Italia
Nel panorama complessivamente stagnante o recessivo dell’economia italiana, sono le comunicazioni elettroniche l’unico comparto in controtendenza.
Più in particolare, il settore delle telecomunicazioni, che continua a svolgere ¿un ruolo traente¿ e a svilupparsi a un ritmo sostenuto.
Questo il quadro disegnato da Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nella sua prima Relazione al Parlamento.
Un lungo e articolato documento nel quale è delineata l’attuale situazione del mercato italiano delle telecomunicazioni e dell’audiovisivo, le attività e i programmi dell’Autorità.
Diversi i temi toccati dal Garante, che ha affrontato punti caldi e di stretta attualità quali le tariffe telefoniche, il conflitto d’interessi, la situazione sul mercato pubblicitario e su quello della banda larga.
Nel 2004, i servizi di telecomunicazione sono cresciuti del 6,3%, rispetto al 2003, raggiungendo un valore attorno ai 35 miliardi di euro. Le linee di accesso a larga banda (principalmente in tecnologia ADSL) hanno superato il traguardo dei 5 milioni nel primo trimestre di quest¿anno.
In tal modo, nell’ultimo biennio l’Italia, tra i grandi Paesi europei, costituisce ¿ dopo la Francia ¿ il mercato che ha conosciuto la crescita più sostenuta degli accessi a larga banda, addirittura quasi quintuplicando il numero degli accessi.
¿I prezzi praticati da Telecom Italia per i servizi da rete fissa, il canone di abbonamento ed i prezzi delle chiamate locali sono tra i più bassi d’Europa, e sono ancora sottoposti a controllo da parte dell’Autorità attraverso il sistema del price cap¿, ha detto Calabrò, sottolineando però come ¿¿i prezzi delle chiamate verso i telefoni mobili risultavano, invece, più elevati della media europea; e questo costituiva un elemento di criticità¿.
Ecco perché martedì l’Autorità, ha adottato una misura cautelare con la quale ha disposto in via d’urgenza una riduzione del 20% delle tariffe fisso-mobile che faccia rientrare il nostro Paese, anche per questo importante segmento, nella media europea.
I prezzi delle chiamate da linea fissa a cellulare erano fermi dal 2003, ma la decisione di tagliare i prezzi è stata dettata innanzitutto considerando ¿l’attuale congiuntura economica e le correlative difficoltà delle famiglie¿ e il fatto che ¿tali chiamate costituiscono oggi la voce più rilevante della spesa telefonica degli italiani, incidendo per oltre il 50% sul costo complessivo delle chiamate da telefono fisso¿.
Le stime dell’Autorità prevedono, già per quest¿anno, un conseguente risparmio complessivo per le famiglie italiane di oltre 150 milioni di euro.
Per quanto riguarda la regolamentazione del settore, Calabrò parla di regole ¿appropriate e pro-competitive¿, come dimostrato dalla ¿crescente presenza di imprese estere – inglesi, cinesi, svedesi, egiziane, public companies – la presenza più alta tra tutti i settori dell’economia nazionale¿.
È essenziale, tuttavia, potenziare le attività di vigilanza per tutelare i consumatori, ¿esposti a una aggressiva politica da parte dei gestori telefonici che influisce sulla qualità del servizio e porta alla moltiplicazione delle attivazioni di servizi non richiesti¿.
Dopo l’adozione della carta dei servizi di telefonia mobile, mirante a dare trasparenza in un tema sentito da tutti i cittadini, sarà affrontata nei prossimi mesi la disciplina della carta dei servizi per Internet e per la larga banda, con l’intento di fare finalmente chiarezza sulla qualità dei collegamenti ad Internet.
La diffusione della banda larga, spiega il presidente dell’Authority, ¿rappresenta uno dei più importanti fattori abilitanti per lo sviluppo del Paese, sia sotto il profilo economico sia sotto l’aspetto sociale e culturale¿, sottolineando come ¿la promozione dello sviluppo delle reti Internet a larga banda, dove Telecom rimane dominante, richiede un adeguato ritorno sugli investimenti, ma ciò deve essere contemperato da una discesa generalizzata dei prezzi d’accesso alla rete Internet, in linea con le migliori pratiche europee¿.
Secondo Calabrò, inoltre, lo sviluppo del mercato nazionale nelle telecomunicazioni è intervenuto in modo da modificare l’impatto della legge Gasparri sul riordino del settore. ”Per gli aspetti tecnici la legge Gasparri era up-to-date quando venne emanata. Oggi la concorrenza tra piattaforme che veicolano l’informazione la fa apparire per alcuni aspetti arretrata. Lo stesso può dirsi per il codice delle comunicazioni”.
Per quanto riguarda invece il mercato televisivo, l’Autorità rileva come ¿¿l’evoluzione tecnologica dei mezzi di diffusione sta cambiando le carte in tavola, fornendo le premesse per un maggior pluralismo e per l’apertura del mercato a nuovi soggetti¿.
La svolta digitale, ha osservato Calabro’, ¿può essere rivoluzionaria, almeno potenzialmente¿.
Affrontato anche il problema della diffusione dei quotidiani, che ¿¿in Italia rimane agli ultimi posti in Europa¿, persistendo nel nostro Paese, ¿¿una notevole rigidità del sistema di distribuzione¿.
Secondo il presidente dell’Authority, tuttavia, ¿¿la stampa ha manifestato una sua capacità di iniziativa per reagire, tradottasi nell’offerta di prodotti collaterali che ha visto un grande successo di pubblico, imprimendo alla vendita di libri un’accelerazione mai registrata in passato¿.
E sempre nel settore dei quotidiani, Calabrò ha annunciato accertamenti in corso da parte dell’Autorità sugli assetti proprietari del gruppo Rizzoli Corriere della Sera.
Soddisfazione è stata espressa in questo contesto da Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, secondo cui ¿¿in particolare, per quanto riguarda il comparto televisivo, la relazione ha rilevato una perdurante situazione di forte concentrazione in capo a Rai e Mediaset.¿
Rossignoli ha quindi sottolineato l’importanza del richiamo al provvedimento adottato dall’Agcom la scorsa settimana e relativo all’approvazione di un programma di lavoro sulla rilevazione degli indici di ascolto finalizzato al miglioramento del funzionamento del sistema Auditel secondo criteri di obiettività, indipendenza, trasparenza e apertura alle nuove tecnologie e con l’osservanza di metodologie validate dall’Istat. ¿Tale indirizzo ¿ ha dichiarato Rossignoli ¿ è pienamente condivisibile e trova la soddisfazione degli editori televisivi locali.¿
Rossignoli ha concluso dichiarando: ¿Auspichiamo che l’Agcom, nel disegnare l’assetto regolamentare per la transizione dalla tecnologia analogica a quella digitale, definisca una serie di norme sia per il comparto televisivo che per quello radiofonico finalizzate a garantire appieno gli spazi e il ruolo delle emittenti locali nei nuovi scenari digitali.
Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – Relazione annuale sull’attività svolta e sui programmi di lavoro