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Buchmesse: gli editori in difesa della cultura italiana, ma necessario un reale ed efficace supporto governativo

Germania


“Gli editori, come confermano anche le cifre, hanno fatto, stanno facendo e continueranno a fare tutto il possibile per diffondere la cultura italiana, anche all’estero. Ma sono consapevoli di una cosa: non sono lo Stato e non possono sostituirsi a esso. Senza un reale ed efficace supporto a livello governativo la loro, la nostra, attività è destinata a perdere significato e forza“.

Parla chiaro il presidente dell’AIE, Federico Motta, dalla cornice della 57ma edizione della Buchmesse di Francoforte, la più importante manifestazione internazionale del settore librario per lo scambio dei diritti, in programma dal 19 al 23 ottobre. Inaugurata, nel Punto Italia, dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Rocco Buttiglione.

Un appuntamento importante anche per fare il punto sullo stato dell’editoria italiana.

Stando ai dati raccolti dall’Ufficio Studi AIE, cresce ancora l’export di libri nel 2004, raggiungendo i 191 milioni di euro, con un incremento a valore sul 2003 del 3,2% (valeva due anni fa 185 milioni di euro).

Indicazioni e conferme importanti vengono dai nuovi mercati: già oggi la Polonia (2,2 milioni di euro di import di libri, pari allo 0,7%) vale quasi quanto i Paesi Bassi; l’import della Federazione Russa (1,5 milioni di euro di libri, l’1,0 %) è cresciuto in due anni del 32,2% mentre quello polacco del 14,0%…

Se però guardiamo all’export di libri italiani in base alle grandi aggregazioni geo-editoriali vediamo che il 75,5% (144,3 milioni di euro) viene assorbito dai mercati europei (Ue 25), un altro 10,1% dal mercato statunitense (19,2 milioni di euro), mentre tutti gli altri Paesi con il 14,4% raggiungono a fatica i 27,5 milioni di euro.

Altro elemento da evidenziare, si assiste alla progressiva riduzione della produzione di libri tradotti, che da quasi uno su quattro – dalla metà degli anni Novanta al 2001 – scende oggi a poco più di due su dieci. L’editoria italiana torna così ad essere attiva sui mercati esteri: la tendenza è confermata dallo sviluppo della capacità degli editori italiani di vendere diritti di edizione all’estero riscontrata in questi anni (si è passati dai 1.800 del 2001 a 2.380 del 2003, registrando +32,2%).

In termini di offerta, i libri di autore italiano sono aumentati del +45,3% tra 1990 e 2003, e quelli di autori stranieri, nello stesso arco di anni, sono cresciuti quasi del 60% (+58,4%) – passando dagli 8 ai 13 mila titoli in undici anni fino al 2001 – per iniziare a calare negli ultimi due anni.

Vediamo più dettagliatamente le cifre aggiornate del settore nel 2004: 3.760 milioni di euro complessivi (libri, editoria scolastica, collezionabili, editoria elettronica, coedizioni, export) a prezzo di copertina (+3,2% a valore corrente sul 2003, escluse le vendite di libri allegati a quotidiani e periodici), oltre 54mila titoli pubblicati tra novità e ristampe e un po’ più di 252 milioni di copie stampate e immesse nei canali di vendita; un indice di lettura di libri tra la popolazione italiana (con più di 6 anni di età; ma il dato si riferisce al 2003) del 41,4%, in leggerissima crescita ma ben lontano dai valori degli altri Paesi europei. Sono questi gli elementi strutturali che fotografano il comparto dell’editoria libraria e multimediale italiana nel 2004.

Se si considera il più ampio settore dell’industria della comunicazione e dei contenuti, il comparto editoriale librario e l’editoria digitale “pesano” per il 24,8%, per il 28% se consideriamo parte del comparto editoriale librario anche la vendita dei libri allegati ai quotidiani (480 milioni di euro). Un valore che potrebbe persino essere ancora più elevato, se si potessero interamente trasformare in ricavi dell’industria editoriale le spese per fotocopie di pagine di libri.

Per quanto riguarda le tendenze degli italiani: meno di un italiano su due di quelli che hanno dichiarato di aver letto un libro in anno ne ha acquistato nel 2004 almeno uno (esclusi quelli scolastici, professionali e allegati a giornali): parliamo di una percentuale complessiva che oscilla tra il 43% e il 46% degli italiani con più di 14 anni. Particolarmente rilevante la crescita fatta registrare dal canale Internet, che ha segnato un +35,7%. Benché la quota di mercato sia ancora piccola (il 2,4% sulla varia), è vero però che questo canale si configura oggi come la principale libreria di assortimento italiana. Significativa anche la quota di mercato legata alla libreria, un canale in cui il fatturato è cresciuto nel 2004 del 4,6%.

Nel 2004 sono state venduti “collaterali” per almeno 76,5 milioni di copie (+23,2%), con una spesa del pubblico sul punto vendita di almeno 480 milioni di euro, l’AIE spiega che questo “almeno” deriva dal fatto che risultano di difficile se non impossibile monitoraggio le iniziative avviate a livello regionale da parte di molti quotidiani locali e dai mensili (specializzati, “maschili” o “femminili”).

Per quanto riguarda il primo semestre 2005, si preannunciano risultati – almeno sul fronte delle vendite in libreria – certamente non all’altezza di quelli raggiunti nello stesso periodo dell’anno precedente: +0,6% a valore, -0,5% a copie. (r.n.)

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