Europa
I recenti attentati terroristici londinesi dovrebbero accelerare un progetto di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri in materia di conservazione dei dati da parte degli operatori di telecomunicazioni.
¿La conservazione dei dati è uno strumento essenziale nella lotta al terrorismo: i terroristi hanno bisogno di comunicare tra loro e per farlo devono lasciare delle tracce¿, ha spiegato il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.
Una direttiva sulla conservazione dei dati delle telecomunicazioni sarà adottata a settembre, ha continuato Barroso, ricordando come il Consiglio sta lavorando in questo senso già da diverso tempo.
La direttiva si baserà su un progetto quadro, lanciato lo scorso anno da cinque Paesi tra cui la Gran Bretagna, l¿Italia, la Spagna e la Francia, che rende obbligatoria la conservazione dei dati degli operatori telefonici e Internet per una durata da sei mesi a 4 anni.
Questi dati riguardano le telefonate, gli sms e le email effettuate dai loro abbonati. Non si tratta, tuttavia, dei contenuti dei messaggi o delle conversazioni, ma soltanto delle informazioni di connessione.
¿E¿ ovvio ¿ ha aggiunto il Presidente della Commissione ¿ che la conservazione dei dati pone preoccupazioni sulla privacy e che ha un costo per l¿industria. Il nostro scopo è quello di fornire un input costruttivo per assicurarci che i progressi raggiunti finora nel campo della conservazione dei dati producano uno strumento adeguato, stabilito su solide basi legali¿.
In questo particolare momento di tensione internazionale, causata dalla specificità delle minacce terroristiche legate al fondamentalismo islamico, c¿è bisogno di collaborazione e fermezza. Ecco perché Barroso ha chiesto ai Commissari una stretta cooperazione, anche alla luce del fatto che la lotta contro il terrorismo implica i mercati interni.
¿La protezione delle infrastrutture critiche implica i trasporti e le telecomunicazioni. Anche in questo senso verranno adottate delle misure adeguate entro la fine dell¿anno, per esempio attraverso la coordinazione e lo scambio delle informazioni rilevanti riguardo il finanziamento dei terroristi o i programmi sulle infrastrutture critiche¿.
A giugno scorso, il Parlamento europeo aveva respinto le proposte avanzate dai 5 Stati membri, accogliendo le rimostranze di diverse associazioni di difesa delle libertà civili, ma anche dei fornitori di accesso a Internet.
Martedì, tra l¿altro, le associazioni internazionali IRIS e EDRI e Privacy International hanno inviato una lettera al Premier britannico Tony Blair e alla Commissione europea per esprimere il loro disaccordo sulla possibilità di estendere la durata della conservazione dei dati tlc per combattere il terrorismo.
¿Riteniamo ¿ scrivono le associazioni ¿ che il progetto di Decisione quadro sulla conservazione generalizzata dei dati costituisca una grave violazione della privacy e una seria minaccia alla libertà di espressione. Secondo noi è necessario mantenere un distacco invalicabile tra l¿inchiesta e il perseguimento dei criminali da una parte e la sorveglianza massiccia a titolo preventivo di tutti i cittadini dall¿altra¿.
¿Siamo profondamente preoccupati ¿ aggiungono le tre ONG ¿ per il fatto che una risposta al terrorismo in termini di sorveglianza massiccia sarebbe un successo enorme per i responsabili di tali attentati: un capovolgimento fondamentale dei nostri valori più cari¿.
I fornitori di accesso a Internet, da canto loro, protestano per i problemi relativi ai costi eccessivi legati alla conservazione prolungata dei dati e all¿adozione degli strumenti informatici necessari per l¿utilizzo efficace dei dati.
A queste rimostranze hanno risposto sia ministro degli Esteri britannico Jack Straw, secondo cui ¿¿migliorare e prolungare la conservazione dei dati delle telecomunicazioni telefoniche e Internet è un costo che val la pena affrontare per salvare vite umane¿, che il commissario per la Giustizia, Libertà e Sicurezza Franco Frattini che ha spiegato come ¿¿è importante da un lato garantire la sicurezza, dall”altro non pagare un terribile prezzo in termini di riduzione delle nostre libertà fondamentali¿.
Come negli Usa, dove l¿approvazione delle misure restrittive varate nell¿ambito del Patriot Act (all¿indomani dell¿11 settembre) ha scatenato forti polemiche, anche in Europa si accende il dibattito sulla liceità di misure di prevenzione la cui efficacia è ancora tutta da provare a livello pratico.
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