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Tlc, strumento di democratizzazione culturale: il ruolo delle grandi aziende e delle istituzioni nella salvaguardia del patrimonio culturale del Mediterraneo

Europa


Il Mediterraneo custodisce il più grande giacimento culturale ed archeologico del mondo, ma questo prezioso patrimonio naturale non sempre viene adeguatamente salvaguardato, valorizzato e utilizzato per lo sviluppo sociale, economico e delle relazioni tra i singoli Stati.

E’ partendo da questa considerazione che per due giorni a Napoli, nel corso del convegno ‘Il Mediterraneo: valori e valore dei beni culturali’ – organizzato dall’Ansa e da san Paolo IMI –  esperti, uomini d’impresa e rappresentanti dei governi dei Paesi della regione si sono confrontati per fare il punto sullo stato dell’arte e valutare opportunità e prospettive per future iniziative.

 

Come ha sottolineato il direttore per i paesi del mediterraneo del medio oriente, Riccardo Sessa, in occasione del suo intervento, l’Italia ha “sempre svolto un ruolo propulsivo” per lo sviluppo dei rapporti tra l’Europa e la sponda sud del Mediterraneo anche perché la vocazione mediterranea “é nel DNA” di questo Paese.

 

Al convegno ha partecipato anche Alcatel Italia, che ha voluto riproporre il ruolo della grande azienda come protagonista della società civile e l’impatto delle tecnologie nella valorizzazione dei beni culturali.

 

Per la grande azienda, valorizzazione dei beni culturali, del patrimonio storico e artistico, e, più in generale, promozione della cultura e progresso civile sono allo stesso tempo opportunità e responsabilità.

In particolare per un’azienda come Alcatel, che opera nel settore delle telecomunicazioni ed è presente in 130 paesi nel mondo, compresa l’Italia, dove lavorano circa 3.000 persone per lo più nella ricerca e sviluppo.

Nel suo intervento, Andrea Radic, Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Alcatel Italia, ha illustrato alcune delle iniziative più significative condotte in Italia recentemente per promuovere la cultura.

 

L’impatto sociale delle nuove tecnologie è un tema che Alcatel sta monitorando da vicino per individuare il proprio ruolo e posizionamento sul mercato e sul territorio.

“Le nuove tecnologie – è stato sottolineato Radic – pongono l’individuo al centro del sistema di comunicazione: basta un click sul computer o sul telefonino e si è connessi con il mondo e sempre raggiungibili. Si accede a informazioni multimediali di qualunque tipo, si interagisce grazie alle tecnologie. I servizi di localizzazione satellitare ci forniscono tutte le informazioni che vogliamo su ciò che ci circonda in quel preciso istante“.

Con le tecnologie per la videosorveglianza possiamo monitorare la nostra casa, mentre siamo via, semplicemente manovrando via cellulare delle normali webcam.

 

Tutto ciò, se da una parte può esporci al pericolo di un ‘Grande Fratello’ capace di controllarci, dall’altro – ricorda Radic – “è espressione di democrazia, perché potenzialmente sottrae ai pochi la conoscenza, e la mette a disposizione dei molti”.

“Quando parliamo di Telecomunicazioni siamo abituati a pensare solo a grandi infrastrutture, a sistemi di sofisticata tecnologia che permettono di essere connessi con il resto del mondo”, ha spiegato ancora Radic.

In realtà questa è una considerazione che rischia di essere penalizzante rispetto al ruolo potenziale che le reti di TLC possono avere nell’ambito dello sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale di un Paese”.

 

Le telecomunicazioni sono ormai “uno strumento di democratizzazione culturale, perché potenzialmente sottraggono ai pochi la conoscenza, e la mettono a disposizione dei molti permettendoci di abbattere qualsiasi forma di barriera socio economica, sopperendo limiti di denaro e di tempo”.

 

“Ed è proprio in questo senso che le reti di telecomunicazioni possono assumere un ruolo riconosciuto, autorevole volto a favorire la diffusione e la conseguente fruizione tra le comunità di una simile rara ricchezza”. 

 

Secondo Radic “Il problema sta nelle regole. La tecnologia è uno strumento e come tale non è né buona né cattiva. Tutto dipende dall’utilizzo che se ne fa. Siamo ancora all’inizio. Da rappresentante di un’azienda che produce tecnologia, mi sento di proporre qui a Napoli la nascita di un tavolo di lavoro al quale possano partecipare le istituzioni, le aziende, le parti sociali interessate, per approfondire questi temi e trovare le giuste risposte. Individuiamo insieme un progetto pilota, che serva anche a valorizzare l’enorme patrimonio, spesso dimenticato e sempre sottovalutato, che abbiamo come italiani la fortuna di aver ereditato. Un progetto concreto che ci ponga di fronte a benefici, costi, svantaggi”.

 

Alcatel Italia, per fare qualche esempio, è stata sponsor tecnologico della Mediateca di Santa Teresa a Milano, la prima e più importante realizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel settore multimediale. Per questa occasione Alcatel ha realizzato un ambiente multimediale, destinato a rendere accessibile attraverso la rete il prezioso patrimonio storico e culturale della Biblioteca Nazionale Braidense. In questo modo quello che fino a qualche tempo fa, per ragioni di distanza fisica non era possibile essere accessibile a tante persone, oggi grazie alla tecnologia, grazie alle tecnologie Alcatel, lo è.

 

O ancora più recentemente, Alcatel è stata tra gli sponsor delle celebrazioni per la riapertura del Teatro alla Scala, permettendo a una moltitudine di appassionati di tutta la Lombardia di assistere alla ‘prima’ dell’anno scorso attraverso maxischermi installati in Galleria Vittorio Emanuele e nei principali teatri milanesi e lombardi.

 

Di nuovo sul fronte prettamente culturale, Alcatel ha sostenuto a Roma la mostra fotografica ‘I Kennedy’, la più ampia e prestigiosa mostra sulla vita di John e Robert Kennedy mai realizzata in Italia. Grazie a una postazione situata all’interno del Tempio di Adriano, la suggestiva antica location che ospitava l’esposizione, era possibile scaricare le immagini della mostra stessa sul proprio cellulare.

 

Organizzata da ANSA e San Paolo Imi, la manifestazione chiusa oggi al Teatro di Corte di Palazzo Reale è stata aperta dagli interventi del ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione, dell’amministratore delegato dell’Ansa Mario Rosso, del presidente di San Paolo Imi Enrico Salza e dello scrittore Predrag Matvejevic, presidente del comitato scientifico della fondazione Mediterraneo.

 

Dalla Turchia al Marocco, passando per Siria, Giordania, Libano, Egitto, Libia, Tunisia e Algeria, i Paesi della sponda sud-orientale del Mediterraneo custodiscono quindi meravigliose e uniche testimonianze di millenni di storia che, insieme a quelle che si trovano nei Paesi della sponda nord, formano il maggior giacimento culturale del mondo.

 

Ma mentre alcuni Paesi, tra i quali figurano sicuramente l’Egitto e la Giordania, già da tempo hanno intrapreso la strada della valorizzazione del loro patrimonio culturale e archeologico, altri, come Siria e Libia, solo recentemente, grazie alla loro apertura verso l’esterno, hanno deciso di puntare e investire su questo fronte anche per incentivare i flussi turistici.

 

Di queste prospettive e delle altre tematiche legate alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali, hanno discusso il vice ministro per i Beni culturali Antonio Martusciello, i ministri della cultura di Algeria e Marocco, Khalida Toumi e Mohamed Achaari, il vice ministro per la cultura libico, Nuri Daw Al Hamedi, il presidente dell’Ice, Umberto Vattani, il presidente della regione Campania Antonio Bassolino, l’amministratore delegato del gruppo Imi San Paolo, Alfonso Iozzo, il presidente e il direttore dell’Ansa, Boris Biancheri e Pierluigi Magnaschi, il rettore Francesco De Sanctis dell’università Suor Orsola Benincasa, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, il vice presidente della giunta campana, Antonio Valiante, e rappresentanti di IBM, di Alcatel e di Trenitalia.

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