Rapporto sul Cinema: crescono del 10% le vendite di biglietti, ma si conferma il successo dell’home video

di Raffaella Natale |

Italia


Tv e famiglie

Presentato a Roma, il Rapporto dell’Osservatorio Italiano dell’Audiovisivo di Cinecittà Holding sul mercato cinematografico italiano dal 2000 al 2004. Dopo la relazione introduttiva del Direttore Generale di Cinecittà Holding, Alessandro Usai, e una presentazione dello studio a cura di Antonio Breschi, direttore dell’Osservatorio italiano dell’audiovisivo di Cinecittà Holding, è seguita una tavola rotonda con i protagonisti del mercato audiovisivo italiano, a cui hanno preso parte il Direttore Generale del Ministero dei Beni e Attività Culturali Gaetano Blandini, l’Amministratore Delegato di Rai Cinema Giancarlo Leone, il Vicepresidente e Amministratore Delegato di Medusa Giampaolo Letta, il Presidente Anec Walter Vacchino, il presidente Univideo Davide Rossi, l’Amministratore Delegato 20th Century Fox Italia Osvaldo De Santis, la regista Cristina Comencini, l’Amministratore Delegato di La7 Fabrizio Grassi. Ha moderato l’incontro Severino Salvemini dell’Università Bocconi.

 

Nel proprio intervento, Breschi ha sintetizzato il volume (170 pagine), mettendo in luce i vari aspetti che riguardano il mercato cinematografico italiano, le nuove tendenze, dando gli spunti per il successivo dibattito, che ha visto impegnati i rappresentanti dei vari settori della filiera.

Come spiega una nota, la pubblicazione del Rapporto, che diverrà annuale dal 2006, è già di per sé una novità importante, sul modello di quanto già operato dal francese CNC, di cui è artefice la nuova Cinecittà Holding: e nasce in stretta collaborazione con il MBAC, prima fonte con la Siae di dati complessivi.

 

La discussione è partita dai dati, peraltro positivi, presentati nel Rapporto, che sono stati ampiamente illustrati dal professor Salvemini.

Blandini ha, infatti, inquadrato l’iniziativa nella politica di trasparenza della pubblica amministrazione. Usai ha sottolineato un altro importante aspetto, quello della difficoltà di reperire informazioni.

Spesso – ha commentato il DG del Ministero dei Beni e Attività Culturalila disinformazione ha fatto male al nostro cinema“. Blandini ha anche evidenziato le inadeguate risorse per il 2005, “è inutile avere una macchina nuova ed efficiente, come la nuova legge, se poi non c’è benzina da mettere nel motore”.

Nel periodo analizzato, 224 film su 591 prodotti hanno beneficiato di aiuti pubblici, con una punta di 105 milioni di euro nel 2003. Mentre i contributi sugli incassi sono stati pari a 20 milioni di euro medi negli ultimi anni. Quanto ai costi, in base ai preventivi approvati, emerge che quelli per singolo film nel quinquennio sono cresciuti dell’82%.

Tra i temi affrontati l’home video, che ha superato il cinema in sala, l’esercizio, le coproduzioni, la stagionalità, la disattenzione delle Tv generaliste ai film italiani, la visibilità all’estero. Cristina Comencini, regista di uno dei film di maggior successo al Festival di Venezia con “La bestia nel cuore“, ha sottolineato come, al di là delle statistiche “si debba capire cosa è realmente in attività, quale sia il mercato, anche con durezza”.

 

I presenti al Convegno, hanno poi lamentato a Rai e Mediasetlo scarso impegno nella politica culturale che potrebbe creare, come accade in Spagna, maggiore passione del pubblico per il cinema nazionale e i suoi personaggi”.

Guardando ai dati del Rapporto, si rileva che negli ultimi 5 anni, le vendite di biglietti nelle sale cinematografiche italiane sono cresciute dell’11,6% (116 milioni di biglietti), anche se la metà è stata staccata al Nord – si spiega nel Rapporto – e solo il 22% al Sud e nelle Isole. Ma sono diminuiti i nuovi film presentati, che sono passati dai 435 del 2000 ai 392 del 2004. L’incasso è volato verso i 660 milioni euro del 2004, anche se nel frattempo l’home video ha avuto un’impennata ben maggiore con un fatturato di 945 milioni euro nel 2004 e +53% nel periodo considerato.

Diminuisce l’offerta di film in Tv: da 5.073 a 4.178 sulle sette reti generaliste, di cui solo il 4% (circa 50) in prima serata. Tra le reti generaliste più attente per numero di film mandati in onda, Rete4, seguita da Rai3 e Rai1.

Tra sale cinematografiche – ha detto nel suo intervento l’AD di La7 Televisioni Fabrizio Grassi – home video e Tv, credo che ci siano spazi di non conflittualità, anzi come emittente televisiva noi pensiamo che oggi sia possibile rinnovare il traino cinema-Tv e viceversa che ha funzionato nella prima fase dell’esperienza televisiva. Tutto questo grazie anche alle nuove opportunità che potrà offrire il digitale terrestre. La7, per esempio, ha già dato il via a questo esercizio sperimentale iniziandolo in sordina con la programmazione di film Mikado“.

Secondo il Rapporto, che si concentra su 2.323 imprese di cui 1.715 esercenti di sale, in particolare, “gli schermi attivi nelle sale cinematografiche ” ha spiegato Antonio Breschi – per più di 120 giorni l’anno sono 3.171, in crescita rispetto alle 2.496 di cinque anni fa, ma lontani dalla capillarità della Francia. Mentre, oltre il 55% degli incassi va solo a 4 gruppi: Medusa, UIP, Buona Vista, e Warner, sui circa 40 operatori che sono attivi nella distribuzione. Oltre 100, invece, sono i film prodotti ogni anno dalla nostra industria cinematografica”.

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