Mondo
Il sogno di Nicholas Negroponte è sempre stato quello di portare le nuove tecnologie di comunicazione nella vita quotidiana di quelle centinaia di milioni di persone che sono state escluse dalla rivoluzione di Internet.
Per realizzare il suo sogno, il direttore del Media Lab al MIT (Massachusetts Institute of Technology), uno dei guru più influenti dell¿industria informatica mondiale, ha lanciato l¿iniziativa 100 Dollars Laptop Project (HDLP) che, a prima vista, sembra sfidare tutte le leggi di produzione.
Obiettivi del progetto: rendere i computer ubiqui come i telefonini, in quelle aree del mondo che sono prive delle tecnologie basilari e trasformare i bambini ¿ diretti destinatari dell¿iniziativa – in ¿agenti del cambiamento¿.
Fornire un Pc a ogni bambino disagiato del mondo, spiega Negroponte, permetterà non solo di rivoluzionare la loro educazione, ma anche di trasferirla agli adulti nel modo più semplice e immediato.
L¿idea è stata presentata a gennaio di quest¿anno nel corso del Forum economico mondiale di Davos e, da allora, ha fatto diversi passi avanti.
Tre partner corporate hanno già aderito, devolvendo i primi 2 milioni di dollari al progetto: la Advanced Micro Devices fornirà i processori; la News Corp di Rupert Murdoch le tecnologie satellitari; Google le tecnologie di ricerca.
Dopo la Cina, inoltre, anche il Brasile creerà un gruppo di lavoro dedicato al progetto e il presidente Luiz Inacio Lula da Silva prevede già che il suo Paese riuscirà a produrre almeno 2 milioni di Pc a basso costo: la metà sarà distribuita gratuitamente nelle scuole brasiliane e l¿altra sarà esportata.
I computer da 100 dollari, spiega Negroponte, saranno dotati di acceso Wi-Fi e porte USB e saranno ¿così simili agli attuali laptop da esserne quasi indistinguibili¿, pur dovendo ammettere che le macchine avranno un processore un po¿ più lento e una più modesta capacità di memoria.
La sfida maggiore risiede nel progettare un display che non faccia lievitare i costi né consumi troppo velocemente la batteria.
Si tratta essenzialmente di un progetto non profit: ogni computer costerà intorno ai 90 dollari e i restanti 10 verranno gestiti in base alle esigenze dei governi.
L¿HDLP, infatti, non sarà venduto direttamente al pubblico, ma commissionato e distribuito dalle autorità nazionali.
¿La sfida tecnologica è reale e bisognerà fare importanti passi avanti, ma la maggior parte dei soldi verranno recuperati in altri modi¿, ha spiegato Negroponte.
Anchenel momento in cuitutti gli ostacoli verranno superati, bisogna tuttavia chiarire se e in che modo questi Pc da 100 dollari riusciranno effettivamente a colmare il digital divide.
Avere i computer gratis, infatti, non risolve il problema dell¿accesso a Internet e dell¿elettricità.
Il team di Negroponte ha risolto, almeno in teoria, parte di questi problemi: i Pc saranno in grado di comunicare l¿un l¿altro attraverso le reti mesh peer-to-peer.
Per evitare i costi delle licenze dei software, inoltre, i computer monteranno Linux.
In termini concreti, Negroponte spera di cominciare a produrre i Pc entro la fine del 2006, inizio 2007.
Il progetto Hdlp non è il primo del suo genere: in India, una simile iniziativa era stata avviata da Picopeta, ma a 4 anni dal debutto i risultati non sono all¿altezza delle aspettative: nel 2004 erano state vendute appena 2 mila macchine, contro le 50 mila preventivate e solo il 10% delle vendite è stato destinato a un utilizzo in aree rurali.
Sempre in India, Novatium metterà in commercio nei mesi prossimi, dei Pc al prezzo di 70-75 dollari: si tratterà però di computer basic, privi di autonomia, potenza di calcolo e monitor.
In Africa, invece, grazie a Computer Aid International, diverse scuole hanno avuto la possibilità di accedere all¿informatica.
Dal lancio dell¿iniziativa, sei anni fa, la ONG britannica ha distribuito 50 mila Pc ai Paesi emergenti (l”80% all¿Africa).
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