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BroadBand Week: banda larga, punti di forza e punti di criticità

Italia



di Marco Salvadori

General Secretary

ThinkTel

Ho avuto l¿onore di presiedere il panel di approfondimento su nuove tecnologie broadband e servizi multimediali, nell¿ambito della Broadband Week in corso a Milano. Debbo dire che prima di avviare i lavori ero abbastanza perplesso sull¿efficacia contenutistica di tale sessione, visto il titolo ¿omni-comprensivo¿ e l¿eterogeneit&#224 di provenienza dei relatori (Network Operator, Service Provider, Content Aggregator, Vendor di tecnologie e integratori di servizi). Invece tutto si &#232 svolto come in un concerto, dove tutti contribuiscono efficacemente alla coralit&#224 dell¿esecuzione. Gli ¿orchestrali¿ del panel hanno saputo astrarsi dalle rispettive esperienze aziendali e fornire le chiavi di lettura essenziali di come il broadband, nelle sue varie declinazioni tecnologiche, abilita sempre pi&#249 la fruizione di contenuti on demand, in ambito consumer ma anche business. Non a caso il pubblico ha risposto con un¿interattivit&#224 non usuale, anche elaborando ulteriormente i temi discussi.

Rispetto ai diversi spunti emersi, c¿&#232 stato un generale consenso sul fatto che:

Quindi un futuro sfidante ma positivo per la ¿new broadband¿? Non esattamente. Volendo tracciare le conclusioni del panel, mi sembra che lo scenario presenti diversi chiaroscuri. In particolare:

  1. fornitori di contenuti, poco avvezzi ad adattare la produzione alla modalit&#224 distributiva

    ,

  2. fornitori di rete tradizionalmente legati a pochi servizi ¿universali¿ quindi meno abili a tracciare gusti e abitudine dei clienti e, spesso, poco incisivi nello spingere commercialmente servizi con significativa obsolescenza

    ;

  1. gestione delle frequenze in termini di assegnazione (licenziabilit&#224 e rivendibilit&#224) e costo d¿uso (es. maggiore omogeneizzazione dei criteri, come recentemente intrapreso da Ofcom in UK)

  2. competizione tra settori convergenti ma con regole asimmetriche di protezione (es. gli operatori telecom sono molto pi&#249 esposti di quelli radio e TV)

  3. incentivazione degli investimenti in accesso e servizi broadband, a mio avviso prioritari rispetto allo stimolo della domanda; tale incentivazione pu&#242 avvenire riconoscendo agli operatori la giusta redditivit&#224 degli investimenti (come &#232 stato fatto con successo con gli operatori cellulari), e non necessariamente tramite finanziamenti pubblici.

In sintesi lo sviluppo della ¿new broadband¿ pu&#242 essere pi&#249 o meno vicino in funzione della lungimiranza delle politiche regolamentari e, in parte, del dinamismo degli operatori nell¿innovare i propri sistemi di business. Mentre sono confidente in questi ultimi, la regolamentazione mi sembra poco proattiva e ancorata a schemi tradizionali. Un esempio &#232 la recente direttiva europea sul Servizio Universale, che non ha inserito l¿accesso broadband nel paniere dei servizi da offrire in modo massivo chiedendo al mercato di sussidiare le aree diseconomiche. Curioso se si pensa che il broadband &#232 ufficialmente un pilastro dell¿Agenda di Lisbona.

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Broadband Week: consumatori pi&#249 veloci delle imprese a investire nel futuro hi-tech

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