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Il Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, conferma il no all’aumento del canone Rai, quando manca ormai poco all’audizione in Commissione parlamentare di Vigilanza. A margine di un incontro al Corecom della Campania, rispondendo ai giornalisti, il ministro ha detto: “Lo confermo, sono contrario all’aumento del canone Rai. Il resto – ha aggiunto – lo dirò in audizione mercoledì, per rispetto alla Commissione parlamentare di Vigilanza“.
Landolfi ha poi espresso il proprio parere sui reality show in onda su canali Rai e Mediaset: “I reality non mi piacciono, fanno parte del genere televisivo ma sono sovrabbondanti sulle Tv e non credo che siano un genere ascrivibile al servizio pubblico. Però – ha aggiunto il ministro – io non intervengo nei palinsesti, ma dico che si vedono troppe volte su troppe reti, in tutti gli orari. Questo non fa bene alla Tv di qualità”.
Il ministro è poi entrato nel merito della discussione che riguarda il reintegro del giornalista Michele Santoro.
“Deve rassegnarsi a fare una Tv imparziale e rispettare il pluralismo. Questo di Santoro sta diventando un affare di Stato”.
“E’ un dipendente della Rai – ha continuato Landolfi – che è un’azienda, fino a prova contraria, con delle regole. Santoro deve accettare queste regole. Deve rassegnarsi a fare una Tv imparziale e rispettare il pluralismo. Non mi sembra – ha concluso – che sia un gran sacrificio per chi fa questo mestiere“.
Nei gironi scorsi, Santoro ha inviato una lettera al presidente della Rai Claudio Petruccioli e, per conoscenza, al direttore generale Alfredo Meocci, al presidente della Vigilanza Paolo Gentiloni e ai componenti della Commissione.
“L’Ambra Jovinelli ha chiesto di recente a Raitrade di poter utilizzare, con il mio consenso, alcune puntate de Il Raggio Verde e di Sciuscià Edizione Straordinaria per realizzare un cofanetto (libro e Dvd) da pubblicare nella collana BUR Senzafiltro, edita da Rcs. La risposta è stata che i miei materiali sono vincolati. Ma vincolati da chi? E per quale ragione?”, scrive il giornalista.
“Non credo esistano – prosegue – valide motivazioni editoriali per questo rifiuto: l’autore infatti è d’accordo e l’editore è pronto a pagare i diritti, ad assumere la responsabilità giuridica del prodotto e a considerare proposte di coproduzione”.
“Da alcune fonti – si legge ancora nella missiva – apprendo che è molto difficile avere accesso ai materiali di proprietà Rai, perfino quando le richieste provengono da importanti emittenti straniere. Ebbene io ritengo che questa politica non sia coerente con le funzioni di servizio pubblico che la nostra azienda deve svolgere. Tutti i prodotti della Rai andrebbero resi disponibili per la diffusione in altri formati editoriali alle condizioni economiche vigenti sul mercato e, ovviamente, con il necessario consenso degli autori”.
“Mi dispiacerebbe – avverte l’ex parlamentare europeo – scoprire che coloro che si oppongono al mio legittimo ritorno al lavoro siano anche riusciti a mettere fuori legge e fuori mercato le mie opere precedenti. Tuttavia ritengo che la questione abbia un profilo molto più generale e vada risolta stabilendo comportamenti e criteri non ad personam. Gli stessi di tutte le grandi televisioni del mondo. Perciò chiedo a te, a tutti i Consiglieri d’Amministrazione e al Direttore Generale della Rai, al Presidente e ai Membri della Commissione di Vigilanza – conclude Santoro – di intervenire per consentire la libera circolazione delle idee”.
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