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Si è tenuto ieri a Roma il workshop sul ruolo dell”ICT nella nuovaAgenda di Lisbona organizzato da Key4biz e Puntoit. Il workshop è iniziato con la presentazione dello studio ¿Achieving the Lisbon Agenda: the contribution of ICT¿ condotto da Indipen e Ovum.
Il rapporto, presentato da Brian Williamson e David Lewin, analizza il contributo dell¿ICT al raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona. Considera innanzitutto lo stato attuale dell¿ICT in Europa da cui emerge che gli investimenti in ICT sono meno profittevoli rispetto a quelli negli USA a causa di un¿eccessiva regolamentazione del mercato, della scarsa integrazione del mercato europeo dei servizi e delle difficoltà strutturali dell¿industria ad adeguarsi alle innovazioni proposte dall¿ICT.
Lo studio formula poi uno scenario di sviluppo del settore al 2010, prevedendo un alto tasso di penetrazione della larga banda, un forte aumento delle transazioni commerciali elettroniche, l¿implementazione dei New Generation Networks (NGN) e dei servizi multimediali, l¿ampia diffusione dei contenuti online. Queste previsioni di sviluppo rimangono tuttavia legate a più variabili, quali la realizzazione dell¿accesso a nuove tecnologie wireless, il livello della domanda relativa i servizi dati 3G, l¿attrattività delle NGN per i consumatori, la regolamentazione, gli investimenti.
Alla presentazione del rapporto sono seguiti vari interventi di commento, introdotti da Maurizio Decina, Presidente dell¿Advisory Board di Key4biz, e Chairman del workshop.
Prima di presentare gli speaker, Decina si è soffermato sulle linee principali del rapporto ed in particolare sull¿incapacità dell¿Europa di sfruttare l¿ICT come gli USA, a causa di rigidità presenti nel sistema europeo, ad esempio nel mercato del lavoro e nei servizi. Tuttavia, se il modello europeo non si è prestato a sfruttare l¿ICT, secondo Decina le sfide della convergenza, come ad esempio la TV su IP, rappresentano delle opportunità di crescita dell¿ICT per i prossimi anni.
Sono poi intervenuti gli speaker del workshop:
Il Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi ha ribadito l¿importanza dell¿ICT per lo sviluppo dell¿Europa, sostenendo che la competitività dell¿Europa è la somma delle competitività dei singoli paesi e la sfida a realtà emergenti come la Cina e la Corea presuppone lo sviluppo di ogni Paese membro dell¿Unione. E¿ quindi essenziale rendere competitivo il Sistema Italia che si caratterizza per un mercato delle telecomunicazioni in espansione grazie al traino della telefonia mobile e agli interventi della politica (ad esempio il prolungamento della durata delle licenze di telefonia mobile o iniziative per la diffusione della larga banda come Infratel) e per la situazione critica del comparto dell¿informatica, dovuta essenzialmente alla struttura delle aziende, dato l¿alto numero di PMI in Italia, che hanno difficoltà a utilizzare modelli applicativi studiati per realtà aziendali di dimensioni maggiori.
Per lo sviluppo italiano, secondo il ministro, è importante colmare il digital divide che riguarda il Mezzogiorno e altre aree delle regioni settentrionali, adottare misure di regolamentazione ex post che assecondino lo sviluppo, creare sinergie tra pubblico e privato, eliminare la frammentazione delle competenze tra stato e regioni per poter avviare grandi progetti che stimolino la crescita del Paese.
Helmut Stocker, Vice President Standardization and Relations Siemens, ha dato delle indicazioni di policy per incrementare l¿efficienza degli investimenti ICT in Europa, indicando il settore pubblico come uno degli elementi chiave per lo sviluppo: esperienze di best practice di i-public services potranno essere adottate nei vari Paesi per promuovere l¿innovazione a livello nazionale, locale e regionale. Inoltre, l¿implementazione di NGN e i nuovi servizi possibili contribuiranno ad aumentare gli investimenti.
Fabio Colasanti, Direttore Generale DG Information Society and Media della Commissione Europea, ha affermato che l¿ICT è un complemento della crescita dell¿Unione Europea e non un¿alternativa ai cambiamenti strutturali. Ha commentato lo studio di Ovum e Indipen condividendo l¿importanza della considerazione del modello europeo per comprendere la dinamica dello sviluppo dell¿ICT. Il modello europeo, si caratterizza per una eccessiva rigidità che è tipica anche del sistema italiano, dove c¿è, in effetti, una forte tendenza a risolvere tutto con lo strumento legislativo. Colasanti ha ricordato che la Commissione Europea non ha poteri di intervento nel settore dell¿ICT, potendo intervenire soltanto su ambiti definiti ed accettati dagli stati, mentre gli altri settori, come le attività oggetto dell¿Agenda di Lisbona, restano di competenza dei singoli Stati.
Andrea Gavosto, Chief Economist Public and Economic Affairs di Telecom Italia ha commentato il rapporto soffermandosi sulla posizione italiana, sostenendo che se l¿Europa ha una posizione di svantaggio rispetto agli USA, l¿Italia perde terreno rispetto all¿Europa. Una spiegazione può essere la specializzazione produttiva dell¿Italia nei settori tradizionali, ma non va sottovalutato il problema della produttività, che presenta tassi inferiori rispetto ad altri Paesi europei. Tra le cause del ritardo italiano ci sono l¿assenza di una forte industria nazionale dell¿ICT e la minor spesa da parte delle aziende a causa all¿impossibilità delle PMI di affrontare costi fissi, la mancanza di un coordinamento dei distretti produttivi, il basso livello di alfabetizzazione informatica e i vincoli della regolamentazione che frena gli investimenti nelle infrastrutture.
Linda Lanzillotta, responsabile del Dipartimento dell¿Innovazione e Sviluppo della Margherita, ha ribadito che non bastano gli investimenti nell¿ICT per aumentare la crescita, ma occorrono piuttosto politiche per la diffusione dell¿ICT supportate da progetti di misure complementari per favorire l¿uso dell¿ICT (ad esempio per la formazione dei lavoratori). Inoltre, Lanzillotta ha sostenuto la necessità di una pianificazione di una politica di governo con obiettivi quali-quantitativi scadenzati nel tempo ed il ruolo importante della pubblica amministrazione che deve organizzare la domanda. Anche altre iniziative, come la brevettabilità del software, potrebbero permettere la ripresa della competitività italiana.
E¿ intervenuta anche la Responsabile del Dipartimento Innovazione e Qualità dei DS Beatrice Magnolfi, che ha messo in rilievo le difficoltà dell¿IT in Italia citando alcuni dati tratti dal rapporto su informatica e telecomunicazioni 2005 di Assinform, come la spesa procapite per l¿IT che in Italia è di un terzo rispetto al valore USA, o i valori della spesa delle piccole aziende. L¿Italia è l¿unico Paese industrializzato dove l¿informatica è in discesa e sarebbero necessari interventi sulle infrastrutture, di rilancio dell¿eGovernment, di revisione del progetto RUPA, misure di collegamento tra l¿amministrazione centrale e le amministrazioni periferiche.
Il Sottosegretario di Stato presso il Ministero delle Attività Produttive Giuseppe Galati, dopo aver sottolineato l¿importanza dell¿Agenda di Lisbona nell¿identificare le aree prioritarie per guidare gli investimenti dei Paesi europei, si è soffermato sull¿Italia, ricordando l¿impegno del Ministero delle Attività Produttive a sostegno dell¿innovazione tra le imprese, citando le recenti deliberazioni del CIPE di maggio 2005 che hanno destinato circa 200 milioni di euro a progetti con forte contenuto innovativo, destinati alle imprese e il rifinanziamento della legge 46. Queste iniziative fanno parte di un processo che ha coinvolto negli ultimi anni moltissime PMI italiane attraverso la partecipazione ai progetti PIA Innovazione, una partecipazione che ha visto impegnate circa 600 imprese nel primo bando PIA ed oltre 1.250 nel secondo bando PIA, tuttora incorso d¿istruttoria.
Massimo Caputi, amministratore delegato di Sviluppo Italia ha parlato dell¿esperienza di Sviluppo Italia, società nata per la creazione di reti a larga banda nelle zone del territorio italiano più carenti, da realizzare in collaborazione con le regioni. A tal fine, Sviluppo Italia ha già sottoscritto accordi con 8 regioni. Per lo sviluppo italiano è necessario, secondo Caputi, portare a termine i progetti intrapresi e garantirne la funzionalità.
La Commissione dell¿Economia Digitale di Confindustria è stata presente al workshop con l¿intervento di Franco Arzano, che ha spiegato il nuovo approccio di Confindustria allo sviluppo dell¿ICT, basato sulla distinzione tra ricerca e innovazione. Ha inoltre spiegato che Confindustria ha elaborato proposte di varia natura (normativa, finanziaria ecc.) per affermare nell¿impresa italiana una cultura dell¿impatto dell¿innovazione.
L¿amministratore delegato di Albacom, Corrado Sciolla ha incentrato il suo intervento sull¿importanza della regolamentazione per il mercato delle telecomunicazioni. La regolamentazione, secondo Sciolla, deve essere utilizzata per ¿regolare meglio¿, ¿regolare le aree critiche¿ e ¿regolare per vigilare¿. Ha portato ad esempio il modello britannico dell¿Oftel, che con una regolamentazione efficace ha trasformato le telecomunicazioni inglesi in un motore di crescita per il paese e ha poi sottolineato che se nei maggiori paesi europei gli operatori incumbent registrano significative perdite di quote di mercato a vantaggio della concorrenza, in Italia si registra invece un aumento della quota di mercato di Telecom Italia.
Il Preside della Facoltà di Economia e Commercio di Tor Vergata e membro del Kok Group Luigi Paganetto ha spiegato che secondo il gruppo Kok i limiti alla crescita dell¿ICT in Europa sono costituiti innanzitutto dalla dinamica complessiva che vede la domanda interna debole e poi dalla mancanza di pressione competitiva.
Luigi Caruso, Presidente e Amministratore Delegato di Enterprise Digital Architects ha sostenuto la necessità di dare più enfasi al valore aggiunto che si costruisce sulle tecnologie, con la creazione di applicazioni e servizi molto evoluti che arricchiscono le tecnologie. L¿Italia può trovare proprio nella creazione del valore aggiunto alle tecnologie un¿opportunità di crescita, anche in linea con le esigenze delle piccole aziende che sono più propense ad acquistare servizi forniti da Application Provider piuttosto che apparati.
Paolo Nuti, vicepresidente di Puntoit, ha fatto notare le difficoltà dell¿Italia nell¿ICT, con una regolamentazione ex ante che non ha avuto l¿effetto di aprire la competitività, l¿arretratezza nella larga banda e la posizione dominante di Telecom Italia nella fornitura degli accessi a Internet veloce.
Erik Lambert di Puntoit ha insistito sull¿importanza della diffusione dei contenuti sulle nuove reti e le difficoltà legate alle logiche del copyright.
Durante il whorkshop, cui hanno partecipato anche il Direttore di Key4biz Raffaele Barberio e il Direttore di Puntoit Luigi Gambardella, il pubblico presente in sala è stato chiamato a rispondere a una serie di quesiti su varie opzioni suggerite per rilanciare il settore in Italia e in Europa tramite un sistema di televoto con risultati in tempo reale mostrati al pubblico pochi secondi dopo la votazione.
Rapporto – Achieving the Lisbon Agenda: the contribution of ICT
Presentazione di Brian Williamson e David Lewin
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