Italia
Da settembre scatteranno i tanto attesi tagli sulle tariffe delle chiamate destinate ai telefonini.
Il taglio, deciso con un provvedimento d’urgenza dall’Autorità per le Comunicazioni, è stato fissato all’altezza del 20% e riguarda il prezzo del servizio di terminazione delle chiamate vocali sulle reti degli operatori mobili Tim, Vodafone e Wind che, per i primi due non potrà essere maggiore di 12,10 centesimi di euro al minuto (da 14,95) e per il terzo non potrà superare i 14,35 centesimi di euro al minuto (da 18,65).
Nessun vincolo invece per 3, entrata solo più recentemente sul mercato italiano.
La misura durerà fino alla fine di gennaio 2006 – data dopo la quale dovrà essere confermata e integrata con ulteriori riduzioni fino al 2007 – e consentirà un risparmio su base annua per gli utenti che effettuano chiamate fisso-mobile di almeno 300 milioni di euro.
Vodafone e Wind hanno già preannunciato ricorsi al Tar del Lazio contro i tagli, definiti ¿non sostenibili¿ e non ¿coerenti con i costi d’esercizio¿.
Il provvedimento, spiega l’Autorità, è maturato in seguito all’eccezionalità e alla gravità dell’attuale situazione del mercato italiano, dove gli operatori praticano tariffe ¿superiori ai costi derivanti dalla loro contabilità regolatoria già a partire da quella dell’anno 2001¿.
La tariffa di terminazione del terzo operatore, Wind, assume poi livelli anche maggiori, se si pensa che attualmente tale valore risulta essere superiore a 18 centesimi di euro al minuto, a fronte dei 14,95 centesimi di euro praticati da Tim e Vodafone.
¿Siffatte circostanze ¿ continua l’Autorità – in un contesto in cui i costi tendono dinamicamente a decrescere, si traduce in un incremento, nel tempo, della forbice tra prezzi e costi del servizio di terminazione su rete mobile, a tutto detrimento del benessere dei consumatori e della salvaguardia della concorrenza¿.
l’Autorità ricorda inoltre come molti operatori nazionali integrati a livello europeo pratichino all’estero prezzi molto più bassi di quanto fanno in Italia.
¿Lo scostamento rispetto alla media europea incide in modo rilevante sulla spesa sostenuta dagli utenti finali, comportando una situazione differenziale rispetto ai consumatori europei che, come detto, non trova alcuna giustificazione rispetto ai parametri di costo sottostanti di fornitura del servizio¿.
Soddisfazione per la decisione, seppur tardiva, dell’Autorità è stata espressa dalle associazioni dei consumatori, che contestano comunque il ¿trattamento di favore¿ riservato a Wind, che conta ormai oltre 12 milioni di clienti.
¿Questo atteggiamento ¿ denuncia Adiconsum – si tramuta in un maggiore costo per gli utenti che effettuano chiamate dal telefono fisso verso tale gestore. L’utente, infatti, anche a seguito della portabilità del numero, non è più in grado di conoscere il gestore finale e quindi la tariffa che gli viene addebitata¿.
¿Ingiustificata quindi la decisione dell’Autorità ¿ continua l’associazione- perché non si capisce a quale criterio si sia ispirata per assumere una tale decisione, non armonizzandola con quella presa per gli altri grandi gestori¿.