Terrorismo e privacy: Italia e Stati Uniti irrigidiscono le misure di controllo di email e telefonate

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A poche ore dai nuovi attentati terroristici di Londra, i governi di Italia e Stati Uniti hanno preso provvedimenti urgenti e mirati a scongiurare ulteriori attacchi ai danni di civili e città occidentali.

E così, la Camera dei Rappresentanti americana ha prorogato il Patriot Act, il pacchetto di misure di emergenza adottate all’indomani dell’11 settembre 2001, mentre il Consiglio dei Ministri ha approvato un pacchetto antiterrorismo che include, tra le altre cose, la conservazione per 2 anni di tutti i dati di traffico delle eMail e delle telefonate.

 

Non si tratta di ¿leggi speciali¿, ha commentato il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, ma di ¿¿un decreto in 19 articoli frutto del lavoro collettivo, aperto ai contributi positivi che possono venire da ogni parte del Parlamento¿ e necessario alla luce ¿dell’alto livello di allerta in Italia come in tutti i Paesi europei¿.

Mentre il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, definisce il Patriot Act come un elemento ¿fondamentale nei nostri sforzi per combattere il terrorismo e proteggere il popolo americano¿.

 

Il ¿pacchetto Pisanu¿ prevede l’arresto in flagranza per chi utilizza documenti falsi e l’inasprimento delle leggi sugli esplosivi, ma anche il prelievo forzoso dei capelli o della saliva per ottenere il Dna, e la proroga fino a sei anni per l’obbligo di conservare i tabulati telefonici di tutti i cittadini.

I dati Internet, poi, dovranno essere conservati per due anni, non più cancellati in tempo reale.

 

Il Patriot Act (acronimo per “Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism) autorizza il governo ad arrestare i sospetti anche in assenza di reato, a fermarli a tempo indefinito, a perquisirne le case senza mandato, a ispezionare i loro conti in banca, le loro biblioteche, la loro posta elettronica.

 

Ieri, la Camera dei Rappresentanti ha approvato la proroga di 16 parti della legge, approvata con maggioranza schiacciante (98-1) e sostenuta tra gli altri anche da John Kerry, John Edwards e Hillary Clinton, in scadenza a dicembre.
La Camera ha approvato la proroga con 257 voti contro 171, apportando però diverse modifiche per aumentare il controllo politico e giudiziario su alcuni dei provvedimenti più controversi.

Introdotto, su proposta dei Repubblicani, un nuovo crimine: il narco-terrorismo, per punire chi utilizza i profitti del narcotraffico per finanziare il terrorismo. Questo reato prevede pene per almeno 20 anni di carcere.


Il dibattito si è concentrato sulla proposta di rendere permanenti 14 dei 16 ordinamenti che erano in origine quadriennali.

 

Contrariamente a quanto desiderato dal presidente George W. Bush, però, non tutte le misure diventeranno permanenti: le più discusse ¿ le cosiddette ¿library clause¿ e le disposizioni sulle intercettazioni telefoniche – resteranno in vigore per ‘soli’ dieci anni.

Si tratta, in particolare di quelle clausole che attribuiscono all’FBI e al ministero della Giustizia la facoltà di risalire ai movimenti dei sospetti accedendo ai dati di biblioteche, librerie, ospedali, tabulati telefonici e Internet senza l’autorizzazione del giudice e di installare i cosiddetti pen register e di dispositivi ¿trap and trace¿ (liste delle telefonate effettuate da un dato numero telefonico e dispositivi che tracciano le chiamate in entrata).

 

E così, la minaccia del terrorismo si fa anche occasione di scontro tra la necessità di garantire la sicurezza e quella di preservare il diritto alla privacy dei cittadini.

 

Per il senatore Fiorello Cortiana, presidente delll’Intergruppo bicamerale per l’Innovazione Tecnologica, ¿¿l’idea di conservare il traffico mail, infatti, non solo crea una schedatura e una profilazione indiscriminata di tutti i cittadini, ma e’ inefficace ai fini investigativi, e non sarà utile, perché, come ha spiegato nei giorni passati il nuovo Garante della Privacy, troppe informazioni equivalgono a nessuna informazione, e tale provvedimento e’ impraticabile per la quantità del materiale, avendo oltretutto l’effetto di incaricare i provider di una funzione che mi sentirei più sicuro avessero le Forze dell’Ordine¿.

 

Per la rappresentante democratica americana Nancy Pelosi, si tratta invece di stabilire ¿¿se gli estesi poteri di sorveglianza che pesano sul capo degli americani, servano a rinforzare effettivamente la sicurezza o soltanto a limitare senza motivo i diritti costituzionali dei cittadini¿.

 

Le implicazioni sulla privacy sono in effetti considerevoli: in base al Patriot Act, ad esempio, i provider Internet o le compagnie telefoniche sono obbligate a consegnare i dati personali degli utenti (inclusi numeri di telefono ed indirizzi email dei corrispondenti) anche in mancanza di mandati giudiziari, qualora l’FBI lo richieda. E ciò senza dover informare neppure il diretto interessato a fatto avvenuto.

 

l’Italia, invece, ha adottato la misura richiesta ministro dell’Interno britannico Charles Clarke dopo il 7 luglio, in base alla quale le schede telefoniche prepagate diventano nominative mentre sarà il Viminale a rilasciare l’autorizzazione a chi apre un internet point.

   

Alessandra Talarico

 

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