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La pornografia infantile, cioè le immagini di bambini oggetto di abusi sessuali, è la prova di un grave crimine contro l’infanzia.
La produzione di materiale pedo-pornografico è cresciuta enormemente negli ultimi 10 anni, parallelamente allo sviluppo delle nuove tecnologie digitali. Coinvolge bambini sottoposti a comportamenti degradanti, violenti e umilianti e finalizzati al “piacere” degli abusanti.
Una nuovo rapporto sull’argomento, il “Position paper on child pornography and Internet-related sexual exploitation of Children¿, è stato lanciato in tutta Europa da Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dell’infanzia.
Il Position Paper sottolinea come pochissimi siano i minori vittime di pedo-pornografia online identificati e inseriti in programmi di protezione e riabilitazione.
Il database dell’Interpol con le immagini di abuso sui bambini contiene oltre 20.000 foto di singoli minori che sono stati sottoposti ad abuso sessuale per la produzione di immagini pedo-pornografiche. In tutto il mondo, meno di 350 di questi bambini sono stati individuati e presi in cura.
“Un dato così esiguo è motivo di grande preoccupazione per Save the Children”, commenta Carlotta Sami, Direttore dei Programmi di Save the Children Italia.
“Il fatto che la registrazione ed individuazione di immagini pedo-pornografiche non si risolva in un numero equivalente di bambini inseriti in programmi di protezione e in procedimenti giudiziari a carico degli abusanti, richiede un’immediata e urgente presa di posizione. I bambini hanno il diritto di essere protetti dall’abuso sessuale e di ricevere assistenza terapeutica e legale. Il basso numero di minori identificati rappresenta una grave violazione dei diritti dei bambini”.
Dal Position Paper risulta inoltre che singoli abusanti o gruppi di abusanti stanno utilizzando le nuove tecnologie per produrre, raccogliere e distribuire foto di bambini oggetto di violenza sessuale. E’ di vitale importanza che si intervenga contemporaneamente e in modo coordinato a livello politico, legislativo e di organizzazioni non governative per impedire che i bambini siano vittime di abuso per la produzione di immagini pedo-pornografiche o siano presi di mira e intercettati dagli abusanti quando navigano in Internet.
Infine il Rapporto ricorda che, più in generale l’80% degli abusi sessuali su minori sia ad opera di familiari o persone prossime ai bambini.
Per l’organizzazione, è essenziale innanzitutto che si implementi lo sviluppo di agenzie per la protezione dei bambini al fine di intervenire contro coloro che, direttamente o indirettamente, sfruttano sessualmente i minori attraverso la produzione e distribuzione di immagini pedo-pronografiche.
Oltre a questo, bisogna sensibilizzare i governi nazionali affinché finanzino ricerche e interventi destinati alle vittime di violenza sessuale a scopo di produzione di materiale pedo-pronografico.
E’ fondamentale, infatti, che i governi si adoperino affinché cresca la consapevolezza della gravità del trauma che i minori subiscono a seguito dell’abuso sessuale e della diffusione delle loro immagini su Internet e che si allochino più risorse per formare agenzie ed operatori specializzati nella identificazione delle vittime e che la cooperazione internazionale su questo versante sia rafforzata.
Importante è anche una maggiore cooperazione tra le agenzie nazionali e l’Interpol, per un migliore ed efficace coordinamento nell’attività di identificazione delle vittime.
Infine, ricorda Save the Children, sarebbe opportuno apportare delle modiche alle legislazioni nazionali al fine di rispondere alle nuove sfide di tutela e protezione dei minori rappresentate dalla diffusione di Internet.
Ciò è particolarmente rilevante considerando il frequente ricorso, da parte degli abusanti, di Internet come mezzo per contattare e adescare i minori.
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