono Azzurro continua a mettere a disposizione dei giovani il proprio know-how e nuovi strumenti di ascolto e intervento. Ultimo il 114 Emergenza Infanzia: il numero di emergenza che accoglie le segnalazioni di problematiche o situazioni di pericolo specifiche dell’infanzia e dell’adolescenza. Pericoli reali e virtuali.
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