Italia
Pubblichiamo con piacere il contributo di Pierfilippo Roggero, pubblicato anche questa mattina sul Alfa, supplemento de Il Sole24Ore
Presidente Assinform
I dati Assinform sul mercato ICT nel primo semestre 2005, parlano chiaro: in Italia non c”è un”inversione di tendenza rispetto alla situazione di ristagno degli ultimi anni. Il lieve miglioramento (+ 2,1%) rimane una modesta performance congiunturale in uno scenario preoccupante. La dinamica del mercato resta inferiore a quella degli altri Paesi europei, dai quali ci differenziamo anche per una struttura della domanda che rivela fragilità e anomalie. Oggi, in Italia, è infatti la spesa in ICT delle famiglie a crescere ¿ spinta anche dalle agevolazioni per l”acquisto di decoder e di PC ¿ mentre quella delle imprese e della Amministrazione, tutta in investimenti, mostra un evidente affanno.
Una forbice allarmante
E” una forbice che si è allargata e che allarma. Per almeno due motivi. Il primo è che le famiglie non hanno capacità infinite di spesa, come dimostra anche il balzo del credito al consumo. Il secondo è che le imprese, nella fase di stagnazione in cui versa l”economia italiana – gli investimenti in macchinari e attrezzature, nello stesso periodo, sono calati del 5,5% – investono sempre meno in innovazione, quando invece sarebbe opportuno il contrario. In queste condizioni, un calo nella spesa delle famiglie è non solo possibile, ma è anche sufficiente a generare effetti pesanti nel nostro comparto e per l”intera economia. Purtroppo ci rendiamo conto di avere poco ascolto su questi temi, soprattutto nei contesti istituzionali e politici. E questo nonostante l¿evidenza della correlazione diretta tra investimenti in innovazione e miglioramento del business, già da tempo riflessa dal DNA delle imprese che hanno successo nel mondo, così come in quelli dei sistemi Paese più forti.
Non c¿è peggior sordo¿
Purtroppo, nel nostro sistema, questa visione fa una gran fatica ad attecchire. A tutti i livelli. Nei Partiti come in Parlamento e nei Ministeri guida, sino alle stesse parti sociali, al mondo della finanza e dell¿Amministrazione Pubblica. Sembra proprio che l¿innovazione, nel suo pieno significato, di prodotto e di processo, non trovi sponsor di rilievo fra i decisori del nostro Paese, nemmeno alla vigilia della lunga campagna elettorale che ci attende. Tant¿è che ci stiamo chiedendo quali probabilità ci siano di trovare tale materia nei programmi delle coalizioni che si sfideranno. Eppure, forze politiche e candidati dovrebbero essere interessati al tema, anche per il peso che ha in termini di voti. Sono infatti più di 1 milione le persone che lavorano nell¿ICT presso le aziende del settore e i loro clienti (imprese, banche, Amministrazioni, ecc..). Sono una percentuale significativa, non solo della forza lavoro (oltre il 5%), ma anche degli elettori italiani (2% se si guarda solo ad essi, ma anche del 5-6% guardando alle loro famiglie). E molte di queste persone, con livelli scolastici medio-alti e competenze elevate, sono molto preoccupate per il loro futuro, perché il calo degli investimenti ICT.
Assinform-NetConsulting: Mercato ICT in Italia, I Semestre 2005
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Assinform-NetConsulting: ancora ritardi e squilibri nell´ICT. Capitani, ´Il mercato italiano si va muovendo in modo molto conservativo´
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