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Con la trasformazione dei telefonini in strumenti in grado di riprodurre contenuti audiovisivi, anche l’industria mobile è stata chiamata a risolvere la spinosa questione dei diritti di proprietà intellettuale.
Un primo passo in questo senso è arrivato dalla britannica Vodafone, che ha siglato un accordo di licenza con la statunitense Intertrust per l’utilizzo dei suoi software DRM.
Questi strumenti tecnologici antipirateria controllano l’uso della musica, dei video e di altri contenuti multimediali, per prevenire le copie illegali e il cosiddetto file-swapping.
I sistemi DRM sono già utilizzati, ad esempio, dai music store online, come l’iTunes di Apple e il Connect di Sony, ma non esiste ancora uno standard aperto che consenta ai consumatori di comprare una canzone da un vendor e inviarla o copiarla su un dispositivo di un altro vendor.
Grazie a questo accordo, Vodafone – il maggiore operatore mobile mondiale e trendsetter per l’intera industria dei telefonini – avrà accesso all’intero portfolio di brevetti Intertrust relativi ai DRM dell’Open Mobile Alliance.
Nei prossimi 12 mesi, ha spiegato il Ceo di Intertrust Talal Shamoon, assisteremo a “un’aggressiva espansione” del mercato DRM, con accordi che riguarderanno non solo i fornitori di servizi telecom, ma anche i produttori di telefonini, di Pc e di dispositivi consumer electronics.
Le tecnologie di Intertrust saranno inserite negli standard aperti stabiliti dalla Open Mobile Alliance e dalla Marlin alliance, che riunisce i maggiori produttori di elettronica e il cui standard sarà disponibile per il prossimo anno.
Sui software Marlin, si baseranno, ad esempio, i dispositivi elettronici di Sony, Matsushita (Panasonic) e Philips in uscita per il prossimo anno.
Queste società sono già in grado di costruire sistemi DRM, possedendo importanti parti delle tecnologie fondamentali per la loro creazione, ma i detentori di brevetti per la tecnologia antipirateria dell’OMA – incluse Sony, Philips, Intertrust e ContentGuard – non hanno trovato un accordo sui termini di licenza.
Il gruppo aveva proposto ad aprile, una tariffa ridotta di 0,65 dollari per telefonino e una tariffa annuale di 0,25 dollari a servizio per abbonato, ma operatori e costruttori l’hanno giudicata troppo cara, sottolineando che il costo di licenza avrebbe superato i profitti attuali legati all’entertainment digitale.
La GSM Association, che rappresenta gli operatori mobili mondiali, ha riferito che sono in corso delle trattative col gruppo.