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Anche Internet avrà il proprio ¿quartiere a luci rosse¿.
La scorsa settimana l¿ICANN ¿ l¿organismo che gestisce l¿assegnazione dei nomi di dominio ¿ ha infatti approvato l¿estensione .xxx, una decisione che ha suscitato non poche polemiche e che mette in luce, se mai ce ne fosse stato bisogno, l¿influenza che l¿industria del porno esercita anche nel campo dei nuovi media.
Nel 2000 l¿Icann aveva opposto ¿motivazioni tecniche¿ all¿approvazione del dominio che andrà a designare i siti a contenuto pornografico.
L¿associazione mette ora in evidenza due argomenti a giustificazione della propria scelta: prima di tutto la protezione dei minori che navigano la Rete. Sarà infatti sicuramente più semplice filtrare i siti in .xxx.
Inoltre, l¿Icann darà incarico a un organismo indipendente ¿ l¿Iffor (International Foundation For Online Responsibility) ¿ di verificare che i siti targati .xxx non contengano materiali pedopornografici e non diffondano spam a contenuto pornografico.
Acquistare un indirizzo .xxx dovrebbe costare intorno ai 75 dollari, ossia circa 5 volte di più di un .com.
Ma i siti che già contengono materiali pornografici ¿ e che ora utilizzano l¿estensione .com ¿ saranno disponibili a passare al .xxx?
Nessuno li costringerà e secondo molti non tutti lo faranno: saranno piuttosto creati siti ¿paralleli¿, cosa che per le associazioni anti-pornografia equivale a fare un buco nell¿acqua.
Per Karl Auerbach, ex membro dell¿Icann, la decisione è addirittura ¿oscena¿, mentre per le associazioni a difesa dell¿infanzia è ¿pericolosa¿ oltre che inutile.
Per Auerbach, l¿associazione avrebbe dovuto dare priorità a domini ¿socialmente positivi¿ piuttosto che favorire la già fiorente industria pornografica.
L¿Icann sta valutando anche l¿approvazione delle estensioni .asia, .mail e .mobi.
L¿industria pornografica genera attualmente un fatturato annuale di 57 miliardi di dollari, 2,5 dei quali provengono da Internet, dove i siti per adulti rappresentano il 12% del totale.
Il settore della web pornografia è in costante crescita e secondo la società americana Secure Computing, se nel 1998 i siti pornografici erano 71 mila, oggi sono 2 milioni, pari a circa 400 milioni di pagine a contenuto pornografico.
I primi siti .xxx dovrebbero arrivare entro la fine di quest¿anno, mentre l¿industria sta virando i suoi interessi anche verso il mondo della telefonia mobile: basti pensare che il sito phonerotica.com, che propone contenuti per adulti formattati per i cellulari, conta 75 milioni di visite a settimana e due milioni di utenti registrati.
Playboy, da canto suo, ha sviluppato un set d¿immagini da scaricare e conservare sull¿iPod.
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