Europa
Il più importante broadcaster commerciale britannico, ITV, per il 2005 verserà solo 80 milioni di sterline (120 milioni di euro) per le proprie licenze audiovisive.
L¿abbattimento è stato deciso dall¿Autorità delle comunicazioni, Ofcom, che lo scorso anno aveva fatto pagare alla società televisiva 215 milioni di sterline di diritti.
La riduzione va ben al di là delle previsioni degli analisti, che si attendevano un calo fino a 125 mln di sterline circa, tenuto conto della crescita delle entrate del gruppo e dello sviluppo sul mercato della televisione digitale.
Il calcolo per i diritti di trasmissione prevede una base fissa e una variabile, che sarà rivista ogni anno in funzione delle entrate pubblicitarie e che, per il 2005, rappresenterà il 95%.
ITV, che aveva tempo fino al 25 luglio per accettare l¿offerta dell¿Ofcom, ha accolto favorevolmente la notizia.
¿E¿ molto importante che ITV disponga della forza per investire e rafforzarsi nella propria strategia di sviluppo del digitale¿, ha sottolineato Charles Allen, direttore generale del gruppo.
Dopo l¿annuncio, il titolo di ITV saliva del 4,58% a 121,31 pence sulla Borsa di Londra, in un mercato in crescita dello 0,30%.
Per quanto riguarda il nuovo canale ITV4, il cui lancio è previsto per il prossimo autunno, Mick Desmond, Dg della futura emittente, ha dichiarato che il budget disponibile è di 22 milioni di euro.
Destinato a un pubblico essenzialmente maschile, ITV4 offrirà essenzialmente programmi sportivi, grazie a diverse partnership con altri canali del gruppo (ITV1 in testa) e l¿importazione di trasmissioni americani, tra cui il celebre reality-show ¿The Contender¿ di Sylvester Stallone.
Restando sempre in Gran Bretagna, è di oggi la notizia che la BBC ha venduto BBC Broadcaster, l¿unità media digitali della Tv pubblica, a un consorzio australiano per 166 milioni di sterline (250 milioni di euro).
I sindacati, che rappresentano i dipendenti della BBC, si sono opposti alla vendita, sia perché ritengono che il servizio debba restare pubblico, sia per paura che la vendita comporti dei licenziamenti. Anche se, il consorzio australiano si è impegnato a non effettuare tagli al personale almeno per un anno. L¿operazione deve ancora avere il via libera da parte del ministero della Cultura, Media e Sport.
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