Italia
L”Italia avvia la collaborazione con la Cina anche nel campo dell”innovazione tecnologica a partire dall”esportazione del Codice dell”Amministrazione Digitale per proseguire con l”eGovernment e la cooperazione industriale.
È questo uno dei risultati dell”incontro che Chen Dawei, viceministro per l”informatizzazione della Repubblica Popolare Cinese, ha avuto con Lucio Stanca, ministro per l”Innovazione e le Tecnologie, nel corso del quale sono stati focalizzati diversi punti di convergenza alla base di una collaborazione che si preannuncia proficua, anche perché tra i due Paesi sono emerse molte questioni comuni sul fronte della modernizzazione, in particolare della Pubblica amministrazione.
“Oltre alla grande attenzione verso il Codice dell”Amministrazione Digitale, alla base della certezza normativa dell”eGovernment e uno dei primi documenti normativi del genere al mondo, il collega cinese ha dimostrato interesse sia per le varie applicazioni, comprese quelle delle carte elettroniche, firma digitale e posta elettronica certificata, sia per il metodo della visione condivisa adottato dal nostro Paese, ossia il coinvolgimento delle amministrazioni locali senza imposizioni dall”alto, che ben si addice a un Paese così vasto, decentrato e con migliaia di amministrazioni locali“, ha detto Stanca, precisando che ” le prospettive di collaborazione italo-cinese riguardano anche le industrie tecnologiche. Sia noi che loro abbiamo infatti molto interesse a collaborare nell”ICT, settore strategico per entrambi “.
Il viceministro Chen Dawei ha commentato “Quest”albero che abbiamo piantato oggi, sicuramente crescerà e darà i suoi frutti “.
¿Mentre il ministro Stanca nel processo di eGovernment è ormai oltre metà strada – ha aggiunto – noi siamo appena all”inizio. Ma grazie a questa collaborazione speriamo di raggiungere presto le posizioni italiane. Inoltre in Cina c”è bisogno di imprese che realizzino ottimi prodotti tecnologici anche per sostenere l”eGovernment “.
L”esponente del Governo di Pechino ha sottolineato che nel suo Paese ¿¿è in atto una grande trasformazione: da un”economia pianificata a una di mercato e il compito del Governo dal monitoraggio si concentra sulla fornitura di migliori servizi a cittadini e imprese. È in questa fase che l”eGovernment può dare maggiore efficienza ed efficacia all”azione del Governo, come dimostra l”esempio italiano. In tale contesto alla base della piattaforma tecnologica nazionale che vogliamo realizzare ci devono essere la normativa, la standardizzazione e la sicurezza, settori in cui il ministro Stanca ha già fatto molto. Soprattutto per quanto riguarda la normativa abbiamo individuato nel Codice dell”Amministrazione Digitale un utile modello di riferimento“.
Stanca ha ricordato che l”odierna visita segue solo di due settimane quella che ha compiuto a Shanghai su invito del sindaco di quella Municipalità, con cui sta per essere avviata una collaborazione per la digitalizzazione dell”amministrazione civica. ” E il breve lasso di tempo intercorso tra le due visite – ha annotato il ministro – testimonia il grande interesse cinese per l”esperienza maturata in Italia su questo versante e, in particolare, sul modello già realizzato dal nostro paese all”estero con l”Iniziativa eGovernment per lo Sviluppo, che in stretta collaborazione con il nostro Ministero degli Affari Esteri ci vede impegnati in 19 progetti in 14 Paesi“.
A capo di una qualificata delegazione governativa, di cui fa parte anche la signora Chen Xiaozhu, direttore generale dell”agenzia governativa per l”eGovernment, il rappresentante cinese è venuto in Italia su invito dello stesso ministro Stanca e dopo aver visitato in questi giorni il ministero dell”Economia e Finanze, la Sogei e la Finsiel per le applicazioni digitali in campo fiscale, doganale, tributario e dell”eGovernment, si recherà prima in Sicilia e, poi, sarà in visita al Comune di Venezia e alla Regione Lombardia per verificare lo stato delle digitalizzazione di queste amministrazioni.
Lo scorso 16 maggio, il Codice dell¿Amministrazione Digitale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L¿Italia si è dotata così ufficialmente della sua Magna Charta, diventando uno dei primi Paesi al mondo ad aver adottato un quadro normativo a cui si atterranno gli Enti pubblici nel processo di ammodernamento tecnologico in atto nel Paese.
Questo Codice pone al centro il cittadino e consenta tra l”altro l”avvio di un notevole recupero di efficienza, realizzando al tempo stesso notevoli risparmi e perseguendo un miglioramento della qualità dei servizi.
Nasce il cittadino digitale, a cui il Codice riconosce nuovi diritti e nuove possibilità, definendo il quadro giuridico per garantirne l”effettivo godimento. Contestualmente questo dispositivo normativo libera nuove risorse della PA attraverso una massiccia e diffusa digitalizzazione che introduce strumenti utili a eliminare sprechi, restituire maggior valore ai contribuenti, come pure di essere alla base di nuovi e più moderni modelli organizzativi, rendendo più produttivo ed efficace il lavoro negli uffici pubblici.
Con l¿adozione del Codice, dal prossimo gennaio la Pubblica amministrazione dovrà fare ricorso all”informatica, dovrà accettarla come principale strumento operativo non solo nei rapporti interni ma, soprattutto, in quelli con la collettività. Cittadini e imprese vogliono infatti una burocrazia più snella, più vicina, più semplice ed aperta.
Questo dispositivo si associa a quello che ha dato già il via alla realizzazione del Sistema Pubblico di Connettività (SPC), ossia una sorta di ¿autostrada del sole digitale”, che collegherà tutti gli uffici pubblici, centrali e periferici, con un sistema omogeneo, sicuro ed efficiente che, tra gli altri effetti, avrà quello di sollevare i cittadini dall”essere fattorini di se stessi nei rapporti con la burocrazia pubblica. Insomma, per svolgere una pratica non saranno più necessari pellegrinaggi da un ufficio all”altro in quanto le amministrazioni dialogheranno tra loro.
Importante anche l¿introduzione della posta elettronica certificata, un sistema di posta elettronica nel quale è fornita al mittente documentazione elettronica, con valenza legale, a garanzia dell”invio e della consegna di documenti informatici.Già ora la sola macchina organizzativa statale al proprio interno e verso l¿interno inoltra annualmente centinaia di milioni di messaggi di posta elettronica, con un risparmio di 18/20 euro, per ogni singola spedizione, nei costi di gestione rispetto alla posta tradizionale.
Con il Codice la ¿PA in rete¿ diventa una realtà in quanto tutti gli atti, i dati, i documenti, le scritture contabili e la stessa corrispondenza, non solo con la PA ma anche tra privati, se prodotti in modo digitale e contenuti in archivi informatici, avranno la stessa validità giuridica dei documenti cartacei tradizionali. In tal modo si riducono tempi e costi di gestione e ricerca dei documenti, oneri per gli archivi. Si stima in 1,4 milioni di metri cubi il volume di documenti accatastati ogni anno.
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