Convergenza: in Giappone continua l’assalto di Internet ai media tradizionali

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Hiroshi Mikitani

Loro malgrado o volontariamente, le società della new economy giapponese si sono ritrovate protagoniste di una nuova ondata di fusioni e acquisizioni, avviata per cercare di trarre il massimo profitto dalle sinergie rese possibili dalla convergenza tra Internet e media da una parte e dalle nuove tecnologie della comunicazione dall’altra.

 

Negli ultimi mesi, operazioni di accorpamento si sono dunque susseguite nei tre settori portanti della new economy: media, telecomunicazioni e Internet.

 

La settimana scorsa, Rakuten, la maggiore società di vendite online del Sol Levante, è diventata prima azionista del gruppo radiotelevisivo privato Tokyo Broadcasting System (TBS), assicurandosi una quota azionaria del 15,46% per 767 milioni di dollari.

 

l’operazione, che ha sconvolto il mondo del broadcasting nipponico, ha come obbiettivo il raggruppamento delle attività Internet e radiotelevisive in un unico asset.

 

¿Le possibilità di sinergia e di sviluppo sono numerosissime¿, ha spiegato il presidente di Rakuten, Hiroshi Mikitani, che sogna di creare ¿un gigante mondiale della convergenza media-Internet¿.

 

Le modalità dell’operazione Rakuten-TBS, ricordano molto la battaglia tra Livedoor ¿ portale web di proprietà del giovane tycoon Takafumi Horie ¿ e Fuji Tv, uno dei più popolari canali televisivi giapponesi.

 

A febbraio, Horie aveva iniziato a rastrellare azioni di Nippon Broadcasting System, parte del conglomerato media ultra conservatore Fujisankei: la compagnia di Horie aveva acquisito fuori mercato il 35% del capitale della società, principale azionista del suo reale obiettivo: Fuji Tv, il primo canale televisivo giapponese in termini di ascolti.

 

La manovra, non certo illegale, non è andata giù prima di tutto per le modalità utilizzate, definite non certo in tono lusinghiero ¿all’americana¿, e si è conclusa con una accordo in base al quale Livedoor ha ceduto a Fuji Tv la sua filiale Livedoor Partners, che controlla il 32,4% di NBS per un montante di 67 miliardi di yen (circa 492 milioni di euro).

Fuji Tv controlla dunque il 68,8% di Nbs, mentre Livedoor ha conservato una partecipazione del 17,6%.

 

Se lo scopo era quello di scioccare l’establishment mediatico nipponico per fare in modo che si accorgesse della rivoluzione rappresentata dal web, il giovane Takafumi Horie ha di che ritenersi soddisfatto.

 

Definito ¿arrogante, avido e non-giapponese¿ dalla stampa conservatrice per le sue aggressive pratiche di business, anche Horie ha condotto la sua battaglia in nome di un progetto molto ambizioso: accelerare l’avvicinamento tra la televisione e Internet e creare un ¿nuovo modello economico che unisca media, web e finanza¿ mettendo il potere della Tv al servizio dell’espansione della Rete.

 

Sia Mikitani che Horie sono infatti convinti che il processo di convergenza tra media audiovisivi e Internet, che si realizza sul piano tecnico attraverso la digitalizzazione di tutti i contenuti (audio, foto, video, testi), debba essere accompagnato da un ¿raggruppamento giudizioso delle società simbolo di questi due universi¿.

 

Il consolidamento in atto, riguarda anche le tlc: sempre la scorsa settimana, il secondo operatore giapponese di tlc fisse e mobili, KDDI, si è fuso con PoweredCom, filiale di servizi di accesso a banda larga del fornitore di energia elettrica Tokyo Electric Power, con un¿operazione da 1,1 miliardi di euro.

 

l’operazione ha per obiettivo ultimo la costituzione di un gruppo in grado di affrontare il gigante NTT, che continua ad avvantaggiarsi del suo antico ruolo di monopolista nipponico.

NTT controlla ad esempio più del 50% del mercato delle comunicazioni mobili attraverso la filiale DoCoMo.

 

KDDI vuole diventare abbastanza potente da disporre di una infrastruttura completa fino all’ultimo miglio, affrancandosi dalla dipendenza da NTT.

La sua unione con PoweredCom, permetterà infatti al gruppo di utilizzare anche la rete elettrica per veicolare i dati, attraverso le tecnologie powerline.

 

KDDI si mette anche nelle mire di Softbank (amministratore di Yahoo BB), diretto concorrente sia degli operatori telecom ben radicati sul mercato, con le sue offerte Wi-Fi, che dei portali Livedoor e Rakuten.

 

Il consolidamento in corso, dicono gli osservatori, ha tutte le possibilità di proseguire, anche alla luce dei forti progressi tecnici, delle evoluzioni legislative e dell’arrivo sulla scena di nuovi attori in grado di competere con i gruppi storici e di conquistare quote di mercato abbattendo le tariffe.

Senza contare il nuovo potere delle ex start up, divenute ormai realtà con grandi ambizioni, nutrite dalla convergenza.

 

Una tra tutte, la Index, provider di contenuti per la telefonia mobile, ha appena creato una joint venture con sede a New York, incaricata della gestione e della distribuzione globale di servizi mobili su scala mondiale.

Il gruppo ha già acquisito i diritti di BBC Radio.

 

Alessandra Talarico

 

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