Europa
La recrudescenza del terrorismo nelle ultime settimane ha spinto molti governi a prendere le adeguate contromisure per quel che riguarda la gestione dei dati delle linee telefoniche e delle email.
Queste misure, tuttavia, non possono essere sufficienti a scoraggiare l¿uso della Rete nella preparazione e nella rivendicazione degli attentati e l¿associazione britannica dei Chief Police Officers ha chiesto al governo un nuovo set di leggi che diano ai servizi di sicurezza il ¿potere di attaccare determinati siti Web¿.
La proposta si inserisce in una serie di richieste presentate al Primo Ministro nell¿ambito della lotta al terrorismo e prevede, tra le altre cose, anche l¿introduzione di un nuovo reato relativo all¿uso di Internet ¿per preparare, incoraggiare e facilitare atti terroristici¿.
La richiesta dell¿ACPO ha tuttavia diverse implicazioni che esulano dalla mera lotta al terrorismo, coprendo anche una serie di altri reati che vanno dall¿estremismo interno alla pedopornografia in Rete.
Le forze dell¿ordine hanno già facoltà di intervenire su quei siti Web che rientrano nella giurisdizione britannica, ma le minacce più gravi provengono dall¿esterno: ¿La questione va oltre i confini nazionali e richiede una massiccia cooperazione internazionale¿, dice l¿ACPO.
¿La necessità di poteri e garanzie adeguate è implicito¿, ecco perché il governo deve fare in modo di introdurre nell¿agenda della Ue e del G8, temi caldi come ¿la legalizzazione dell¿hacking, l¿interdizione e il denial of service¿.
Per quel che riguarda l¿introduzione di un nuovo crimine relativo all¿uso della rete nella preparazione di attentati, l¿ACPO giustifica la richiesta con la necessità di ¿sopprimere l¿uso inappropriato della Rete in rispetto delle attuali capacità di comunicazione globale¿.
Questa misura preventiva potrebbe essere inclusa nella legislazione anti-terrorismo in preparazione in Gran Bretagna e che permetterà alla polizia e ai servizi di intelligence di intervenire preventivamente per ¿¿proteggere il pubblico e contrastare i messaggi negativi relativi agli arresti per terrorismo¿.
Già all¿indomani degli attentati del 7 luglio, il ministro degli interni britannico Charles Clarke aveva fatto pressioni sul Parlamento Europeo e sui ministri della Ue perché accettassero la necessità di conservare i dati sulle telecomunicazioni per aiutare polizia e servizi di sicurezza a indagare su terroristi.
Non si tratterebbe, assicura Clarke, di registrare il contenuto di telefonate ed email, ma piuttosto ¿¿l¿ora, la data e la destinazione delle chiamate e dei messaggi¿, sottolineando che compagnie telefoniche e provider di internet dovrebbero conservare i dati per un tempo considerevole, che potrebbe andare da un minimo di sei mesi ad un massimo di qualche anno per agevolare il lavoro investigativo e di monitoraggio di eventuali sospetti.
Attualmente, i dati sul traffico telefonico sia fisso che mobile vengono conservati per tre mesi e poi distrutti in genere dopo l¿emissione della fattura all¿abbonato.
Venerdì, intanto, il Consiglio dei Ministri ha approvato un pacchetto antiterrorismo che include, tra le altre cose, la conservazione per 2 anni di tutti i dati di traffico delle eMail e delle telefonate.
© 2005 Key4biz.it