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I telefonini hanno tutto il potenziale per abbattere gli ostacoli che impediscono a miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo di accedere alle tecnologie della comunicazione e dell¿informazione, ma solo se i governi lavoreranno con l¿industria mobile per abbassare al minimo i costi implicati nel possederne uno.
Non è una nozione puramente teorica: studi precedenti hanno dimostrato che la telefonia mobile svolge un ruolo molto importante nella riduzione dei costi di business e nella spinta industriale in tutti quei Paesi privi di infrastrutture di telecomunicazione fissa e, secondo la London Business School, una penetrazione mobile del 10% è in grado di spingere la crescita annuale di un Paese dello 0,6%.
Sulla urgenza della situazione è intervenuta la GSM Association che, all¿inizio di quest¿anno, ha lanciato un programma per abbattere le barriere che impediscono agli abitanti dei paesi in via di sviluppo di accedere alle comunicazioni mobili.
Questo programma è stato il risultato diretto di una ricerca secondo cui il costo del telefonino e le tasse troppo elevate hanno reso le comunicazioni mobili inaccessibili per milioni di persone, provocando un grave ritardo nello sviluppo economico e sociale di questi paesi.
Secondo il rapporto della GSMA, in 16 Paesi in via di sviluppo su 50 presi in esame, le tasse rappresentano il 20% del costo totale relativo al possesso e all¿uso del telefonino.
In 14 di questi Paesi, l¿utente mobile medio paga più di 40 dollari all¿anno in tasse sul telefonino e i servizi mobili.
¿C¿è una grande incongruità nel modo in cui i governi affrontano il digital divide¿, dice Rob Conway, Ceo della GSMA.
¿Dicono di volere che più gente abbia accesso alle comunicazioni, eppure impongono alte tasse sui telefonini e sul loro uso¿.
Lo studio, condotto da Pyramid Research, Frontier Economics, Deloitte & Touche e Parifica per conto di GSMA, è il primo ad analizzare l¿impatto delle tasse sulla diffusione dei telefonini in un vasto numero di paesi in via di sviluppo.
19 dei paesi presi in esame dallo studio impongono agli utenti tasse aggiuntive, prima di tutto sulla vendita, che ammontano a circa 13 dollari ad utente.
Tutte queste imposte, ¿rallentano il rollout e impediscono l¿accesso a strumenti potenti nella lotta contro la povertà¿, proprio in quei Paesi cheinvece dovrebberotrarre maggior guadagno dalle nuove tecnologie di comunicazione.
Lo studio GSMA ha anche rilevato che gran parte delle vendite di telefonini nei mercati emergenti avviene attraverso il mercato nero.
Nel 2004, il 39% dei cellulari venduti è stato distribuito via canali illegali, causando una perdita di 2,7 miliardi nei 50 mercati esaminati.
Se questo trend continuasse, spiega GSMA, nei prossimi 5 anni si registrerebbero perdite per 24,5 miliardi.
La GSMA ha lanciato un¿iniziativa per incoraggiare i costruttori a produrre telefonini low-cost per i mercati in via di sviluppo. Il prezzo di questi cellulari dovrebbe aggirarsi sui 30 dollari, ma in alcuni Paesi il prezzo al dettaglio sarà più alto a causa delle tasse di importazione e di vendita.
Se questi apparecchi fossero esenti da tasse varie, tra il 2006 e il 2010, nei 50 mercati esaminati verrebbero venduti 930 milioni di apparecchi in più.
Alcuni Paesi, tuttavia, hanno già avviato una riduzione delle tasse. Negli ultimi tre anni, ad esempio, il governo indiano ha abbassato le tasse di importazione, facendo salire la percentuale di utenti mobili dall¿1% al 5%.
Dei 50 Paesi presi in esame, la Turchia impone le tasse più elevate, che rappresentano oltre il 44% dei costi di possesso e di utilizzo di un telefonino e gravano sulle tasche di ogni utente per 73 dollari all¿anno.
Secondo la GSMA se si abbassassero le tasse sui servizi mobili anche solo dell¿1%, il numero degli utenti aumenterebbe di oltre 34 milioni di unità in 19 Paesi, mentre il traffico voce subirebbe una crescita del 25%.
Per non parlare dei vantaggi a lungo termine per l¿economia: ogni utente genererebbe, infatti, 25 dollari all¿anno in più in profitti legati all”uso effettivo dei servizi.
La copertura mobile ha raggiunto oramai il 77% della popolazione mondiale, ma molto deve ancora essere fatto affinché la stragrande maggioranza degli abitanti del mondo abbia accesso ai servizi.
Al World Summit on the Information Society (WSIS) nel 2003, 175 Paesi si sono impegnati a fare in modo che nel 2015 almeno la metà degli abitanti del Pianeta abbia accesso alle tecnologie mobili.
Se i governi prenderanno sul serio questo impegno, l¿obiettivo potrebbe essere raggiunto già nei prossimi 5 anni, portando enormi benefici sia alle popolazioni che alle economie dei Paesi in via di sviluppo.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Telefonini ultra-low cost: a sostegno dei mercati emergenti, scende in campo anche la GSMA
Telefonia mobile: i costruttori puntano a 3 miliardi di utenti e convergono sul low cost
Telefonia low-cost: da Philips cellulari a 20 dollari per i mercati emergenti
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