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‘Nessun governo dovrebbe svolgere da solo un ruolo dominante nella gestione di Internet sul piano internazionale’.
Questo il giudizio del gruppo di lavoro sull’Internet governance (WGIG), creato nel dicembre del 2003 sotto l’egida dell’Onu.
La gestione di Internet è attualmente affidata all’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), organismo controllato unilateralmente dal governo degli Stati Uniti attraverso il Dipartimento del Commercio.
Negli ultimi tempi, l’Icann è al centro di forti critiche: sono molte le società che hanno accusato l’organismo di mancanza d’imparzialità in occasione della scelta dell’amministratore per la gestione del dominio .net che, malgrado la presentazione di diverse offerte, è stata affidata per altri sei anni a Verisign, che già si occupa dei domini .com.
Nelle scorse settimane, inoltre, la polemica è montata ancora di più dal momento che il governo degli Stati Uniti ha annunciato che sarà ancora sua competenza ‘preservare la sicurezza e la stabilità del sistema DNS’, cioè i 13 server root, situati negli Usa, in Europa e in Giappone, per mezzo dei quali i numeri univoci corrispondenti agli host che formano la rete vengono associati ai nomi dei siti, per evitare agli utenti di dover utilizzare questi numeri per effettuare la connessione.
Una visione a cui il WGIG si oppone fortemente, constatando che la gestione di Internet deve essere ‘multilaterale, trasparente e democratica, con la piena partecipazione dei governi, del settore privato e delle organizzazioni internazionali’.
Il gruppo di lavoro ha quindi presentato 4 proposte per cambiare il sistema di gestione della rete.
La prima verte sulla costituzione di un Consiglio mondiale di Internet (CMI), i cui membri dovrebbero essere designato da tutti gli Stati.
Il Consiglio si occuperà delle questioni relative alle politiche pubbliche internazionali e al coordinamento di questioni come lo spam, la cybercriminalità, il rispetto della privacy.
In questo caso, l’Icann sarebbe relegato al ruolo di prestatario tecnico e dovrebbe comunque sempre fare riferimento al CMI.
Il secondo scenario presume al contrario che non sarebbe necessario creare un organismo di controllo specifico, quanto piuttosto rafforzare il ruolo del Comitato consultivo governativo (GAC) dell’Icann, che attualmente si limita a trasmettere gli avvisi dei governi all’Icann.
Al GAC sarebbe affiancato un forum al quale parteciperebbero tutte le parti coinvolte e che avrebbe il ruolo di coordinare i contributi dei partecipanti, creando uno spazio in cui discutere di tutte le questioni relative all’Internet governance.
Terza opzione, la creazione di un Consiglio Internazionale di Internet (CII) che si occuperebbe delle questioni di politica generale che toccano gli interessi nazionali ed eviterebbe un ruolo dominante a un singolo governo.
Questo Consiglio potrebbe occuparsi delle questioni relative alla gestione delle risorse Internet oltre che di quelle che non sono di competenza di altre organizzazioni intergovernative esistenti.
Gli Stati giocherebbero un ruolo fondamentale all’interno del CII, che coinvolgerebbe comunque il settore privato e la società civile.
Infine, il quarto modello raggruppa tre campi interdipendenti del governo di Internet: l’elaborazione delle politiche, il controllo e il coordinamento mondiale, e propone altrettante strutture che si occupino delle funzioni corrispondenti.
Elaborazione delle politiche pubbliche e decisioni concernenti questioni di politica pubblica internazionale, sotto la direzione degli Stati.
Controllo dell’organismo responsabile del funzionamento tecnico e operativo sotto la direzione del settore privato.
Coordinamento mondiale dello sviluppo di Internet su base egualitaria tra gli Stati, il settore privato e la società civile.
In questo contesto, rientra la creazione del Consiglio delle politiche Internet mondiali (CPIM) che contribuirebbe a dare una prospettiva di politica pubblica al processo di elaborazione delle norme tecniche e della società mondiale per l’attribuzione dei nomi di dominio (WICANN), incaricata dello sviluppo della rete dal punto di vista tecnico ed economico, con un ruolo simile a quello dell’Icann.
Tutte queste proposte non mancheranno di far discutere, soprattutto negli Stati Uniti, e saranno analizzate nel corso del prossimo Summit mondiale sulla società dell’informazione, che si svolgerà a Tunisi a novembre.
Qualsiasi decisione verrà presa, è sicuro che gli stati Uniti non si lasceranno sottrarre facilmente la gestione di Internet, come ha ribadito anche la NTIA (National Telecommunications and Information Administration), che ha spiegato come gli ‘…Stati Uniti si impegnano a non intraprendere azioni che possano avere un impatto negativo sull’efficienza delle operazioni del DNS’, ma continueranno a mantenere ‘per un tempo indefinito il loro storico ruolo nell’autorizzazione di cambiamenti o modifiche ai file di root’.