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È stato presentato oggi a Milano il Rapporto annuale Assinform sull”Informatica, le Telecomunicazioni e i Contenuti Multimediali (ICT), giunto quest”anno alla 36esima edizione e ritenuto ormai punto di riferimento per chi opera in questo comparto e per chi è interessato allo sviluppo delle nuove tecnologie nell”economia e nella società italiana.
Assinform – Associazione Nazionale Produttori Contenuti, Tecnologie e Servizi per l”Informazione e la Comunicazione ¿ ha formulato nell¿ambito dell¿evento alcune proposte per il rilancio degli investimenti ICT in Italia, coinvolgendo importanti esponenti del Governo e dell”Amministrazione italiana: Lucio Stanca (Ministro per l”Innovazione), Mario Landolfi(Ministro delle Comunicazioni), Ferruccio Ferranti (Amministratore Delegato di Consip) e Giancarlo Capitani (Amministratore Delegato NetConsulting e membro dell”Advisory Board di Key4biz).
Per motivi istituzionali non ha potuto prendere parte alla presentazione il Sottosegretario al Ministero Attività Produttive Giuseppe Galati.
Il Rapporto ha posto in luce una situazione di sostanziale ristagno nella spesa in informatica e uno stato, viceversa, di buona salute nel comparto telecomunicazioni.
Nel 2004 il mercato italiano dell¿ICT registra un tasso di crescita più elevato rispetto allo scorso anno. Prosegue, infatti, il ciclo positivo che caratterizza le telecomunicazioni da circa un biennio e, allo stesso tempo, migliora l¿andamento (ancora negativo) dell¿informatica.
A livello aggregato il mercato cresce dell¿1,4%, contro lo 0,1% dell¿anno precedente, e raggiunge il valore di circa 61 miliardi di euro. Le telecomunicazioni rappresentano circa il 68% dell”intero mercato ICT, con un incremento del 2,3%, mentre l¿informatica registra un valore simile a quello dello scorso anno e un leggero decremento dello 0,4%.
Complessivamente il mercato ICT italiano è cresciuto a un tasso inferiore rispetto agli altri Paesi. Ciò si spiega con il minor contributo fornito dall¿IT, che nei maggiori Paesi europei detiene una quota superiore sul totale, mentre le telecomunicazioni hanno registrato un andamento relativamente allineato alla media.
Il divario di crescita è stato di 4,5 punti percentuali rispetto alla media mondiale e di 1,9 rispetto a quella europea.
In confronto ai principali Paesi europei, nel 2004 il mercato italiano dell¿ICT non solo è caratterizzato da un tasso di crescita inferiore ma risulta avere dimensioni più ridotte.
La Germania, che rappresenta il mercato più importante, con un valore pari a 142 miliardi di euro, cresce a livelli simili a quelli dell¿Italia (1,7%), mentre nel Regno Unito e in Francia la crescita risulta circa doppia (rispettivamente il 3,6% e 3,4%). La Spagna possiede un mercato ICT più piccolo di quello italiano, ma con un tasso di crescita vicino al 3%.
Vi sono ragioni congiunturali e ragioni strutturali che spiegano questo ritardo di crescita.
Sul piano congiunturale, il mancato avvio della ripresa economica che molti osservatori avevano previsto e il peggioramento del clima nel corso dell¿anno, culminato nell¿andamento negativo del quarto trimestre, hanno accentuato ulteriormente l”atteggiamento di cautela delle imprese verso i nuovi investimenti.
Le strategie di cost saving adottate dalle aziende hanno penalizzato anche i nuovi progetti IT, molti dei quali sono stati cancellati o ridimensionati. All”interno di un quadro generale già caratterizzato dalla scarsa dinamica degli investimenti, l”incidenza di quelli relativi all¿IT nel 2004 risulta ancora in diminuzione.
Sul piano strutturale, l¿Italia comincia a risentire di un sistema produttivo che si basa su piccole e piccolissime imprese e che presenta un numero troppo esiguo di grandi aziende. Tale sistema sta generando effetti limitativi sulla dinamica e sull”intensità degli investimenti in innovazione a livello del Paese.
Il mercato dell¿IT rappresenta un esempio paradigmatico in questo senso. Le aziende informatizzate sono circa il 65%, ma la spesa è fortemente concentrata sulle imprese più grandi. Le piccole imprese, che costituiscono il 94% circa del totale di imprese, incidono soltanto per il 18,7% sulla spesa IT complessiva.
La spesa e gli investimenti in ambito ICT a livello globale, hanno ripreso ad aumentare nel 2004 con un ritmo superiore a quello dell¿economia mondiale, trainati non a caso da quei Paesi che hanno registrato le migliori performance di crescita economica.
Ciò conferma ulteriormente come lo sviluppo di un Paese dipenda in misura sempre maggiore dall¿utilizzo di tecnologie e soluzioni ICT.
In questo senso va interpretato come un segnale positivo il fatto che il mercato mondiale dell¿ICT sia cresciuto di 0,9 punti percentuali in più rispetto all¿economia complessiva, ristabilendo a proprio vantaggio un divario che, al contrario, era stato negativo negli ultimi 2 anni.
A livello aggregato, il mercato dell¿ICT ha registrato nel 2004 un aumento corrispondente al 5,9% e a un valore di 2.433 miliardi di dollari, a tassi di cambio costanti. In tal modo ha superato la crescita del 2000, che era stata la più elevata negli ultimi 4 anni.
Nel 2004, dunque, l¿ICT si conferma come uno dei mercati più importanti a livello mondiale, con una quota sul PIL pari al 7,1%.
La crescita del mercato ICT è stata positiva ovunque nel mondo, ma in particolare si è localizzata nelle aree emergenti dell¿Asia, negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei.
Nel Nord America il mercato ICT cresce del 3,2% e raggiunge il valore di 807 miliardi di dollari.
Nell¿area Asia ¿ Pacifico (inclusiva del Giappone) si registra un valore di 564 miliardi di dollari, una cifra in assoluto non lontana da quella ottenuta in Europa (681 miliardi) ma molto superiore nel tasso di crescita, il 10,9% contro il 3,4%.
A livello globale, il mercato delle telecomunicazioni ha registrato nel 2004 un tasso di crescita del 6,9%, che rappresenta il miglior risultato degli ultimi 3 anni. Lo sviluppo è stato omogeneo in entrambi i comparti: gli apparati segnano un aumento del 6,8%, i servizi confermano il trend positivo avviato nel 2003 e registrano una crescita del 6,9%.
Il mercato di sistemi e terminali è trainato dalle vendite record dei terminali di rete mobile (+21,9%). In tale segmento è in atto un processo di convergenza che sosterrà, nei prossimi anni, il rinnovamento di un mercato ormai quasi saturo.
Più in particolare, nel 2004 il mercato italiano delle telecomunicazioni conferma e migliora la dinamica positiva iniziata nel 2003. Cresce infatti del 2,4%, raggiungendo un valore pari a 41.860 milioni di euro.
I due principali segmenti del mercato, ovvero apparati e servizi di telecomunicazione, continuano a presentare ritmi di sviluppo differenti, anche se nel 2004 risultano maggiormente allineati rispetto agli ultimi anni.
Il segmento apparati rimane stazionario (+0,3%), mentre i servizi, pur segnando tassi di sviluppo più elevati (+3%), crescono meno rispetto al 2003 (+5,1%), soprattutto per quanto riguarda le telecomunicazioni mobili.
In termini generali, quindi, le dinamiche del mercato si stanno lentamente assestando: dopo l”enorme crescita del biennio 2000-2001 legata ai consistenti investimenti in banda larga, si osserva ora un maggior equilibrio.
Il mercato, seppure meno propenso a trasformazioni di grande impatto nel breve periodo, è comunque caratterizzato da forti cambiamenti, già apparsi nel corso del 2004. Buona parte di questi è stimolata dal nascente mercato dei contenuti digitali che, nel medio periodo, dovrebbe dare nuovo impulso al segmento introducendo nuove aree di offerta e fonti di ricavo.
Il 2004 sarà ricordato nel mondo come l¿anno in cui il numero di linee mobili ha superato quello di linee fisse. Gli utenti di telefonia mobile raggiungono quota 1.700 milioni, con una crescita del 25,9% rispetto al 2003.
Gran parte della crescita è da attribuire ai Paesi in via di sviluppo, soprattutto a Cina, India e America Latina, che insieme contano il 49,1% degli utenti mobili nel mondo.
L¿Asia sembra destinata a trainare anche questo mercato, visto che nel complesso detiene il 39,3% degli utenti mondiali (fig. 9). In futuro, tuttavia, potrebbe aumentare il peso di aree come l¿Africa e il Sud America, solitamente le meno avanzate sotto il profilo tecnologico ma che, grazie alla velocità di crescita del numero di utenti, rappresentano ora rispettivamente il 6,1% ed il 9,8% del mercato globale.
Per quanto riguarda nello specifico il mercato italiano, nel corso del 2004 il mercato della telefonia mobile ha continuato la fase di crescita e di evoluzione dei servizi già iniziata nel 2003, e ha messo in evidenza una situazione competitiva caratterizzata da operazioni di natura commerciale e strategica da parte degli operatori mobili.
Tutti i gestori, seppur con diversi livelli di intensità, hanno completato il lancio commerciale del servizio UMTS. Ciò ha intensificato sia la concorrenza in generale, sia quella relativa ai servizi innovativi che, per ogni operatore, rappresentano la chiave per far migrare i propri clienti dal 2G al 3G. Nello specifico, l”attività degli operatori mobili è volta alla riduzione dei costi e all¿ottenimento di economie di scala ed è condotta attraverso operazioni di natura finanziaria e nuove modalità di gestione degli asset tecnologici che potrebbero portare, nel prossimo futuro, a significativi mutamenti dello scenario di mercato.
Nel corso del 2004 sono state attivate quasi 6 milioni di linee mobili, con un significativo incremento rispetto al 2003 del 10,5%. In assoluto, la quota di linee mobili attive ammonta ora a 62,75 milioni.
La crescita è ravvisabile sia nel numero di contratti di abbonamento, aumentati del 7,5%, sia nel numero di carte prepagate, che hanno registrato un¿importante variazione positiva del 10,8%, superando i 57 milioni.
Tale andamento è stato sostanzialmente condizionato dalla politica commerciale di alcuni operatori mobili che, sul versante del prepagato, hanno intensificato le offerte di pacchetti composti da telefono cellulare e nuova Sim e, sul versante dei contratti, hanno lanciato nuove promozioni che prevedono abbonamenti inclusivi di comodato d¿uso gratuito per un cellulare. Non a caso nel 2004 è tornato in auge il fenomeno delle SIM multiple intestate a un singolo utente, indotto dal desiderio di provare i nuovi servizi 3G senza abbandonare il gestore preesistente.
La crescita è ravvisabile anche nel numero degli utenti mobili che aumentano del 2,6% rispetto al 2003 e passano da 41,6 a 42,7 milioni, una cifra corrispondente a circa i tre quarti della popolazione ufficiale. Il mercato ha raggiunto un valore corrispondente a un livello di quasi totale saturazione.
Ad aumentare ulteriormente la penetrazione potrà contribuire il lancio di nuovi terminali pensati per specifiche nicchie di mercato (per esempio i bambini) che rappresentano la nuova frontiera del settore.
A livello europeo, il mercato europeo delle telecomunicazioni ha mostrato confortanti segnali di ripresa, riflesso di un periodo che ha visto convergere diverse tecnologie e servizi innovativi.
Il tasso di crescita è stato del 4% rispetto al 2003 e porta il mercato a un valore complessivo di 412,3 miliardi di euro.
Per quel che riguarda invece la telefonia fissa e Internet, nel 2004 il settore italiano delle tlc da rete fissa registra un calo dello 0,2%, attenuando la tendenza negativa dei 3 anni precedenti quando il decremento si era attestato intorno al 3%.
Si sono diffusi notevolmente i servizi a banda larga e, allo stesso tempo, si sono consolidati i servizi tradizionali di fonia e trasmissione dati.
Nel corso dell¿anno è proseguito, sebbene in misura più attenuata che in passato, il calo del numero di operatori presenti sul mercato, passati da 146 del 2003 a 142 del 2004.
Tale tendenza negativa è causata per un verso dal processo di ¿selezione naturale¿ degli attori in un contesto che si va sempre più consolidando, per l”altro dall¿elevato numero di operatori inattivi, ovvero di gestori che, pur essendo titolari di licenza, non hanno stipulato accordi di interconnessione con Telecom Italia e hanno quindi rinunciato a operare in modo concreto.
Nel complesso il numero di licenze continua a ridursi: le 6 nuove licenze concesse nel corso del 2004, infatti, non hanno controbilanciato le 10 rinunce registrate nello stesso periodo.
Scendendo dal dato aggregato alle singole tipologie, si nota che non tutte le licenze sono coinvolte dal calo. Diminuiscono le licenze per la realizzazione di una rete di telecomunicazione nazionale (scese da 80 del 2003 a 75 del 2004) o locale (da 67 nel 2003 a 65 nel 2004), mentre è positivo il trend delle licenze per erogare servizi a livello locale (salite da 14 nel 2003 a 17 nel 2004). Risulta stabile, infine, la situazione delle autorizzazioni relative ai servizi voce a livello nazionale (2 cancellazioni e 2 nuovi rilasci nel 2004).
Giungendo ai dati sul mercato dell¿informatica in Italia nel 2004, il Rapporto sottolinea come il nostro Paese debba registrare un andamento negativo per il terzo anno consecutivo, anche se in forte attenuazione rispetto al 2003.
Questo ritardo non si pone soltanto in termini assoluti, ovvero legati ai risultati interni, ma anche relativi alla maggiore velocità di crescita degli altri Paesi, soprattutto di Stati Uniti e Regno Unito.
Nel 2004 il mercato IT italiano si è attestato intorno a un valore di 19 miliardi di euro, pari all¿1,9% del PIL, con una crescita praticamente nulla.
La propensione a investire in IT da parte delle piccole imprese ha continuato a rimanere debole mentre le medie e grandi imprese hanno preferito ottimizzare e razionalizzare le risorse disponibili, mantenendo un atteggiamento di cautela verso nuovi investimenti.
La domanda di sostituzione e rinnovamento di tecnologie obsolete da parte delle aziende e delle famiglie ha prodotto una ripresa del mercato dell”hardware (+1%), recuperando l¿andamento molto negativo del 2003.
Per quanto riguarda il software, è cresciuto il segmento dei prodotti middleware, i quali hanno supportato i molti progetti di consolidamento e razionalizzazione dell¿infrastruttura IT presso le maggiori aziende. Meno positivi sono stati gli andamenti dei prodotti applicativi, in particolare di CRM ed ERP, e quelli di sistema.
Nel corso del 2004, dunque, il mercato IT in Italia è cresciuto meno di quello dei maggiori Paesi. Se si analizza l”andamento per semestri, il momento più critico risulta ormai superato con il riavvio di un ciclo positivo, ma questa condizione non sembra essere né sufficiente né tranquillizzante per il mercato italiano.
Esiste un¿ampia serie di studi e analisi che dimostrano come l¿IT sia il fattore che più di ogni altro influisca sulla crescita della produttività e sullo sviluppo di un Paese o di un¿impresa. Alla luce di tale correlazione, va visto con preoccupazione il doppio ritardo del nostro Paese sia nella crescita economica sia nella spesa IT, e il peggioramento nel suo posizionamento rispetto
“Accumuliamo ritardi non irrimediabili, ma preoccupanti, soprattutto sul fronte degli investimenti da parte delle imprese, pubbliche e private – ha dichiarato il Presidente di Assinform, Pierfilippo Roggero. ¿ Il nostro settore va bene quando l”economia viaggia a buona velocità e, analogamente, l”economia ha bisogno del nostro comparto per essere in salute. Non è un caso che i paesi sviluppati che più investono in ICT, innovando processi e servizi, siano anche quelli più competitivi e in crescita. Da qui le proposte Assinform per ricreare e orientare un nuovo ciclo di investimenti ICT”.
A livello globale, l¿analisi del mercato dell¿informatica nel 2004 conferma il divario che separa le differenti aree geografiche, anche se tutti i mercati hanno registrato un andamento positivo.
Il 2004 è stato un anno particolarmente positivo per il Nord America, il mercato IT più importante del mondo, che ha registrato una crescita del 4,6%. L¿area dell¿Asia ¿ Pacifico, grazie al contributo di Cina e India, è cresciuta complessivamente del 5,8%.
Il mercato IT europeo, pur tornando a crescere (+2,4%) dopo 2 anni negativi, ha registrato tassi sensibilmente inferiori alle altre maggiori aree e alla media mondiale.
Nel 2004 l¿Europa ha registrato la minore crescita a livello mondiale, sia da un punto di vista generale sia da quello specifico del mercato IT.
L¿andamento dell¿economia nei principali Paesi ha avuto un profilo molto differenziato sia per tasso di crescita che per tipologia di componenti interne, condizionando anche la dinamica del mercato IT che ha registrato, ivi inclusi i Paesi nuovi entranti, una ripresa di livello inferiore rispetto a quella mondiale.
Il mercato IT dell¿Europa centro-orientale sta crescendo a tassi annui elevati, 2 o 3 volte superiori a quelli dell¿Europa occidentale. La crescita maggiore si registra nel comparto dei software e dei servizi, in particolare nell¿outsourcing. Software e servizi rappresentano il 46% della spesa informatica dei Paesi dell¿Europa orientale, una percentuale molto elevata per un mercato in via di sviluppo. Anche gli utenti di Internet stanno crescendo rapidamente e sono pari a circa il 20% della popolazione.
Già nel 2004 alcuni Paesi dell¿Europa Orientale evidenziano un¿incidenza della spesa IT sul PIL comparabile con quello dei Paesi occidentali.
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