L´intervento di Marco Tronchetti Provera al Public Hearing al Parlamento europeo

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Europa



Riportiamo di seguito l’intervento di Marco Tronchetti Provera al public hearing organizzato a Bruxelles dal PPE per discutere dello stato dell’implementazione del quadro normativo europeo sulle comunicazioni elettroniche.

 

 

Desidero ringraziare il Gruppo del PPE, in particolare Lorenzo Cesa per l’organizzazione di questa iniziativa e il Chairman del nostro panel Malcom Harbour. Voglio anche esprimere il mio apprezzamento al Commissario Signora Reding, per il Suo intervento.

 

È quanto mai opportuno, a più di cinque anni dalla concezione dell’attuale quadro regolamentare (la cosiddetta ¿99 Review) e a tre anni dalla sua formale adozione, valutare lo stato della sua effettiva realizzazione ed interrogarsi su quali modifiche siano necessarie nell’immediato futuro.

 

Una valutazione di questo genere non può tuttavia prescindere da alcune  riflessioni sui cambiamenti intervenuti nella nostra industria.

Si tratta  in particolare della rapidità dell’innovazione tecnologica che in brevissimo tempo ha portato le telecomunicazioni ad abbandonare il vecchio modello di industria infrastrutturale e a cambiar pelle per divenire qualcosa di molto diverso dalle altre public utilities.

Grazie agli investimenti nelle nuove tecnologie di rete e nella banda larga, che permettono una maggior efficienza e integrazione delle piattaforme per la fornitura dei servizi innovativi, lo scenario nel quale oggi la nostra industria è proiettata è completamente diverso da quello di fine anni novanta, quando appunto la ¿99 Review è stata elaborata.

Vorrei fornire solo alcuni dati.               
 

In Italia, per fare un esempio il totale delle connessioni broadband è passato da circa 500 mila alla fine del 2001 ai 5,2 milioni di oggi. Lo stesso trend vale anche a livello europeo.

Sempre in Italia, in meno di tre anni il traffico sulle reti di Telecom Italia è cresciuto da circa 200 a oltre 380 miliardi di minuti. Dal momento che  il traffico voce è rimasto più o meno stabile (tra i 120 e i 140 miliardi di minuti) ciò significa che l’incremento è dovuto principalmente alla banda larga su ADSL.

A differenza di quello che avviene nei settori ove operano le tradizionali public utilities ¿ nella emergente ¿Broadband Industry¿, il confronto competitivo con i concorrenti è fortemente proiettato al futuro e si realizza con l’innovazione dei servizi e con la possibilità di trasferire al cliente le efficienze di costo delle nuove tecnologie.

Inoltre deve essere sottolineato che ¿ come abbiamo sperimentato nel mobile e cominciamo a sperimentare nella banda larga ¿  la concorrenza si allarga sempre di più su base europea.

Stiamo parlando, dunque, di un¿industria nuova.

E¿ dunque in questo contesto generale che ci dobbiamo chiedere:

  1. Se l’attuale quadro regolamentare europeo è oggi applicato dagli Stati Membri e dalla Commissione in modo da massimizzarne gli obiettivi;
  2. Se il quadro regolamentare vigente offra soluzioni adeguate ai problemi posti dal profondo cambiamento in corso, o non necessiti modifiche.

l’ Unione Europea ha chiaramente posto alla base della ¿99 Review e del nuovo quadro i principi della ¿analisi prospettica¿ della struttura dei mercati e della ¿proporzionalità dei rimedi¿ che devono essere applicati  solo là dove si fosse effettivamente dimostrato che il diritto della concorrenza da solo non sarebbe bastato. Ciò al fine di deregolamentare i mercati che stanno per raggiungere un sufficiente livello di concorrenza e di non regolare a priori i mercati emergenti.

Purtroppo  non è quello che sta avvenendo.

Infatti, ad una lettura delle Remedies finora trasmesse alla Commissione, specie da alcune Autorità nazionali, appare un preoccupante rovesciamento di prospettiva.

 

Pertanto due sono i temi sui quali, a nostro avviso, è necessario intervenire:

  1. La definizione dei mercati emergenti;

  2. Il trattamento dei nuovi servizi su IP, compreso quelli vocali (i cosiddetti SOIP e VOIP).

Cominciamo dal primo.

Come noto, il nuovo quadro consente la sospensione temporanea dell’intervento regolatorio, qualora il mercato in esame sia un mercato emergente.

Purtroppo nei fatti stiamo assistendo all’affermarsi di una deriva interpretativa secondo la quale non vi sarebbero concreti esempi di ¿mercati emergenti¿. Le nuove reti e i nuovi servizi su IP farebbero allora parte della lista attuale dei mercati, alla stregua dei vecchi servizi e delle vecchie infrastrutture.

E¿ opportuno invece che la percezione da parte dell’utente finale dei nuovi servizi basati su IP, come sostituibili a quelli tradizionalmente regolamentati, non  induca i regolatori a commettere l’errore strategico di ostacolare questa innovazione con un modello regolatorio omogeneo al passato e autoreplicantesi. Il mercato sta infatti evolvendo verso offerte basate su servizi innovativi (tipo triple play), più efficienti e vantaggiose per i consumatori,  che non possono essere ostacolate.

Se ciò avvenisse il ritardo nella crescita dell’economia europea sarebbe inevitabile.

Il secondo punto anch¿esso di grande importanza e attualità riguarda la valutazione sul piano regolamentare della natura dei nuovi servizi su IP (i cosiddetti SOIP) e in particolare quelli vocali (VOIP).

Innanzitutto, va ricordato che tali servizi presuppongono l’esistenza di un accesso a banda larga alla rete. Essi fanno parte quindi di una nuova famiglia di servizi a valore aggiunto di tipo personale che comprende il trattamento innovativo di voce, dati, immagini, suoni e consente anche una parziale mobilità. Deve essere chiaro che non si tratta pertanto di servizi di telefonia vocale tradizionali, i cosiddetti Public Available Telephone services (PATS).

 

In altri termini i nuovi servizi su IP (SOIP e VOIP) sono le conseguenze positive delle strategie innovative, potremmo dire uno dei possibili ¿dividendi¿ della banda larga.

 

Vorrei fare, ora, qualche considerazione, in coerenza con la nuova agenda di Lisbona, sugli obiettivi fondamentali che dovrebbero ispirare la revisione dell’attuale quadro: 

 

  1. Il primo è quello di favorire gli investimenti innovativi.I cinque principali operatori europei hanno pianificato di investire, tra 2005 e 2007, più di 80 miliardi di euro. E¿ una misura delle potenzialità del settore. A tal fine la libertà di ideare soluzioni di prezzo innovative che consentano ai consumatori di beneficiare dei nuovi servizi è essenziale. 
  2. il secondo riguarda la necessità di incoraggiare la nascita dei servizi della Società dell’Informazione. Occorre evitare che, a seguito della discussione in corso sulla revisione della direttiva TV Senza Frontiere, il campo di applicazione della direttiva stessa sia esteso anche ai nuovi Servizi della Società della Informazione, come ad esempio il Video on Demand (VOD). 
  3. Il terzo è quello di come favorire il rafforzamento del  nostro settore.La competizione è destinata sempre più a giocarsi su base europea ed internazionale. Sarà un percorso lungo, che implicherà anche un inevitabile processo  di razionalizzazione e di consolidamento.    

Da tutto ciò discendono tre principali conseguenze operative per la revisione dell’attuale quadro:

  • affermare nei fatti il principio che l’interesse primario da tutelare è quello dei consumatori
  • restituire al concetto di ¿flessibilità¿ della regolazione il suo originario valore di stimolo dell’innovazione
  • essere il meno invasivi possibile, senza pretendere di segmentare il mercato con distinzioni che nell’epoca della convergenza e   dell’integrazione hanno sempre meno ragion d’essere.

Da ultimo vorrei esprimere una valutazione in merito agli aspetti istituzionali della revisione.  L’analisi che ho fin qui svolto dovrebbe avervi dimostrato che è stato, e sarà ancora più arduo in futuro, gestire in modo coordinato e omogeneo una regolamentazione in sè complessa, affidata alla larga discrezionalità di 25 Autorità nazionali.

 

La rapida evoluzione della tecnologia del mercato che vi ho descritto, ci dice che forse è venuto il momento di riflettere ad un sostanziale rafforzamento della dimensione europea della regolamentazione. È questo un obiettivo a cui si può pervenire solo o con un forte rafforzamento dei poteri d’intervento della Commissione o con la creazione di una struttura fortemente integrata sul modello del sistema della Banca Centrale Europea. La strada del rafforzamento dell’attuale ERG non  mi pare viceversa una soluzione adeguata.

Non meno importante, e qui concludo, è la tempistica dell’intervento di revisione del quadro regolatorio.

Credo si possa chiedere di accelerare quanto più è possibile l’opera e di poter contare al più presto da parte delle Istituzioni europee su un pronunciamento che fissi i punti fondamentali della revisione della loro visione strategica.

Vi ringrazio per l’attenzione.

 

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

 

Comunicazioni elettroniche: audizione a Bruxelles per discutere lo stato d’implementazione e valutare una revisione del quadro normativo Ue

 

Società dell’Informazione: audizione a Bruxelles con la Reding e i big di settore. Cesa, regole per favorire gli investimenti e assicurare l’innovazione

 

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