Workshop di Saint Vincent all’insegna della convergenza. ITU, operatori e governo a confronto sull’ubiquitous society

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Dal nostro inviato a Saint Vincent

 

Si è svolto nel fine settimana a Saint Vincent il workshop internazionale ¿Tomorrow¿s Network Today¿, co-organizzato dall’ITU (International Telecommunication Union ¿ Strategy and Policy Unit), agenzia specializzata delle Nazioni Unite per le telecomunicazioni,  con Ministero delle Comunicazioni, Regione Valle d’Aosta e Fondazione Ugo Bordoni.

 

Erano presenti più di 300 persone, provenienti da oltre 50 Paesi nel mondo. Per l’Italia c’erano i responsabili tecnologici di tutti gli operatori di telefonia mobile, gli esponenti di spicco dei maggiori carrier di banda larga, satellite, WiFi (WISP), ma anche i produttori. Presente il Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, e i vertici dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

 

Al centro del dibattito la promozione internazionale del nostro Paese in tema di “reti di nuova generazione”, che stanno nascendo dalla convergenza di piattaforme tecnologiche fino ad oggi separate, con la conseguente possibilità di costruire nel prossimo futuro una nuova “Ubiquitous Society¿. 

 

La ¿società dell’ubiquità¿ è anche un nuovo mercato in cui saranno connesse in ogni momento e in ogni luogo non solo le persone tra loro, ma anche gli oggetti della nostra vita quotidiana. Visto che le premesse di una società a tecnologia pervasiva sono in Italia molto buone, a giudicare dalla straordinaria penetrazione del mobile e dalla impressionante velocità di diffusione della banda larga, ITU ha dedicato al nostro Paese due case study presentati in anteprima durante il workshop. La decisione di presentare le ricerche a Saint Vincent non è stata casuale, visto che la Valle d’Aosta, insieme alla Sardegna, rappresentano da diversi anni dei territori di sperimentazione all’avanguardia per le nuove tecnologie e i rispettivi progetti di mash-ups (utilizzo della comunicazione mischiato tra differenti piattaforme tecnologiche, fisse e mobili). 

 

E’ quanto ci ha confermato l’Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni Regionali della Valle d’Aosta, Aurelio Marguerettaz, che sta seguendo le numerose sperimentazioni realizzate dalla Fondazione Ugo Bordoni in tema di televisione digitale, Mobile Tv e comunicazioni wireless. Sperimentazioni che ¿ ha dichiarato Marco Obiso dell’ITU, autore insieme a Cristina Bueti dei case study italiani ¿ possono rappresentare già una best practice a livello internazionale e dovrebbero auspicabilmente essere esportate anche in altre regioni.

 

“Non dobbiamo affrontare le date in modo ideologico – ci ha detto  Marguerettaz – e mi riferisco, tra l’altro, anche allo switch-off della TV analogica a favore del digitale terrestre. E’ vero, ci siamo candidati a essere area all digital, dovendo mettere a punto un monitoraggio continuo sulle infrastrutture, le esigenze dei cittadini, i decoder, con l’obiettivo di essere in anticipo rispetto ad altri nel processo di accompagnamento all’evoluzione culturale digitale.  Ma le date hanno un significato nel momento in cui terminano un processo che, anche nel caso della sperimentazione sul WiMax, rappresenta per noi la possibilità di essere un microsistema all’avanguardia nei nuovi stili di vita high-tech e per questo anche in grado di attrarre anche un nuovo modello di turismo nazionale e internazionale”.

 

Ma al centro del dibattito sia durante la prima, sia durante la seconda giornata, ci sono stati anche i temi della regolamentazione e del cosiddetto spectrum trading e lo stato di avanzamento delle ricerche in campo di standardizzazione. Proprio l’importanza della definizione di uno standard multipiattaforma è stata più volte al centro delle presentazione dei relatori italiani e stranieri. La posizione di ITU e dei convenuti è stata alla fine convergente: sarebbe auspicabile la definizione di un protocollo standard in grado di andare al di là della tecnologia di trasporto utilizzata (oggi infatti non è ancora così), sia esso in rame/fibra, onde radio (RFC), etc. e al di là dell’applicativo/servizio che l’utente finale vuole utilizzare (VoIP, Video Streaming, ¿) a cui tutte le comunicazioni possano fare riferimento in futuro.

 

Anche se a tratti il fascino del tecnicismo ha preso il sopravvento, con presentazioni per addetti ai lavori, alla fine tutti sono stati concordi che per l’utente finale la sostituzione del protocollo IPv4 con IPv6 passerà inosservata (riveste una fondamentale importanza invece per l’espansione delle comunicazioni, come ci ha anche confermato Vinton Cerf nell’ intervista per Canale Podcast (leggi e ascolta l’intervista).

Ciò che invece non sarà facile per il cittadino-consumatore digitale sarà adeguarsi ai continui cambiamenti del proprio “stile di vita tecnologico”. Sarà il caso dello switch-off del digitale terrestre, che prima o poi dovrà avvenire per la popolazione in Italia, del passaggio da ADSL a ADSL+2, dal GSM al 3G ¿ obiettivo attuale delle compagnie telefoniche ¿ e al 4G, ovvero l’Ubiquitous Society. Lo sviluppo di tutte queste tecnologie porterà da qui a 5 anni, secondo Telecom Italia,  a spostare l’attenzione dal binomio comunicazione ¿voce-o-dati” alla comunicazione “servizio” con nuove abitudini tecnologiche come la domotica o il ricorso alla sanità attraverso l’uso della telemedicina.

 

Una fase di passaggio dunque nelle “abitudini di consumo tecnologico” che giustifica la difficoltà sempre più concreta per gli operatori di continuare a fare alti margini sul solo binomio voce-o-dati e che è anche il motivo per cui il mercato della telefonia mobile stenta a implementare la fase del cosiddetto 3G. La creazione di una domanda tecnologica alternativa, come quella derivante dal WiFi, dal VoIP, dalla nascente Mobile TV, in futuro probabilmente dal WiMax, rende oggi l’offerta “multimediale” di servizi da parte delle telefoniche (TIM, Vodafone, H3G, Wind) come ¿accessoria¿ per buona parte dell’utenza finale. Il rischio però, che è stato più volte ribadito dal sottoscritto su queste pagine, è che il cliente “non iniziato alle tecnologie” si abitui a rimanere alla finestra in attesa della tecnologia più potente, senza di fatto mai sperimentarne alcuna realmente, con un conseguente gravissimo danno per il settore ICT. Un tempo di incubazione per capire le nuove tecnologie sarà essenziale per grandi fette della popolazione e su questo versante i politici sembrano avere ben chiare le ripercussioni sociali che nuove reti possono rappresentare; in ogni senso. 

 

Guido Salerno, Direttore Generale della Fondazione Ugo Bordoni, Capo di Gabinetto del Ministero delle Comunicazioni e membro dell’Advisory Board di Key4biz, ha infine sapientemente ribadito l’importanza strategica di un efficiente uso dello spettro, nell’ottica della realizzazione di una piena convergenza tra le reti. Tale uso sarà, tra l’altro, l’unico metodo perché il cittadino/consumatore possa godere in modo integrato delle possibilità tecnologiche dischiuse dalle nuove tecnologie. ¿Ringrazio l’ITU – ha dichiarato Guido Salerno – per aver collaborato alla realizzazione di un dibattito di livello così elevato sul tema delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni in Italia, forse per la prima volta nella nostra storia. Credo sia il riconoscimento di oltre un decennio di grandi progressi del nostro Paese nel campo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni¿. 

 (L.D.)

Per ulteriori approfondimenti, leggi:
 

Convergenza del digitale terrestre: da domani a Saint Vincent il gotha dell’ICT si confronta sulle sfide future

 

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