Mondo
Cosa si nasconde dietro la creazione di un virus informatico?
All¿inizio era soltanto la voglia di fama, una ¿burla¿ dietro cui si nascondevano spesso teen ager in vena di creare un po¿ di scompiglio nel cyberspazio.
Ora, però, le motivazioni primarie sembrano essere cambiate e gli attacchi informatici virali sono vere e proprie operazioni professionali organizzate nei minimi dettagli dall¿inizio alla fine.
I soldi, e cosa sennò, sono alla base di uno dei più fastidiosi fenomeni dell¿era Internet, che non si è fermato neanche davanti alle più drammatiche catastrofi degli ultimi tempi, come lo tsunami del sud est asiatico o l¿uragano Katrina.
L¿arresto nei giorni scorsi dei due autori del virus Zotob ha dato agli investigatori una rara opportunità di sondare lo stile di vita e le motivazioni che spingono gli hacker a creare e diffondere un virus.
Farid Essebar è stato arrestato in Marocco, Atilla Ekici in Turchia: i due ragazzi hanno creato non pochi problemi a oltre 100 compagnie mondiali, dalla CNN al Financial Times.
Sebbene la Turchia sia nota come avamposto di molti hacker, è la prima volta che si sente di una simile attività proveniente dal Marocco. Essebar, però, è di origine russa e proprio in Russia risiedono molti hacker e operano diverse organizzazioni specializzate in crimini hi tech.
I due ragazzi hanno ricavato il virus Zotob dai codici di Mytob, creato proprio in Russia da un hacker noto come houseofdabus. Codici che erano anche alla base di Sasser il cui autore ¿ il tedesco Sven Jaschan – è stato arrestato nel maggio dello scorso anno e condannato a 21 mesi di carcere con la condizionale.
I due autori di Zotob, come Jaschan, non avevano dunque l¿abilità tecnica per creare un virus, non l¿hanno fatto per fama, ma per soldi.
Da alcune conversazioni in chat scoperte da uno specialista in sicurezza informatica dell¿Università della Pennsylvania che ha poi allertato l¿FBI, è infatti emerso che lo scopo di Essebar (col nome di Diabl0) era quello di abbassare i livelli di sicurezza del browser Explorer così che alcune pop-up non sarebbero state bloccate.
Diabl0 ha riferito che i pubblicitari autori di quelle pop-up lo avrebbero pagato profumatamente, dal momento che anche se il virus fosse stato eliminato dalla macchina infettata, il flusso di messaggi non richiesti sarebbe continuato.
Diabl0 avrebbe ricevuto un compenso in base ai click sulle pop-up: un affare non da poco visto che Zotob è subito balzato in vetta alle classifiche dei virus più diffusi nel mese di agosto.
I virus writer, dunque, si dimostrano sempre più scaltri e camaleontici. Nei mesi scorsi è salito agli onori delle cyber cronache il primo caso di ¿rapimento¿ dei dati contenuti sul Pc, rilasciati dietro il pagamento di un riscatto.
Insomma, distruggere dati e rubare password sarebbe ormai passato di moda: le sfide più recenti messe in atto dagli hacker dimostrano che si è andati ben oltre la semplice propaganda, per aggiungere nuovi e astuti soprusi alle già innumerevoli ¿piaghe¿ ¿ spyware, virus, phishing, frodi di ogni genere, attacchi DoS ¿ che affliggono quotidianamente la vita di chi su Internet ci lavora o ci si diverte.
© 2005 Key4biz.it