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Che ci sarebbero state difficoltà per la nomina del nuove presidente Rai, si sapeva, ma che la vicenda si sarebbe trasformata in un giallo, beh questo non potevamo immaginarlo.
Perché è proprio così, sembra essere in uno di quei thriller americani di fanta-politica, dove tutti sono colpevoli e innocenti allo stesso tempo, dove non si capisce chi era d¿accordo con chi, e chi sapeva e ora nega.
O, per dirla alla Pirandello, è il teatro dell¿assurdo.
Romano Prodi che silura il diessino Claudio Petruccioli, il centrodestra che aiuta l¿opposizione a impallinare Andrea Monorchio.
C¿è chi arriva addirittura a ipotizzare che il premier Berlusconi avrebbe fatto il nome dell¿ex Ragioniere generale dello Stato, certo che sarebbe stato silurato, in modo da proporre in seconda battuta Francesco Alberoni, che se non confortato dal voto della Vigilanza, rientrerebbe dalla finestra, essendo il consigliere più anziano, pare che Sandro Curzi sia più giovane di 4 mesi.
Così è, se vi pare, solo se vi pare.
Secondo altre indiscrezioni, sembra che il professor Prodi stia pestando i piedi perché vorrebbe Piero Gnudi a presidente, ma soprattutto Giovanni Minoli a direttore generale. Come andrà a finire?
Ma andiamo con ordine e vediamo cos¿è successo tra lunedì e martedì.
Ieri, quando ormai sembrava quasi certo che il nuovo presidente Rai sarebbe stato Claudio Petruccioli, a capo della Commissione parlamentare di Vigilanza, è saltato tutto.
Il Ministro dell¿Economia, Domenico Siniscalco, a cui, secondo la Legge Gasparri, spetta la nomina di due consiglieri tra cui il presidente, ha deciso diversamente, preferendo il nome di Andrea Monorchio, presidente di Infrastrutture Spa.
L¿opposizione ha subito fatto sapere che avrebbe votato contro Monorchio in Vigilanza, perché il presidente, per diventare operativo, deve ottenere il gradimento da parte di almeno i due terzi della Commissione parlamentare.
I voti contrari sono stati 20, quelli favorevoli 12 e un parlamentare si è astenuto. Erano assenti i membri della Lega Nord e dei Verdi. Presenti, nonostante si profilasse la bocciatura, quelli di Forza Italia e AN.
Si è spaccata la Casa delle Libertà, la Lega non ha votato perché riteneva giuridicamente rilevante il fatto che il Cda Rai non avesse indicato il presidente. Si è spaccata l”Unione, i Verdi non hanno votato perché all”arroganza della Casa delle Libertà si sarebbe dovuto rispondere disertando le urne.
“La Margherita si orienta a votare contro la proposta di Andrea Monorchio come presidente del Cda Rai. Porteremo questo orientamento nella riunione dei capigruppo del centrosinistra. La logica dei blitzè inaccettabile“, ha detto qualche ora prima il responsabile comunicazione della Margherita, Paolo Gentiloni.
Stessa posizione per i Ds, come ha sottolineato Vannino Chiti, coordinatore della segreteria. ¿Quando si vuole un presidente di garanzia – aveva commentato Chiti – occorre costruire insieme la proposta. Non do giudizi sulla persona, Monorchio è una figura rispettabile, ma in questo caso il metodo diventa sostanza e il governo e il ministero dell”Economia hanno fatto questa proposta unilateralmente¿.
E da Rifondazione comunista, il capogruppo alla Camera Franco Giordano:“Sono singolari e inaccettabili le modalità con cui la CDL ha espresso la propria proposta per la presidenza Rai. Non c”è una idea di partecipazione democratica ed è per questo che anche noi voteremo contro”.
Molto preoccupato dai preannunciati ”no” a Monorchio”, invece, Sandro Curzi, poiché la Rai ha ¿necessita di essere governata altrimenti rischia il tracollo¿.
Il neoconsigliere ha anche scritto alla Commissione per ribadire che l”organismo non poteva votare sul presidente per effetto di impedimenti procedurali, visto che la convocazione del Cda Rai è stata fissata per martedì 7 giugno.
La Commissione non ha accolto i rilievi mossi ed è andata avanti con la votazione.
Prima del voto in commissione di Vigilanza, il Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, aveva definito “quanto mai felice” la nomina di Monorchio, da molti considerato vicino al Ministro degli Affari Esteri, Gianfranco Fini.
Se lo spirito della legge Gasparri era quello di arrivare a un rinnovo dei vertici Rai in una condizione di intesa tra maggioranza e opposizione, questo intendimento è stato pressoché ¿tradito¿, come dicono i rappresentanti dell”Unione definendo ¿irresponsabile¿, sono le parole di Giuseppe Giulietti, responsabile della Comunicazione dei Ds, l”atteggiamento della Casa delle Libertà che ha voluto gettare nella mischia un nome di prestigio come quello dell”ex Ragioniere generale dello Stato.
“Mi auguro che ora si voglia discutere di un presidente e di un direttore generale di garanzia“, ha aggiunto Giulietti, riecheggiando le richieste del centrosinistra.
Gli stessi componenti del centrodestra in Commissione di Vigilanza hanno saputo solo nella tarda mattinata di ieri che il consigliere presidente indicato dal ministro dell”Economia sarebbe stato Monorchio, anziché Petruccioli. Come ha confermato tra l”altro il capogruppo dell”Udc in Vigilanza, Antonio Iervolino.
Il più arrabbiato è Petruccioli. ¿Sono tutti indecenti¿, ha detto al Corriere della Sera subito dopo il voto contro Monorchio.
¿Prima di tutto ¿ ha commentato – io sono preoccupato di una questione fondamentale. Vedo in pericolo la legalità. Poi la correttezza formale. Infine la decenza stessa, se mi permettete. Stanno accadendo cose di estrema gravità″.
E” in pericolo, ha aggiunto Petruccioli, ¿anche la possibilità di esercitare qualsiasi funzione credibile di vigilanza¿ sulla Rai: “Quelli che parlano tanto di difesa della legalità farebbero bene a pensarci“.
Petruccioli si apre, invece,nei confronti de Il Manifesto per il titolo ¿Petruccioli for president, Berlusconi pigliatutto¿: “Vedo che la malattia di una certa sinistra, continua”. Ovvero, “considerare chi non è a sinistra della sinistra un amico della destra, quindi un nemico”.
Ignazio La Russa, capogruppo di AN, schietto come sempre, ha dichiarato: ¿Il centrosinistra non vuole Monorchio che, per noi rappresenta una figura di grande prestigio? Faccia un altro nome che sia condiviso innanzitutto da tutti loro e che possa trovare anche il nostro consenso”.
“La maggioranza – ha spiegato La Russa – si era convinta a votare per il presidente della Commissione Claudio Petruccioli, maè stato accertato che c”erano delle resistenze da parte delle sinistre. Ora se non sono d”accordo su Monorchio esprimano una candidatura unitaria. Per noi – ha concluso La Russa – Monorchio era un candidato di grande prestigio“.
Gentiloni ha risposto: “La Russa dovrebbe sapere che la legge firmata da un suo autorevole collega di partito stabilisce che debba essere il governo a indicare il nome del candidato alla presidenza della Rai”.
Ma se deve essere nominato un presidente di garanzia, non è necessario che ci sia un margine d¿intesa tra maggioranza e opposizione?
Intanto Andrea Monorchio ha ritirato la sua disponibilità ad ogni incarico nella Rai. Monorchio ha spiegato in una nota di aver ritenuto ¿da civil servant¿ di ¿non poter opporre un no alle improvvise, cortesi e intense pressioni dei vertici del governo, ritenendo in buona fede che esistesse anche il consenso dell”opposizione¿.
¿Non ho mai personalmente cercato nomine e incarichi pubblici, né tanto meno ho mai avuto particolari aspirazioni verso la presidenza Rai – ha scritto ancora Monorchio – ritenendomi fra l”altro soddisfatto dell”incarico per me stabilito dal governo e dal ministro del Tesoro di presidente di Ispa¿.
E ancora ¿Per quanto mi riguarda, non posso dire di sentirmi offeso dalla vicenda, nella quale ho operato come sempre in buona fede all”esclusivo servizio della Repubblica, ma devo notare che la complicatezza e i riti della politica a volte possono generare negli addetti ai lavori e nella pubblica opinione spiacevoli rappresentazioni”.
¿Ovviamente ¿ ha aggiunto – le vicende di ieri mi inducono a declinare con fermezza qualsiasi tipo di ulteriore disponibilità¿.
Si riapre quindi la partita per il nuovo presidente della Rai, che si somma a quella per il direttore generale.
Tra i candidati a quest”ultima carica circola il nome di Alfredo Meocci ex giornalista del Tg1 e consigliere uscente dell”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, politicamente vicino all”Udc e a Silvio Berlusconi.
Ma pare che sul nome di Meocci ci potrebbero essere problemi di incompatibilità per potenziali conflitti di interesse. La legge prevede, infatti, che, per almeno quattro anni dalla cessazione dell”incarico, i componenti delle Autorità non possano avere rapporti di lavoro con le imprese operanti nei settori di competenza degli organi di garanzia.
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
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