Europa
Quello del bullismo non è certo un fenomeno nuovo: un tempo relegato al furto della merenda a scuola o a vessazioni più o meno imbarazzanti ad opera di adolescenti con l¿attitudine alla prepotenza verso coetanei meno aggressivi, oggi la questione assume contorni nuovi e inaspettati, usando come mezzo privilegiato il telefonino e, nella fattispecie, i tanto amati sms.
Il fenomeno è stato analizzato in profondità dall¿associazione britannica NCH, che è giunta a risultati quanto mai preoccupanti, dal momento che in base ai dati raccolti, il bullismo via telefonino colpisce nel Regno Unito 1 bambino su 5.
Le vittime di queste angherie affermano di aver subito una qualche forma di prevaricazione via sms, chat o email. Al primo posto, si piazzano comunque i messaggi di testo (14%) sempre più utilizzati per intimidire o ridicolizzare o minacciare il malcapitato di turno.
Molto spesso, i bulli dell¿era digitale nascondono il proprio numero o comunque utilizzano il telefonino di qualcun altro per non essere scoperti. La maggior parte delle vittime (73%), comunque conosce il proprio aggressore.
La questione si fa ancora più grave dal momento che la maggior parte dei telefonini sono ormai dotati di fotocamera: è, dunque, sempre più facile entrare in possesso di immagini scattate di nascosto e in grado di mettere fortemente in imbarazzo le vittime, magari dietro la minaccia della loro diffusione indiscrimintata.
Il 10% degli intervistati ha in effetti confermato di aver subito un tale atteggiamento, mentre il 17% ritiene probabile che le foto siano state effettivamente inviate a più persone.
Secondo le informazioni raccolte da NCH, il 97% dei ragazzi tra i 12 e i 16 possiede un cellulare.
Il fenomeno del bullismo diventa dunque quanto mai preoccupante alla luce della sempre maggiore invasività delle nuove tecnologie: fino a poco tempo fa, le vittime tornavano a casa e potevano buttarsi dietro le spalle le pressioni subite a scuola o in palestra. Casa era l¿unico posto dove i bulli non potevano entrare.
Con l¿avvento del telefonino le cose sono cambiate: il cellulare è considserato un oggetto tra i piùpreziosi e gli adolescenti lo portano con sé in ogni momento.
Così che se il cellulare comincia a essere usato per perseguitare un ragazzino, via sms, chat, foto o email, questo sente di non avere più alcuna via d¿uscita: chiunque può raggiungerlo in qualsiasi momento con la conseguenza che la vittima si sente in trappola, incapace di nascondersi e di difendersi per paura che il telefonino gli venga sottratto dai genitori.
Molte vittime (28%) non confidano a nessuno di aver subito pressioni, altri lo confessano solo agli amici. Solo il 24% ne parla con i genitori e il 14% con gli insegnanti.
Molti non ne parlano perché non lo ritengono un problema grave, ma molti altri non lo fanno perché non sanno a chi possono rivolgersi per trovare aiuto.
Più di un ragazzino su 10 ha inoltre ammesso di essere stato artefice di una qualche forma di bullismo.
Il sondaggio, condotto su 770 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, dimostra dunque che molti ragazzi soffrono in silenzio. Per questo motivo, NCH in collaborazione con Tesco, sta lanciando un sito web dove i ragazzi possono trovare informazioni e consigli sul bullismo.
Il sito – www.stoptextbully.com – servirà a incoraggiare i più giovani a parlare del problema con i genitori o gli amici e includerà un servizio di supporto a cui inviare un sms per denunciare le eventuali aggressioni, scritte, fotografiche o via chat.
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