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Le attività criminali online di ogni genere e tipo hanno registrato un¿impennata nei primi sei mesi del 2005, alimentati dall¿aumento delle falle nella sicurezza dei software e dal numero sempre maggiore di computer privati utilizzati contro il volere dei proprietari per distribuire spam, virus e spyware.
Nel corso del primo semestre di quest¿anno sono state scoperte 1.862 nuove vulnerabilità, quasi tutte di criticità da moderata a molto alta e oltre la metà delle quali trovate in applicazioni Web-based.
Gli utenti Internet, dunque, sono sempre più testimoni passivi di quest¿ondata di minacce alla sicurezza, mentre gli esperti prevedono una nuova recrudescenza della cybercriminalità in tutte le sue forme.
I buchi nella sicurezza dei programmi web-based rappresentano un serio pericolo soprattutto per le aziende poiché gli hacker li utilizzano per bypassare i sistemi di sicurezza ¿ come i firewall ¿ o per accedere a informazioni confidenziali.
Le vulnerabilità più comuni e pericolose sono quelle riscontrate nei browser Internet.
Il navigatore FireFox ha guadagnato consensi quest¿anno proprio perché ritenuto una sicura alternativa al rivale storico Internet Explorer, funestato da una miriade di ¿buchi¿ alla sicurezza.
Durante la prima di quest¿anno, però, sono state rilevate 25 vulnerabilità in FireFox, quasi il doppio di quelle trovate in IE.
Cresce senza sosta anche il numero di attacchi DoS, alimentati dall¿aumento di reti bot, ossia quei network formati da Pc infettati da un virus e utilizzati per inondare di dati siti web che diventano così inutilizzabili.
Secondo l¿associazione non-profit SANS Internet Storm Center, che traccia i trend dell¿universo hacker, sarebbero in media 260 mila i ¿bot¿ utilizzati ogni giorno per localizzare altri computer vulnerabili.
Quest¿aumento indiscriminato sarebbe da attribuire all¿enorme numero di pc ¿domestici¿ sotto il controllo degli hacker. Nei primi sei mesi del 2005, il numero di ¿bot¿ attivi sulle reti monitorate dalla società specializzata Symantec è più che raddoppiato, passando da 4.348 a 10.352, rendendo la minaccia più grave che mai.
Non si tratta più, infatti, di singoli criminali, ma di una vera e propria rete che crea i network ¿bot¿ e li vende o li affitta a aziende di marketing con pochi scrupoli (leggi: spammer).
In drammatico aumento anche l¿uso del phishing, pratica per mezzo della quale novelli artisti della truffa utilizzano la posta elettronica per convincere gli utenti a entrare in siti fasulli per carpirne i dati personali.
Il volume dei messaggi di phishing è cresciuto da una media di 2,99 milioni a 5,7 milioni al giorno. In pratica, una email su 125 è un tentativo di phishing, una crescita del 100% rispetto al primo semestre 2004.
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