Europa
La Commissione europea sta procedendo nei lavori per la sostituzione della Direttiva TV senza Frontiere (89/552/CEE come modificata dalla Direttiva 97/36/CE), in modo da adattare il quadro normativo europeo ai mutamenti del mercato media, dove va sempre più affermandosi il video on-demand, la trasmissione di contenuti sulle linee a banda larga e il podcasting.
Ma in mezzo a tante voci che stanno sostenendo l¿opera della Commissione, si è levato un coro di protesta in occasione dell”Audiovisual Conference ¿ Between Culture and Commerce di Liverpool, presenti i vertici Istituzionali della Ue e dei Paesi membri, oltre che i maggiori operatori del mercato radiotelevisivo.
L¿incontro è stato occasione di confronto e di scambi di esperienze e valutazioni su quanto sta avvenendo con l¿avvento del digitale. Broadband Stakeholder Group (BSG) e Intellect sono quelli che hanno evidenziato più di altri la ferma convinzione che quanto sta facendo la Commissione Ue per riformare il settore radiotelevisivo risulta insufficiente. ¿E¿ come se volessimo regolamentare Internet passando attraverso la porta di servizio¿.
Con il nuovo quadro normativo, la Ue vorrebbe estendere la regolamentazione oggi applicata solo al broadcasting tradizionale a tutti i contenuti audiovisivi. Queste nuove disposizioni andranno a regolamentare tutti i servizi di contenuti audiovisivi, a prescindere dalla piattaforma utilizzata (radiodiffusione, high-speed broadband, telefonini 3G).
Gli operatori telecom saranno presto in grado di fornire servizi di broadcasting con una qualità uguale a quella della televisione classica, e i fornitori tradizionali di contenuti faranno il loro ingresso sui mercati delle comunicazioni.
Molto presto i consumatori potranno guardare e ascoltare i contenuti audiovisivi, a prescindere dal tempo e dal luogo, a da quale piattaforma (televisore, computer, cellulare, personal digital assistant¿).
L¿obiettivo è di regolamentare in modo flessibile la gestione di questo tipo di servizi, in modo da rendere maggiormente competitivo il mercato europeo.
Nel suo intervento alla Convention, il direttore generale della BBC, Mark Thompson, ha anche lui evidenziato le proprie perplessità, definendo irrealistici i tentativi di provvedere con un¿unica Direttiva alla regolamentazione dei nuovi media e di quelli tradizionali. Il Dg ha aggiunto che i contenuti che gli utenti si aspettano da BBC Online sono molto differenti da quelli attesi dalla televisione. Questo per far comprendere quanto i servizi distribuiti online rispondano ad esigenze diverse rispetto a quelli che sfruttano i vecchi canali, come appunto la televisione.
BSG e Intellect hanno sottolineato anche il fatto che le definizioni usate dalla Commissione per distinguere i metodi di trasmissione nuovi da quelli precedenti non risultano aggiornati. Le nuove disposizioni dovrebbero comprendere anche a nuovi settori come, per esempio, i quotidiani online che attualmente non rientrano nella regolamentazione Ue in materia di contenuti.
Anthony Walker, Direttore della sezione Knowledge Economy di Intellect, ha dichiarato: ¿I nostri membri sono seriamente preoccupati che le proposte della Commissione europea impediscano la crescita del mercato europeo dei contenuti e dei new media¿.
Walker ha aggiunto che ¿Ai nuovi servizi di contenuti audiovisivi, forniti grazie all¿innovazione nella tecnologia digitale e Internet, dovrebbe essere dato il tempo di evolversi e svilupparsi, invece che essere regolamentati da disposizioni Ue premature e inutili¿.
Le due organizzazioni credono, infatti, che le proposte siano affrettate, ingiustificate, inadeguate e inattuabili.
Una posizione molto forte che sembra aver trovato anche il supporto di diversi operatori telecom e delle industrie dell¿editoria e dei nuovi media. Dalle pagine dell”eminente Financial Times James Murdoch, amministratore delegato della televisione satellitare BSkyB, ha titolato un proprio articolo: “Le arcaiche regole per la televisione non hanno posto nell”era di Internet”.
Il giovane rampollo di casa Murdoch ha criticato il progetto di riforma della Direttiva europea definendola “inutile e arbitraria”. “Mentre l”Internet a banda larga è sempre più in grado di fornire video di alta qualità, dovremmo continuare ad avere differenti regime regolatori per la Tv e per altre trasmissioni audiovisive? La Commissione europea lo pensa. Le sue proposte di mantenere regole più strette per le emittenti tradizionali che per le trasmissioni on-demand è destinato a fallire. Per un consumatore – ha scritto Murdoch – se l”immagine sul suo schermo arriva da un ricevitore Tv o una connessione a banda larga presto potrebbe essere irrilevante. Una regolamentazione diversa é inutile e arbitraria”.
Un sondaggio, realizzato da BSG, rileva che la maggior parte dei dirigenti senior delle industrie coinvolte vorrebbero che la Ue aspettasse ancora prima di approvare la nuova Direttiva. L¿80% circa ritiene che la legislazione potrebbe aprire la porta a una più ampia regolamentazione di Internet e il 77% pensa che le proposte potrebbero ostacolare l¿emergente mercato dei nuovi mezzi di informazione ed entertainment.
La Tv su banda larga sarà una realtà entro il prossimo decennio, secondo un recente Rapporto di Lovelace Consulting and informitv. Sempre secondo questa ricerca, la televisione diventerà più simile al Web, con milioni di programmi da scaricare, all¿insegna della convergenza tra la Tv digitale e Internet, come dimostrano gli ultimi sviluppi.
Pur riconoscendo che la Direttiva TV senza Frontiere abbia bisogno d¿essere aggiornata secondo le nuove esigenze, Intellect e BSG vorrebbero che la Commissione Ue facesse un passo indietro nei piani per futura normativa comunitaria.
Alcune lobby politiche stanno chiedendo una consultazione più ampia che coinvolga tutte le industrie che saranno coinvolte in questo processo di riforma.
Philip Graf, presidente di BSG, ha dichiarato ai delegati presenti all”Audiovisual Conference, che ¿Il mondo della diffusione radiotelevisiva è entrato in un periodo di rapidi cambiamenti e le disposizioni normative avranno bisogno di successivi emendamenti¿.
E ha concluso dicendo che l¿approccio della Ue, così generale, non sembra il modo più corretto per predisporre un quadro legislativo che dovrebbe tener conto dei rapidi mutamenti di questo mercato.
i2010 – A European Information Society for growth and employment
Public Consultation on the Revision of the “Television Without Frontiers” Directive
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
La consultazione sulla Direttiva TV senza frontiere: un¿occasione da non perdere
Contenuti audiovisivi verso il futuro: la Ue approda all¿ultima fase delle consultazioni per l¿adozione della nuova Direttiva
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