L’industria del porno non conosce crisi. PayTv, telefonini 3G e WebTv alimentano un mercato da oltre 1 mld di euro

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Pornografia Internet

Continua la crescita del mercato del porno in Italia. Il 4° Rapporto sulla Pornografia, realizzato dall’Eurispes con il patrocinio del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, evidenzia che si tratta di un fenomeno in forte sviluppo, oltre che in rapida trasformazione ed evoluzione, aiutato dalle nuove tecnologie digitali.

La Ricerca è stata presentata ieri da Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes,  da Monsignor John P. Foley, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. E¿ intervenuta anche Roberta Tatafiore, curatrice della Ricerca.

 

Il Rapporto evidenzia che quello del porno è un business fiorente, che non subisce le conseguenza della crisi economica, parliamo di grosse cifre: il valore medio annuo del fatturato, dal 2002 al 2004, è di 993 milioni di euro.

Più dettagliatamente, il volume d’affari supera per la prima volta il miliardo di euro: nel 2004 è stato di 1.101 milioni di euro, un dato in salita rispetto agli 895 milioni di euro del 2002 e ai 984 milioni di euro del 2003.

 

¿Il mercato della pornografia – rileva il presidente dell’Eurispes Fara – è riuscito a imporre le sue regole, oltre che sotto l’impulso della spinta economica, soprattutto attraverso una precisa strategia di banalizzazione e di normalizzazione, sulla quale aveva puntato sin dal suo nascere¿. Quindi, ¿la pornografia è diventata uno dei tanti beni di consumo disponibili – osserva Fara – che alimenta un mercato e si giustifica attraverso la produzione di ricchezza. E’ ormai merce tra le merci, anche se non può e non deve essere considerata una merce come le altre¿.

 

Driver della crescita sono i settori emergenti, quali la payTv, l’home-video, la pornografia online, e i videotelefonini satellitari. Restano forti anche i tradizionali sexy-shop e le riviste porno, soprattutto per la visione di cataloghi e gli annunci di scambisti.

A calare sensibilmente, sono invece gli spettatori dei cinema a luci rosse, che vedono tra l’altro ridursi considerevolmente anche il numero delle sale.

 

Nel 2003-2004, l’home video pornografico (a prezzo medio invariato a pezzo, pari a 41,97 euro) è stato venduto e permutato più di quanto non lo fosse nel 2002. Tanto che l’Eurispes ha stimato un incremento delle vendite e delle permute nei sexy shop, nel 2003, pari al 2% rispetto all’anno precedente (in volume d’affari: 82,620 milioni di euro invece di 81 milioni registrati per il 2002).

La proiezione per il 2004 prevede invece un ulteriore aumento del fatturato pari all’8%, che porta il volume d’affari realizzato in vendite e permute a 90 milioni di euro, anche grazie al processo di ampliamento di molti sexy shop.

 

Per quanto riguarda i noleggi effettuati dalle videoteche, resta leggero  l’aumento del volume d’affari nel 2003 e nel 2004, per via del fatto che i prezzi a noleggio non variano rispetto al tipo di supporto (VHS o di DVD). La totale sostituzione del VHS con il DVD si ripercuoterà positivamente sul fatturato a partire dal 2005, quando tutte le videoteche che noleggiano anche porno esauriranno le scorte dei VHS, acquistati negli anni del trapasso dal vecchio al nuovo supporto.

Al volume d’affari va aggiunta la percentuale del 15-20%, che riguarda lo smercio di video pirata.

 

Un andamento del fatturato particolarmente oscillante si registra nel mercato della pornografia telematica. Le stime di fatturato calcolate dall’Eurispes partono infatti da 224 milioni di euro nel 2002 che salgono a 301 milioni nel 2003, per poi scendere a quota 181 milioni di euro nel 2004.

Nel 2004, l’anno in cui si registra una forte contrazione del volume d’affari, le voci del fatturato sono così suddivise: 171 milioni di euro per il porno pagato a connessione e 10 milioni di euro per il porno pagato con carta di credito.

Subisce una flessione il mercato del sesso su Internet, in calo per colpa delle truffe dei dialer realizzate nel 2003, quando centinaia di utenti si sono visti recapitare a casa bollette stratosferiche dopo qualche ora di porno sulla rete: si è passati dai 291 milioni di euro del 2003 ai 171 dell’anno scorso e l’istituto statistico prevede anni di contrazione prima che gli utenti riacquistino fiducia nel porno in rete.

 

l’Eurispes ha stimato il volume d’affari delle televisioni che trasmettono film e altri programmi pari a 247 milioni di euro. Mentre il settore del porno online si sta riorganizzando, le payTv che trasmettono film definiti per adulti conquistano nuovi spazi e cominciano a minacciare seriamente il settore dell’home video. Il 2004 è l’anno in cui decolla il volume d’affari del porno fruibile sia dagli abbonamenti alle televisioni all sex, sia da quelli alle analoghe WebTv, sia dagli acquisti in pay-per-view relativi alle offerte del ¿bouquet erotico¿ proposto dalla Tv digitale satellitare.

 

A tutte le ore, invece, scorrono le pornovisioni dai telefonini 3G. Costano 2 euro per 5 minuti le connessioni al reparto ¿Vietato ai minori di 18 anni¿: brevi filmati di tutti i tipi e tante foto. La stima, prudente, delle connessioni effettuate per il porno è pari a 70 milioni di connessioni. A 2 euro l’una: 140 milioni di volume d’affari in (quasi) un anno.

In conclusione, la spesa pro capite degli italiani pornofili, dividendo il fatturato medio annuo del porno (993 milioni di euro) per il numero dei consumatori, è per ciascun pornofilo di 112 euro l’anno.

 

Un settore a parte e, ovviamente, vietato dalla legge, è costituito dalla pornografia minorile che si nasconde nella vastità del cyber spazio. Dal monitoraggio, emerge che il 76% dei server dei siti di pornografia minorile è negli Stati Uniti, seguiti a lunghissima distanza dal Canada con il 5% e dall’Olanda con il 3%.

 

Il Rapporto traccia anche ben 9 profili di consumatori tipo di contenuti pornografici e delinea la percentuale di appartenenza a ciascun universo statistico di riferimento. Nel nostro Paese la popolazione maschile tra i 15 e i 69 ammonta a circa 20 milioni 500mila individui. Per opportunità statistica l’Eurispes ha suddiviso il dato tra maschi adolescenti (15-18 anni) e tra maschi adulti (18-69). I primi sono 900.000, i secondi 19.600.000. Per le donne la fascia d’età di riferimento presa in considerazione è quella dai 18 ai 50 anni, il che corrisponde a circa 13.230.000 soggetti femminili.

I più numerosi, valutati in 3 milioni, sono i rapiti dello schermo: giovani e comunque non oltre i 40 anni, attaccati alle Tv all sex e alle preview gratuite dei siti Internet. Seguono gli habitué di coppia, 2 milioni che acquistano nei sexy shop accompagnati da mogli o fidanzate o amanti o compagne d’occasione: prediligono i DVD o i film in pay-per-view. In qualche modo speculari sono le donne in coppia, valutate in 1.100.000, che comprano lingerie sexy e gadget ma soltanto insieme a un uomo e non disdegnano i privé. In 600.000 sono i giovani principianti, adolescenti incuriositi dal sesso e dalla voglia di rispondere agli impulsi corporei e disubbidire all’autorità dei genitori, sottraendosi in qualche modo al loro controllo, o navigando in Rete o comprando riviste e fumetti porno. Anche gli incalliti di vecchio tipo vengono stimati in 600.000.

 

Il ¿giovin principiante¿ appartiene a tutte le classi sociali.  Su 900.000 ragazzi, stima l’Istituto, gli ¿apprendisti¿ sono il 60%. Pari a 600.000. Sono, infatti, proprio gli adolescenti che vanno alla ricerca di risposte sul sesso e sui propri impulsi, mossi dalla curiosità tipica della giovane età.

Il giovanissimo ¿apprendista¿ si procura riviste, fumetti giapponesi Manga e Hentai per passarli ai compagni di scuola. Anche alle compagne, talvolta. A casa compulsa la porno rete, con perizia spesso superiore a quella dei genitori.

 

Poi c’è ¿l’incallito di vecchio tipo¿, che di solito è un uomo solo o isolato, prevalentemente di una certa età. Ma è anche il carcerato o il militare che vive una quotidianità di soli uomini. Per costrizione o per generazione, si tiene lontano dai nuovi mezzi di comunicazione. E’ il consumatore delle care vecchie riviste, al massimo di VHS e DVD, se ha la possibilità di avere un lettore. Se solitario, questo tipo di consumatore usa la pornografia anche come compagnia. Se coatto, come succedaneo dei rapporti affettivi e sessuali mancanti. Se militare, come rito obbligatorio di mascolinità. Rispetto al suo universo statistico di riferimento incide in misura del 3% e raduna intorno a sé poco meno di 600.000 confratelli.

 

l’esercito dei telefonisti si divide in irrequieti e metodici. I primi sono valutati in 400.000 e armeggiano con telefonini Umts, palmari e videotelefonini; fotografano e scambiano immagini erotiche, per un porno a portata di mano magari da consumare negli atri delle stazioni ferroviarie o nelle sale d’imbarco degli aeroporti. I secondi sono più numerosi, almeno 1 milione; e prediligono la telefonata da casa a contenuto erotico, per onanismo o magari anche solo per morbosa curiosità. Quindi, ci sono le mosche bianche, appena 145.000, donne single, ventenni studentesse o trentenni più o meno in carriera, che navigano in Internet, chattano e non rifiutano a priori incontri al buio, reali o anche solo virtuali. Tutte le categorie sono poi riassunte nei surfisti, il cui numero combacia con quello dei potenziali pornofili: il loro approccio è casuale, sporadico, da estate a casa con moglie in vacanza o anche da una volta sola per togliersi la soddisfazione, riducendola all’acquisto e alla visione di una videocassetta VHS, di un DVD o di un film in pay-per-view. Quanti sono? ¿Il casuale è tutti noi¿, come sintetizza il Rapporto Eurispes.

Sintesi del 4° Rapporto Eurispes sulla Pornografia

 

Raffaella Natale

 

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